Innovazione

Africa: energia verde con batterie bio

14
Gennaio 2020
Di Redazione

E' bio, verde, affidabile e costruita usando solo ferro, acqua, filtri per il caffe' e feltrini di carbonio. E' la prima batteria in grado di dare, a basso costo e impatto per l'ambiente, la luce elettrica nelle case delle zone piu' rurali, come quelle dell'Africa Sub-sahariana. A realizzarla una startup del Politecnico di Losanna, che la sta sperimentando in una zona rurale della Tanzania. Con una sola ricarica la batteria puo' alimentare una lampadina a Led per cinque ore o caricare un telefono cellulare. Una volta usata, il liquido che ha dentro puo' essere rilasciato in tutta sicurezza nell'ambiente.

Una dozzina di prototipi prodotti e distribuiti attraverso una filiale locale, gestita da gente del posto, sono in fase di sperimentazione presso diverse famiglie. "La nostra tecnologia ha il potenziale di cambiare la vita di ogni giorno delle persone. In una delle famiglie che la sta testando, la batteria ha permesso alla figlia di studiare la sera. Avere la luce puo' anche trasformare il modo in cui la gente interagisce, aumentanto le loro opportunita' di socializzazione nelle famiglie isolate e vulnerabili", sottolinea Briac Barthes, uno dei tre fondatori della start up. Attualmente, chi vive nelle aree rurali della Tanzania usa lampade a cherosene, un combustibile costoso, altamente infiammabile e che emette particelle di fuliggine quando brucia. "Respirare fumo di cherosene in uno spazio chiuso per cinque ore e' dannoso per i polmoni come fumare due pacchetti di sigarette", continua Barthes. La nuova batteria, riutilizzabile e divisa in quattro compartimenti, risolve molti di questi problemi. Durante il suo utilizzo si produce bisolfato di ferro, un liquido non dannoso, largamento usato come fertilizzante agricolo. Inoltre la batteria costa la meta' di una lampada al cherosene: la base costa 12 dollari, mentre le parti per ricaricarla appena 12 centesimi. Dopo la Tanzania, l'azienda sta programmando di espandersi ad altri mercati.

 

Paolo Bozzacchi