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Banche italiane, utili ancora in crescita: +11,9% nel primo semestre 2025 nonostante i tagli BCE
Di Lorenzo Berna
Nel primo semestre del 2025 le banche italiane quotate continuano a macinare profitti. È quanto emerge dal Bollettino statistico degli emittenti diffuso dalla Consob, il consueto documento semestrale basato sulle segnalazioni di vigilanza e dedicato ai principali indicatori economico-finanziari dei settori sotto osservazione dell’Autorità.
Il focus, questa volta, è soprattutto sul comparto bancario. Gli istituti di credito di diritto italiano quotati su Euronext Milan hanno chiuso i primi sei mesi dell’anno con utili complessivi pari a 16,7 miliardi di euro, in aumento dell’11,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Una crescita che arriva nonostante l’avvio e il consolidamento del ciclo di allentamento monetario della BCE.
Secondo la Consob, il risultato riflette una riorganizzazione efficace delle fonti di ricavo. La crescita delle commissioni attive, aumentate di 2,2 miliardi di euro pari a un +11,4%, ha più che compensato la flessione del margine di interesse al netto degli accantonamenti, sceso del 4% per circa 990 milioni. A pesare su quest’ultima voce è stato il progressivo taglio dei tassi avviato dalla Banca centrale europea il 6 giugno 2024, proseguito per circa un anno con otto riduzioni consecutive da 25 punti base fino alla riunione del 5 giugno 2025. Successivamente, Francoforte ha mantenuto i tassi invariati per tre riunioni consecutive.
La diversificazione dei ricavi, osserva la Commissione, non ha avuto effetti solo sulla redditività, ma ha contribuito anche a rafforzare la solidità patrimoniale del sistema. Al 30 giugno 2025 il patrimonio netto aggregato delle banche italiane ha raggiunto i 191,3 miliardi di euro, in crescita del 4,1% rispetto a fine 2024.
Gli indicatori di performance mostrano un quadro complessivamente robusto. Il ROE annualizzato è salito al 17,5%, dal 14,4% dello scorso anno, beneficiando sia dell’aumento dell’utile netto sia dell’effetto tecnico legato all’annualizzazione dei dati semestrali. In miglioramento anche il ROA, passato all’1,2% dall’1,1% del 2024. La leva finanziaria è aumentata lievemente, con il Leverage Ratio salito da 13,1 a 14,1 volte.
Sul fronte dell’efficienza operativa, la Consob segnala un deciso contenimento dei costi. Il Cost to Income Ratio è sceso al 51,1%, in netto miglioramento rispetto al 57,7% del 2024 e al 68,2% del 2022. Un risultato che ha consentito agli istituti di assorbire la riduzione del Net Interest Margin, sceso al 2% dal 2,1% dell’anno precedente, mantenendo elevata la redditività complessiva.
Anche la qualità degli attivi resta sotto controllo. L’NPL Ratio aggregato è diminuito al 3,1% dal 3,2% di fine 2024. La riduzione del Coverage Ratio al 62,9%, dal 69,2%, non desta preoccupazioni secondo la Consob, perché coerente con l’elevata patrimonializzazione del sistema e con l’ulteriore calo del Cost of Risk, sceso allo 0,21%.
La solidità dei fondamentali ha sostenuto anche le valutazioni di Borsa. Il Loan to Deposit Ratio è salito al 121,6% dal 118,7% di fine 2024, mentre il Price/Earnings Ratio annualizzato è aumentato a 7,9 volte da 7. Ancora più evidente il balzo del Price/Book Ratio, che ha toccato 1,38 volte, il livello più alto dal 2022 e ben oltre la soglia della parità.
Sul fronte della remunerazione degli azionisti, il Dividend Yield semestrale si è attestato al 3,6%, con un Dividend Payout Ratio al 57,3%, in aumento rispetto al 54,7% del 2024. Un dato influenzato anche da fattori tecnici di calendario, poiché i dividendi deliberati sugli utili dell’intero 2024 vengono rapportati al solo risultato del primo semestre 2025.
Resta però sullo sfondo l’attenzione della BCE sulle possibili ricadute della legge di bilancio del governo Meloni sul settore bancario, un tema che potrebbe tornare centrale nei prossimi mesi, soprattutto in un contesto di tassi ormai stabilizzati.





