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De Maio (Fondazione Inarcassa): integrare sicurezza ed efficienza cruciale per un patrimonio edilizio a prova di futuro

22
Dicembre 2025
Di Cesare Girardi

Il rischio sismico in Italia interessa migliaia di edifici ogni anno, per questo occasioni di incontro come la Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica sono così importanti. Quest’anno l’iniziativa – arrivata alla VIII edizione – ha evidenziato la necessità di integrare la prevenzione con l’efficienza energetica. Con l’adozione della Direttiva Green (EPBD IV), l’Italia è chiamata a una profonda trasformazione del patrimonio edilizio, in cui architetti e ingegneri sono chiamati a partecipare, visto il loro ruolo centrale. Sono infatti responsabili della progettazione di soluzioni integrate, cruciali per garantire sia la sicurezza che la sostenibilità del patrimonio edilizio.

Quali ritiene siano i principali ostacoli in Italia per integrare efficacemente questi due interventi? E come possiamo superare queste difficoltà, soprattutto in relazione alle risorse del PNRR e della Direttiva Green?

Innanzitutto integrare interventi di efficientamento energetico e sicurezza sismica, non solo è tecnicamente possibile, ma auspicabile infatti interventi combinati consentono risparmio economico e migliore esecuzione. Inoltre limitando gli interventi al solo efficientamento energetico su un patrimonio a rischio sismico si finirebbe, paradossalmente, per aumentare il valore del costruito a rischio.

L’integrazione degli interventi è spesso legata alla difficoltà operativa di eseguire lavori di rinforzo strutturale spesso invasivi consentendo al contempo l’utilizzo dell’immobile da parte degli occupanti. E’ importante però evidenziare come nel corso della giornata il Prof. Dolce ha presentato uno studio del gruppo di lavoro della Reluis con diverse casistiche di interventi, in grado di integrare efficacemente e con minore impatto le due necessità, conseguendo efficienza energetica e messa in sicurezza sismica; soluzioni efficaci potranno arrivare anche dalla ricerca di nuovi materiali e tecnologie nel campo dell’edilizia, in grado di rispondere ad entrambi le esigenze come ad esempio i cappotti sismici.

È fondamentale il ruolo degli Architetti e ingegneri liberi professionisti, che devono essere messi nelle condizioni di progettare interventi efficaci, sicuri e sostenibili, senza essere ostacolati da continui cambiamenti delle regole. Infine, serve un investimento deciso nella cultura della prevenzione: informare i cittadini, coinvolgere i territori e promuovere una visione politica di lungo periodo. Solo così potremo trasformare le risorse straordinarie oggi disponibili in un’opportunità strutturale per rendere il patrimonio edilizio italiano più sicuro, efficiente e resiliente nel tempo.

Il Superbonus ha avuto un impatto significativo sugli interventi edilizi, ma i dati indicano che solo il 40% di essi ha riguardato le zone ad alto rischio sismico. Cosa pensa di questa disparità e come possiamo incentivare un maggiore coinvolgimento delle aree più a rischio. In che modo la nuova mappatura, presentata durante l’evento, può sostenere tali interventi?

Guardi dai dati Enea emerge che solo il 40% degli interventi ecobonus sono stati realizzati in zone sismiche 1 e 2, quelle a pericolosità alta e media, di questi si stima che appena il 25% sia stato interessato da interventi antisismici L’esperienza del Superbonus insegna, quindi, che le politiche di riqualificazione del patrimonio edilizio non sempre sono state efficaci, laddove non hanno risposto, come dovuto, a questa duplice esigenza. E’ quindi necessario intervenire nelle aree a maggiore rischio sismico proprio attraverso una programmazione degli interventi integrati laddove possibile.

In questo senso la Direttiva EPBD IV (Green) può essere anche una grande opportunità, perché prevede una ristrutturazione profonda del patrimonio edilizio ai fini della prestazione energetica. Durante l’evento abbiamo presentato una mappatura, che per la prima volta risponde ad una logica integrata di entrambe le esigenze, uno strumento quindi che risponde appieno alle previsioni della Direttiva Green.

Questa mappatura, che ora include anche dati sull’efficienza energetica, rappresenta un’importante novità. E quali potrebbero essere i benefici per i cittadini e l’ambiente di un approccio integrato alla sicurezza sismica e al risparmio energetico?

