Politica

Presentata la Fondazione Giulia Cecchettin: “Promuoverà cambiamento attraverso empowerment”

18
Novembre 2024
Di Ilaria Donatio

“È un’emozione incredibile, a distanza di un anno dalla notizia che era mancata la mia Giulia, far nascere qualcosa”. Gino Cecchettin è visibilmente emozionato nel presentare la Fondazione Giulia Cecchettin: “La nascita della Fondazione è stata ispirata alla vita di Giulia e all’amore che provo per lei”, ha aggiunto. Ma l’eccezionalità di questo padre che tutta Italia ha conosciuto per la forza e la lucidità con cui ha reagito all’omicidio della figlia Giulia – insieme agli altri figli, Elena e Davide – sta tutta in questa frase: “Non possiamo cambiare gli eventi già accaduti, possiamo cambiare la nostra risposta ad essi”.

La presentazione 
La Fondazione Giulia Cecchettin e i suoi programmi sono stati presentati stamane, alla Sala della Regina della Camera dei Deputati, a Palazzo Montecitorio. L’evento, che è stato anche l’occasione per introdurre i progetti che la Fondazione attiverà nel 2025, si è aperto con l’indirizzo di saluto di Giorgio Mulè, Vice Presidente della Camera dei Deputati e il contributo video di Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito

Mulè: Fondazione, testimonianza tangibile di impegno per promuovere una comunità realmente inclusiva
“Oggi iniziamo da Giulia per quel doveroso riconoscimento alla memoria che vuole essere insieme un segnale forte per l’intero Paese dell’impegno che le istituzioni italiane pongono nella promozione della parità di genere e nella lotta alla violenza”. Così il vicepresidente della Camera dei Deputati Giorgio Mulè che sottolinea come “nelle azioni di papà Gino” si veda quanto sia stato reale “quell’intendimento di trasformare il dolore in una forza positiva e incisiva per la società. Oggi la fondazione è testimonianza tangibile di quell’impegno per promuovere una comunità realmente inclusiva e capace di prevenire e contrastare ogni forma di violenza di genere”, ha concluso Mulè.

Valditara, lotta ideologica a patriarcato non risolve violenza
“La possibilità libera e non discriminata di avere varie opportunità di realizzazione personale e professionale, è un obiettivo fondamentale di chi crede nei valori della dignità di ogni persona. E per perseguirlo abbiamo di fronte due strade: una è concreta e ispirata ai valori costituzionali, l’altra è la cultura ideologica. In genere i percorsi ideologici non mirano mai a risolvere i problemi, ma ad affermare una personale visione del mondo. E la visione ideologica è quella che vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, in un videomessaggio, pur sottolineando come nel nostro Paese ci siano ancora “residui di maschilismo, di machismo, che vanno combattuti e che portano a considerare la donna come un oggetto”. “È dunque una battaglia culturale e parte innanzitutto dalla scuola”, ha concluso Valditara. 

E sulle parole del ministro, Gino Cecchettin ha dichiarato che “ci sono dei valori condivisi” ma “altri sui quali dovremo confrontarci”. E che “la violenza di genere è un fallimento collettivo di una cultura che tollera spesso il silenzio, ognuno di noi ha un ruolo da giocare e questo richiede impegno e coraggio. Insieme possiamo trasformare la tragedia in speranza”.

Per la Fondazione, insieme al presidente Gino Cecchettin sono intervenute anche la tesoriera Anna Fasano, presidente Banca Etica, e la nuotatrice Federica Pellegrini.

Fasano (Banca Etica): “Correggere il rapporto tra donne e denaro
In Italia, il 37% delle donne non è titolare di un conto corrente; il 40% non ha un’autonomia finanziaria e, di queste ultime, il 49% denuncia di essere soggetta a violenza economica. Sono le cifre che la presidente di Banca Etica, Anna Fasano, snocciola in premessa e che la portano a dire che “qualcosa è stato fatto ma è ancora troppo poco”. Un rapporto, quello tra le donne e il denaro, dice Fasano, che dovrebbe diventare più “libero e consapevole” e a questo scopo potrebbero essere utili “percorsi didattici rivolti ai giovanissimi”.

