Salute

Operation Smile, le cure non si sono mai fermate

13
Settembre 2020
Di Valentina Ricci

A causa della pandemia scaturita dal Covid19 abbiamo toccato con mano l’emergenza sanitaria che ha colpito severamente l’Italia e messo a dura prova la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale. Basti pensare alle difficoltà incontrate, all’interno degli ospedali, nelle sale parto in fase uno. Per questo motivo è facile credere che la chirurgia non emergenziale, soprattutto durante il lockdown, ha subìto rallentamenti e rinvii. Interi reparti sono stati accorpati e molti operatori sanitari reindirizzati verso i reparti Covid 19, creando così disagi e allungando le liste di attesa.

La Fondazione Operation Smile Italia Onlus con i suoi medici e addetti si è schierata in prima linea per affrontare l’emergenza, supportando il personale medico e le strutture ospedaliere sia in Italia che all’estero. Come? con corsi di formazione e webinar, fornendo a tutta la rete dei rapporti internazionali della Casa Madre indicazioni sia per la gestione clinica della fase di emergenza e, soprattutto, progettando percorsi covid-free per la sicurezza di pazienti, senza tralasciare parenti ed operatori sanitari.

Grazie alla rete delle Smile House, la Fondazione Operation Smile Italia Onlus, ha continuato ad assistere con tempestività e sicurezza i pazienti e le loro famiglie, anche a distanza. I Centri Smile House di Roma, Milano e Vicenza nella prima fase dell’emergenza sono stati anche loro costretti a sospendere le attività chirurgiche. Tuttavia, quando le condizioni di sicurezza e le linee guida indicate per la riduzione del rischio di contagio sono state rese operative, l’attività operatoria è ripresa, recuperando almeno parte delle liste di attesa nel mese di agosto.

Sempre nel periodo di lockdown, la Fondazione si è adoperata per implementare l’organizzazione delle Smile House per la cura in sicurezza della labiopalatoschisi. Ha intrapreso programmi di formazione professionale a supporto della costituenda rete assistenziale, e approfondito alcuni temi della ricerca clinica nel settore. Le capacità assistenziali, di formazione professionale e di ricerca scientifica, unitamente agli obiettivi di prontezza, continuità e distribuzione territoriale, fanno del modello SMILE HOUSE una best practice di livello internazionale per il trattamento della patologia, in grado di essere replicata in tutti i paesi in cui l’organizzazione Operation Smile international è attiva.

Il Dottor Domenico Scopelliti, Vicepresidente del Comitato Scientifico della Fondazione Operation Smile e Direttore dell’UOC di Chirurgia Maxillo-Facciale all’Ospedale San Filippo Neri di Roma, ha optato per una soluzione operativa che garantisce le migliori cure ai bambini nati con malformazioni al volto ispirandosi a tempestività, qualità e sicurezza.

“Grazie al modello Smile House in Italia Operation Smile segue le famiglie e i pazienti affetti da labiopalatoschisi con un protocollo di cure specialistiche che vanno dal periodo gestazionale, dove è già possibile effettuare una diagnosi prenatale, fino al pieno sviluppo psico-fisico dei pazienti, intorno ai 20 anni di età. Non è solo la chirurgia a risolvere la malformazione”, ha dichiarato Scopelliti, “I bambini operati entro il primo anno di vita, anche in modo eccellente, a tre anni sembra abbiano risolto tutti i loro problemi. Ma che ne sappiamo che succede quando arrivano ad essere adulti? Quanti di loro parlano in modo corretto o comprensibile? quanti hanno avuto uno sviluppo armonico del loro volto? Quanti di loro hanno un lavoro, una famiglia, una vita normale? Che conseguenze psicologiche ha determinato la malformazione a fine crescita? La patologia sarà veramente corretta in modo appropriato solo se otterremo a fine crescita l’integrazione sociale del paziente.”

L’esperienza maturata in seno all’Organizzazione Internazionale, in oltre 60 paesi, ha dato modo alla Fondazione Operation Smile Italia Onlus di sviluppare il modello assistenziale Smile House che, ad oggi, risolve sia il problema di tempismo e continuità delle cure necessarie, che di percorsi di controllo del rischio infettivo garantendo qualità e sicurezza.

Photo Credits: Margherita Mirabella

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