Auspichiamo che la Politica, nella redazione delle norme che regoleranno gli interventi sul patrimonio edilizio, inclusi quelli in applicazione della Direttiva green consideri il contesto territoriale e i rischi ad esso connessi; preveda l’ obbligo di interventi integrati di efficientamento energetico e di riduzione del rischio sismico; tenga in considerazione una pianificazione degli interventi sul costruito. I benefici per cittadini e ambiente sarebbero evidenti: dal più tangibile e immediato risparmio energetico, che ciascun cittadino legge in bolletta, occorre aggiungere gli effetti benefici della prevenzione sismica, in un Paese come il nostro dove i terremoti degli ultimi 60 anni hanno causato 5100 morti e sono costati alla collettività oltre 4 mld all’anno.

Il tema della rigenerazione urbana, che coniuga sicurezza sismica e sostenibilità energetica, è di grande attualità. In che modo la Fondazione Inarcassa si inserisce in questo processo di trasformazione delle città italiane? Cosa può fare per promuovere una visione di città resilienti e sostenibili?

Fondazione Inarcassa, considera la rigenerazione urbana uno dei pilastri strategici su cui costruire il futuro delle nostre città. Non si tratta solo di riqualificare edifici o spazi degradati, ma di ripensare il modello urbano in chiave di sicurezza, sostenibilità e inclusione. Fondazione Inarcassa si inserisce in questo processo innanzitutto promuovendo una cultura della progettazione di qualità. Attraverso studi, ricerche e momenti di confronto, come RE-Urb giornata della Rigenerazione Urbana che abbiamo tenuto a Marzo a Torino, con istituzioni e mondo accademico, sosteniamo una visione integrata della rigenerazione urbana, in cui sicurezza sismica, efficienza energetica, qualità architettonica e attenzione al contesto sociale procedono insieme.

Un secondo ambito fondamentale in cui operiamo è il supporto ai professionisti. Ingegneri e architetti sono gli attori chiave della trasformazione delle città: per questo la Fondazione lavora per valorizzarne il ruolo, favorendo l’aggiornamento delle competenze, la diffusione delle buone pratiche e l’accesso a strumenti formativi ed informativi che permettano di affrontare progetti complessi, in coerenza con i principi della sostenibilità ambientale attraverso corsi specifici sui Criteri Ambientali Minimi e principio DNSH.

La Fondazione Inarcassa svolge poi un’importante funzione di stimolo e proposta nei confronti delle politiche pubbliche. Crediamo in una rigenerazione urbana programmata, non episodica, capace di superare la logica degli interventi frammentati. Per questo, attraverso le nostre relazioni istituzionali, sosteniamo politiche stabili e di lungo periodo che incentivino interventi integrati.

Qual è, secondo lei, il ruolo fondamentale che architetti e ingegneri devono assumere nella progettazione di soluzioni integrate per la prevenzione sismica e l’efficienza energetica? Quali competenze e conoscenze sono indispensabili per affrontare con successo questa sfida, e come possono i professionisti aggiornarsi e prepararsi per rispondere alle esigenze di una trasformazione così complessa del patrimonio edilizio?

Gli architetti e ingegneri hanno oggi un ruolo centrale e insostituibile nella trasformazione del patrimonio edilizio italiano. La prevenzione sismica e l’efficienza energetica non possono più essere affrontate come ambiti separati: richiedono una visione unitaria, che solo una progettazione consapevole e multidisciplinare è in grado di garantire. Accanto alle solide conoscenze strutturali e impiantistiche, servono competenze in ambito energetico, materiali innovativi, sostenibilità ambientale, analisi del ciclo di vita, oltre a una buona padronanza degli strumenti digitali, come il BIM e le tecnologie di simulazione. Sempre più importante è anche la capacità di lavorare in team interdisciplinari e di dialogare con le istituzioni, i committenti e i cittadini. Un altro aspetto chiave è l’aggiornamento continuo. La rapida evoluzione normativa, tecnologica e scientifica impone ai professionisti un percorso costante di formazione. In questo senso, la Fondazione Inarcassa sostiene e promuove iniziative di formazione qualificata, momenti di confronto e diffusione delle buone pratiche, perché investire sulle competenze significa investire sulla qualità e sulla sicurezza del costruito.