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La forza di Forza Italia

13
Dicembre 2025
Di Redazione

C’è un movimento sotterraneo, ma sempre più percepibile, all’interno di Forza Italia. Un partito che, dati alla mano, sembra attraversare la stagione post-berlusconiana con maggiore vitalità di quanto molti avessero previsto. 
Il segretario Antonio Tajani ha mantenuto saldamente il timone, garantendo continuità e affidabilità, ma attorno a lui si muovono vecchie e nuove energie, narrazioni e protagonisti.

Il primo nome da citare è quello di Roberto Occhiuto. Presidente della Regione Calabria e volto sempre più presente nel dibattito nazionale, Occhiuto sta costruendo, a piccoli passi, un profilo da leader. 
La recente vittoria alle regionali – con margini ben oltre le aspettative – è un segnale chiaro: non solo tiene salda una regione chiave del Sud, ma si accredita anche come amministratore efficiente, dialogante e capace di far valere le ragioni del Mezzogiorno nel centrodestra. 
Il suo attivismo, sia nelle uscite pubbliche che nelle dinamiche di partito, non passa inosservato, e Forza Italia potrebbe ritrovarsi con un candidato naturale per giocare partite più grandi.

In parallelo, si fa sempre più visibile (e costruita) la presenza politica di Pier Silvio Berlusconi. 
Ufficialmente fuori dalla politica, ma sempre più vicino al modello paterno, Pier Silvio sta lavorando con cura alla costruzione del proprio personaggio pubblico. 
La differenza è evidente: via il pizzetto (mai troppo amato da Silvio), dentro la firma e il volto negli spot natalizi di Mediaset che inondano i palinsesti, in un’operazione che unisce azienda, racconto familiare e posizionamento simbolico. 
Le presentazioni dei palinsesti si trasformano sempre più in un ibrido tra convention aziendale e evento politico, con un tono che mescola Grande Fratello e Giorgia Meloni, Temptation Island e nuove leve di Forza Italia. 
I suoi commenti si estendono ben oltre l’ambito televisivo, toccando i temi del dibattito pubblico e intercettando un bisogno di leadership rassicurante, popolare ma autorevole. Il tutto con quella postura sobria, manageriale e familiare che ha scelto come cifra personale.

In questo quadro, Antonio Tajani resta la figura centrale. 
Non solo come segretario politico, ma come vero e proprio architrave della coalizione di governo. Come profondo garante della tenuta istituzionale, il ministro degli Esteri rassicura alcune cancellerie europee e riequilibra le punte più radicali dell’alleanza. 
Tajani non alza i toni, non cerca il clamore, ma mantiene quella postura sobria e diplomatica che rende Forza Italia ancora una forza necessaria all’interno del governo Meloni. La sua abilità nel tenere unito il partito, nel gestire le ambizioni interne e nel parlare il linguaggio dell’establishment contribuisce a tenere unita la maggioranza con così pochi scossoni.

Forza Italia, insomma, non è (più) solo il partito del “dopo Berlusconi”. È un soggetto politico che sta cercando una nuova fisionomia, tra continuità e rinnovamento. Occhiuto, Pier Silvio, Tajani: tre volti, tre livelli, tre possibili traiettorie. 
E il partito, che per anni è sembrato in apnea, oggi respira. Piano, ma con decisione.