Politica

Renzi rilancia larga alleanza di Centrosinistra

14
Novembre 2017
Di Redazione

Una coalizione dai centristi alla sinistra comprendendo Campo Progressista, i Radicali, i Verdi, i Socialisti e l'Idv. E' lo schema della coalizione "larga" che Matteo Renzi mette sul piatto della Direzione. Una direzione dalla quale il Pd esce unito, rafforzato e con alcune certezze in più: nessun voto contrario all'ordine del giorno Guerini-Martina. Ha votato anche Gianni Cuperlo, che sembra in procinto di lasciare il partito e, a differenza di altri, non ricandidarsi. Spicca la decisione di Orlando e dei suoi di astenersi. Nell'area del Guardasigilli si parla di passi in avanti da parte di Renzi ma non sufficienti e soprattutto andranno verificati nelle prossime settimane.

Nei giorni scorsi è intervenuto Veltroni. Si aspetta la presa di posizione del padre nobile Romano Prodi, invocato da più parti come un possibile 'federatore' dell'area di centrosinistra. Ha detto la sua anche Enrico Letta. Franceschini ha a lungo applaudito l'intervento del segretario, anche Emiliano si è convinto a dire sì. La direzione è stata preparata con cura, attraverso un lavoro per far emergere l'unità del Pd.

Nel suo discorso Renzi si è detto disposto a dialogare con tutti “senza veti né paletti”. Ha più volte ribadito il concetto che “chi vuole rompere non troverà nessuna sponda nel Pd. Non si può pretendere di rinnegare quello che è stato fatto in questi anni. Chi si esercita in abiure non si ricorda come stava il Paese tre anni fa". Difesa quindi del jobs act e dell'operato di Minniti. L’ex premier ha sgombrato il campo anche da equivoci: "Mai pensato di voler fare il Macron", ora "serve uno sforzo unitario, a partire dal sottoscritto", "occorre lavorare in tempi stretti per una coalizione larga", "si puo' fare di piu' e meglio. Facciamolo insieme", "siamo disponibili a trovare punti equilibrio sulla manovra" e "a ragionare sui grandi temi con chi e' andato via", "vogliamo la legge sullo ius soli a prescindere da Mdp". Tutte frasi pronunciate per lanciare un messaggio di compattezza del partito "perche' se ci dividiamo scendiamo nei sondaggi". Perfino l'appello a coadiuvarlo nel suo lavoro di leader dem: "Molti mi hanno detto che ero un uomo solo al comando, allora invito tutti a darmi una mano In modo particolare a chi ha maggiore autorevolezza con la sinistra e penso a Fassino". L'invito rivolto dal segretario Pd alla direzione è quello di guardare avanti: "La sfida è il futuro e il futuro è una pagina totalmente bianca da scrivere. O la scriviamo noi o la destra".

Ma poche per il momento le aperture arrivate al segretario dem. Qualcuno in Campo progressista apprezza i toni usati dall'ex premier ma – si sottolinea – "non c'è nessuna discontinuità. Renzi continua a dire di aver fatto tutto bene…". Porta chiusa anche da parte di Mdp. "Le chiacchiere stanno a zero. E troppo tardi. Non si torna indietro neppure se dovesse lasciare Renzi", mette a verbale Bersani. Il progetto "alternativo" al Pd va avanti, vede il presidente Grasso come il principale punto di riferimento anche per la nettezza dei giudizi espressi nei confronti delle politiche del partito democratico. "Sara' una forza autonoma e indipendente – ribadiscono gli ex dem -. Si pentiranno ad aver detto no al voto disgiunto". 

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