Salute

Bioneers, l’Italia col Belgio per fare breccia nel biotech

01
Dicembre 2022
Di Daniele Bernardi

Fare squadra nel biotech, il settore delle biotecnologie, cooperando. È questa l’idea di “Bioneers – tracing new routes for human health”, il programma triennale di collaborazione tecnologica tra Italia e Belgio che è stato presentato lo scorso 22 novembre a Roma presso l’Ambasciata del Belgio in Italia, “sponsor” dell’evento è Galapagos, azienda farmaceutica dal passaporto belga.

Il termine Bioneers nasce dalla fusione di due parole “biotech” e “pioneers” (pionieri), pionieri nell’innovazione in campo medico. L’obiettivo è infatti quello di incrementare la partnership tra questi due paesi per migliorare e sviluppare la ricerca scientifica nel settore delle biotecnologie e soprattutto del biopharma.

«Oggi lanciamo il progetto Bioneers – ha detto Alberto Avaltroni, CEO di Galapagos in Italia – un progetto triennale che ha come obiettivo finale quello di mettere attorno a un tavolo gli stakeholders a parlare di innovazione, intesa come innovazione nella ricerca scientifica, nella medicina digitale e nelle biotecnologie medicali attraverso lo studio e l’analisi di modelli virtuosi di innovazione in questi campi e che abbiano l’obiettivo finale di migliorare la qualità di vita del paziente e allungarne la durata. Abbiamo avuto la fortuna di trovare nell’ambasciata belga un partner istituzionale che ha sposato in pieno questa iniziativa».

Il progetto punta le proprie forze soprattutto su una partnership pubblico-privato, tra l’azienda, Galapagos, e l’Ambasciata del Belgio. Ma non solo, come afferma Avaltroni, «tutto questo non lo faremo da soli: i protagonisti saranno le istituzioni, le università, le fondazioni, le società scientifiche che metteranno il loro know-how al centro del tavolo di discussione, convinti che questo tipo di collaborazione pubblico-privato sia un reale valore aggiunto per quanto riguarda il sistema salute Italia».

Il Belgio è uno dei paesi che negli ultimi anni ha investito maggiormente nel settore del biopharma, le biotecnologie applicate al campo medico e farmaceutico, quello belga è infatti il primo mercato azionario in Europa nel settore. L’Italia da questo punto di vista deve recuperare un po’ di terreno, come spiega Stefano Da Empoli, presidente di I-Com, «un nodo critico nel panorama innovativo italiano è il coinvolgimento del finanziamento privato tramite capitale di rischio», seppur il dato del 2021 mostri una crescita del 97% rispetto all’anno precedente. «Il Belgio, al contrario, ha investito molto in innovazione e ricerca negli ultimi anni e sono convinto che dalla collaborazione fra i nostri due Paesi si possano generare occasioni di sviluppo economico e culturale» sono state appunto le parole di Pierre Emmanuel De Bauw, ambasciatore del Belgio in Italia.

Nel corso dell’evento di presentazione del programma Bioneers, sono stati premiati la professoressa Maria Rescigno della Humanitas University, il professor Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, e il professor Giuseppe Ippolito, direttore Ricerca e Innovazione presso il Ministero della Salute. All’evento è stata invitata anche Agenas (l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), responsabile nazionale per la Sanità Digitale, cui è stato chiesto di premiare sei progetti di Digital Health. «In questi due anni – ha spiegato Domenico Mantoan, direttore generale di Agenas – credo siano stati fatti molti progressi, nel senso di fare delle regole ben precise. È uscito recentemente il primo decreto interministeriale proposto dall’Agenzia di Sanità Digitale e tra poco uscirà il secondo dove verranno indicate le linee guida tecniche per organizzare la telemedicina a domicilio». Poi, riguardo le sei aziende premiate: «Ci sono le prime aziende in Italia che hanno recepito il D.M.77, hanno capito la filosofia della telemedicina e hanno cominciato a modificare l’organizzazione delle proprie USL. Stasera premiamo i primi progetti che sono in linea con questa filosofia».

Questa delle imprese biopharma è un’occasione particolarmente speciale per l’Italia che, sulla scia del Belgio, potrebbe colmare le proprie lacune e inserirsi in un mercato in crescita: i prodotti biotecnologici, infatti, entro il 2026 costituiranno, secondo le stime, oltre il 50% delle vendite del settore farmaceutico. Speriamo di non lasciar sfuggire questa occasione.