Pellegrini: Fondazione, progetto incredibile
“È stato bellissimo essere contattata da Gino per far parte di questo progetto incredibile, per mettere davvero qualcosa di concreto e positivo e fare dei passi avanti. Diciamo che la tragedia di Giulia mi ha colpito tantissimo anche perché ero negli ultimi mesi della mia gravidanza, quindi ti immedesimi in quello che ha dovuto vivere la famiglia di Giulia”. Lo ha detto l’atleta Federica Pellegrini che ha aggiunto: “Sarebbe bello poter dire non accadrà mai più, in realtà c’è tanto lavoro in mezzo da fare” e questa Fondazione è un “progetto incredibile” su cui puntare per combattere la violenza di genere tramite l’educazione e la sensibilizzazione, ha concluso la nuotatrice.

Biemmi (Uni Firenze): a valle di stereotipi, alcune inadepienze della scuola
Irene Biemmi è docente di Pedagogia di genere all’Università di Firenze: una disciplina ancora poco diffusa nelle Università e che si occupa di formare le maestre delle scuole primarie a scardinare una serie di stereotipi per evitare che siano trasmessi ai più piccoli. 

“Il genere è un costrutto socio-culturale da cui, storicamente, sono derivati ruoli e opportunità – per gli uomini e per le donne – che nulla hanno a che fare con la biologia: differenze che non si fondano su un piano di uguaglianza”, ha spiegato Biemmi che ha anche evidenziato come esistano diverse “inampienze da parte della scuola che hanno, di fatto, perpetuato alcuni retaggi sessisti”. Innanzi tutto, i “libri di testo” che hanno cristallizzato il “ruolo subalterno delle donne”. Poi la “segregazione formativa di genere”: la scuola, argomenta Biemmi, “tende a incalanare maschi e femmine, tendenzialmente, secondo modalità tradizionali”: i maschi verso le materie STEM e le femmine verso quelle umanistiche. Infine, conclude Biemmi, manca la “formazione della futura classe docente su pari opprtunità e abbattimento degli stereotipi”. 

Gli obiettivi generali della Fondazione 
La Fondazione si pone degli obiettivi molto ambiziosi. In particolare: Sviluppo di programmi educativi e di sensibilizzazione sulla violenza di genere per scuole e famiglie. Percorsi formativi per il mondo del lavoro, volti a promuovere pratiche di diversity management e a contrastare le molestie. Istituzione di borse di studio per studentesse in corsi STEM e premi di merito per progetti di ricerca e creativi in ricordo di Giulia. Attività di studio e ricerca per comprendere le cause e le conseguenze della violenza di genere e sviluppare interventi efficaci. Collaborazione con il mondo dell’informazione per migliorare la narrazione della violenza di genere e ridurre il fenomeno della vittimizzazione secondaria. 

Il “Progetto Educativo: Prevenzione e Sensibilizzazione alla Violenza di Genere” 
Il primo progetto cui sta lavorando la Fondazione, che prenderà avvio già nei prossimi mesi, si propone di promuovere un cambiamento delle dimensioni strutturali e culturali alla base della violenza di genere attraverso la prevenzione, la formazione e l’empowerment. Azioni concrete coinvolgeranno scuole, famiglie, comunità e i professionisti che operano a contatto con le vittime di violenza, e saranno condotte in rete con altri soggetti. In particolare, saranno attivati programmi educativi e sensibilizzazione nelle scuole e nella comunità per la prevenzione della violenza di genere; formazione per operatori socio-sanitari, forze dell’ordine, e personale giudiziario; progetti di educazione socio-affettiva nelle scuole e nei luoghi di aggregazione. Per le donne e le ragazze, azioni di empowerment economico, sociale e politico e percorsi di consapevolezza e autonomia; per  donne in situazioni di rischio, counselling e accompagnamento, consulenza psicologica, assistenza legale e orientamento sociale.

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