Trasporti

Senza auto e digitale la mobilità futura. Giovannini presenta il piano e vuole un Osservatorio permanente

11
Maggio 2022
Di Giampiero Cinelli

Guardare al 2030 immaginando la mobilità del futuro. Il traguardo sembra ora più alla portata grazie al Pnrr. Per questo il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) ha delineato in un rapporto intitolato “Verso un nuovo modello di mobilità sostenibile” le linee guida e le proposte principali. Il documento è stato presentato in un evento on line in mattinata, con la partecipazione del Ministro Enrico Giovannini. L’incontro ha preso in esame in particolare il trasporto pubblico locale (Tpl), basandosi sui dati attuali e in virtù di questi indicando la direzione.

Nello spiegare il rapporto, Sauro Mocetti del Mims ha osservato come il Tpl nel nostro paese sia ancora in larga parte arretrato, non abbastanza capillare e caratterizzato da mezzi troppo vecchi. Eppure gli spostamenti dei cittadini sono prevalentemente quelli nel raggio urbano, il 97% non oltre i 50 km. Oggi deve essere potenziato passando assolutamente attraverso la sostenibilità ambientale, primo pilastro. Insieme alla sostenibilità sociale, ovvero accessibilità e funzionalità, e alla sostenibilità economica. Ad ogni modo il ministero ha voluto avere una visione generale dei comportamenti individuali relativi ai trasporti dopo l’emergenza pandemica Da un’indagine dell’Istat che comprende il trimestre aprile-giugno 2022, è emerso che l’82,5% degli intervistati non varierà la frequenza dei suoi spostamenti, il 4% li diminuirà mentre il 12% pensa di aumentarli (di più i giovani). C’è da sottolineare però che l’82% degli italiani utilizzerà ancora l’automobile, contro l’84% dei sei mesi precedenti. Solo il 7,6% intende utilizzare maggiormente il Tpl. L’immagine, infatti, ci restituisce una nazione ancora troppo motorizzata. Che in qualche misura tornerà a salire sui mezzi vista una diminuita paura del Covid e l’aumento dei prezzi del carburante, ma che non ha abbandonato la sua cultura centrata sull’automobile. Lo ha chiaro il ministro Giovannini, che ha fatto sapere di aver commissionato all’Istat un nuovo studio analogo sul prossimo trimestre.

Usare di più il trasporto pubblico dunque, decarbonizzando, e riuscendo a utilizzare le risorse disponibili. Nel Pnrr e nel Pnc sono previsti investimenti per 240 km di rete per il trasporto rapido di massa (tram, metro, filovie, funivie), 3.400 bus a basse emissioni entro il 2026, 570 km di reti ciclabili e 1.250 km di ciclabili turistiche. A coadiuvare anche i fondi ordinari del Mims e quelli per lo sviluppo e la coesione. Il Fondo Nazionale Trasporti arriverà a 5,35 miliardi dal 2026, «ma non basta ed è necessario un fondo per la mobilità sostenibile, creato nella legge di bilancio di quest’anno pari a due miliardi», ha sottolineato Giovannini.

Insieme alle risorse, il tema degli snodi pratici e delle modalità attuative. Non si è fatto mistero delle maggiori difficoltà nel mezzogiorno, in cui tra l’altro c’è una minore domanda di trasporto pubblico. Il Mims vuole disporre incentivi monetari e non all’utilizzo del Tpl, distribuendo meglio la domanda e pianificare gli insediamenti residenziali che possano conciliarsi con l’utilizzo dei trasporti. Con un particolare occhio a nuove regole che favoriscano affidamenti dei servizi oculati. Poi ovviamente il riferimento alla digitalizzazione. Che può spingere molto la transizione. La sharing mobility è quasi interamente elettrica e deve affermarsi anche in quelle città dov’è meno radicata.

Ma la grande responsabilità, sulla riuscita o meno degli obiettivi, ce l’hanno ovviamente i Comuni. Dove i gap di prestazioni anche nella frequenza delle corse sono evidenti. Andranno aiutati e le aziende del settore sostenute, pure magari favorendo aggregazioni societarie, è stato detto nell’evento. Il ministro Enrico Giovannini ha concluso annunciando che punta di contare su un Osservatorio permanente sulla mobilità sostenibile (C’è già quello del Mims sulle tendenze di mobilità durante la pandemia) e che i risultati degli investimenti verranno mappati per decidere come indirizzare le ulteriori risorse in pancia. L’impegno continuerà anche all’interno del Ddl Concorrenza, presto in aula, in cui i provvedimenti relativi al Tpl sono stati disgiunti da quelli degli altri trasporti.