Ambiente

Rapporto ASviS, Italia indietro verso l’Agenda 2030

04
Ottobre 2022
Di Alessio Ambrosino

Come ogni anno, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), ha pubblicato il proprio Rapporto che analizza lo stato di avanzamento dell’Italia rispetto all’attuazione dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Questa edizione come le 6 precedenti illustra un quadro di proposte e rilevazioni che si promettono di migliorare la sostenibilità economica, sociale e ambientale del modello di sviluppo del nostro Paese.

La presentazione del Rapporto è avvenuta questa mattina al Palazzo delle Esposizioni a Roma, in occasione dell’apertura del Festival dello Sviluppo Sostenibile, la rassegna in programma da oggi fino al 20 ottobre che vedrà oltre 900 eventi in programma nella Capitale e nel resto d’Italia. Il documento di ASviS non fornisce una fotografia positiva in merito al percorso dell’Italia verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, che ricordiamo fu sottoscritta nel 2015 da 193 Paesi membri delle Nazioni Unite ed approvata dall’Assemblea Generale. Questi goals, che hanno una validità globale, riguardano e coinvolgono tutti i Paesi e le componenti della società, riferendosi ad un insieme di questioni importanti per lo sviluppo che prendono in considerazione in maniera equilibrata le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: quella economica, sociale ed ecologica. Mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l‘ineguaglianza, ad affrontare i cambiamenti climatici, a costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani. Ecco cosa ci dice ASviS sul percorso italiano verso questi obiettivi.

RAPPORTO ASVIS 2022, ITALIA IN RITARDO

Dall’edizione 2022 del Rapporto si rilevano miglioramenti negli ultimi 10 anni sulla strada verso l’Agenda 2030: ad esempio in ambiti come la fame, la salute, l’educazione, l’uguaglianza di genere ed altri. Ma il peggioramento è complessivo in obiettivi quali la povertà, la protezione delle risorse idriche e dell’ecosistema terrestre, il mantenimento della pace e di istituzioni solide e la cooperazione internazionale. Guardando ad un framework temporale minore, nel 2022 per la maggior parte degli obiettivi di sviluppo il livello registrato è ancora al di sotto di quello pre-pandemico, segno che l’Italia ha faticato e fatica tuttora a superare gli effetti negativi dell’ondata Covid. “La pandemia da Covid-19 – si legge nel rapporto – sta continuando ad avere un impatto grave sui progressi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile in tutto il mondo. L’aggressione della Russia all’Ucraina ha causato nel mondo forti ricadute sociali ed economiche, aumentando la fragilità del sistema multilaterale globale. Questo impedisce di ridurre le disuguaglianze all’interno dei Paesi e tra di essi”.

LE PROPOSTE CONCRETE DI ASVIS

Le proposte trasversali avanzate nel Rapporto sono quelle formulate durante la campagna elettorale quando l’Alleanza ha consegnato alle forze politiche “Dieci idee per un Italia sostenibile” da realizzare nella prossima legislatura. ASviS con questa edizione del Rapporto intende riaffermare come sia importante “adottare con urgenza politiche per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile”. Tra le proposte messe in campo dall’Alleanza, innanzitutto assicurare la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, che devono rappresentare un elemento centrale in questa legislatura e nelle prossime scelte di governo. In maniera più idealistica, ASviS parla di “disegnare il futuro partendo dal presente”, ossia tenendo conto di un punto di partenza che per molti dei 17 obiettivi SDGs è ancora ad un livello iniziale. Fondamentale sarà promuovere la giustizia, la trasparenza e la responsabilità, integrando la sostenibilità nel funzionamento del Parlamento e in generale degli organi pubblici.

Su un livello di difficoltà forse più ampio, tra le volontà di ASviS c’è quella di rendere più sostenibili ed equi i territori, che in Italia tenendo conto della conformazione geo-economica rappresenta una vera sfida per il futuro. Senza bisogno di ripeterlo viene riaffermato naturalmente lo sforzo da compiere per la transizione ecologica. A trovare spazio ovviamente anche la riduzione delle diseguaglianze, tutelando i diritti fondamentali e la salute con un approccio integrato e verticale su tutti i cittadini.

PERCHE’ GLI SDGS SONO IMPORTANTI

Questi propositi nati in seno ad un foro multilaterale come quello delle Nazioni Unite e poi declinati di Stato in Stato, possono spesso risultare lontani dalla vita quotidiana delle persone comuni: l’errore di fondo però è proprio questo. Elementi che noi consideriamo scontati come l’acqua o il cibo da mettere in tavola sono per miliardi di persone nel mondo una conquista da ottenere giorno per giorno. L’Agenda 2030 deve e può rappresentare una guida per determinare le prossime politiche dello sviluppo, non solo a livello globale ma anche nazionale: è bene che i prossimi legislatori lo tengano in conto, nell’ottica anche di mantenere relazioni diplomatiche stabili nei principali consessi internazionali.