Politica

Passa il Dl Ministeri. Cosa prevede e cosa è successo nella votazione alla Camera

06
Dicembre 2022
Di Giampiero Cinelli

La notizia non è tanto l’approvazione del Dl Ministeri da parte della Camera, questa è la cronaca, quanto le continue prove di dialogo tra maggioranza e Terzo Polo. Anche oggi, infatti, è andato in scena un nuovo capitolo della “love story” tra il centrodestra e quella che Letta, provocatoriamente, definisce la “stampella del governo”, il partito di Renzi e Calenda. L’ordine del giorno del Terzo Polo sulla riduzione del numero dei magistrati fuori ruolo presentato alla Camera sul Dl ministeri è passato con il voto della maggioranza, il no del M5S e l’astensione di Pd e Avs (184 sì, 43 no, 67 astenuti). Il testo, di Roberto Giachetti e Enrico Costa, impegna il governo “ad operare una significativa riduzione del numero di magistrati fuori ruolo presso il ministero della Giustizia, con particolare riferimento a quelli che svolgono funzioni amministrative e alle posizioni per le quali non è tassativamente richiesta dalla legge la qualifica di magistrato”.

Per quanto concerne la cronaca, l’aula della Camera ha approvato il Dl Ministeri, in prima lettura parlamentare: 164 voti favorevoli, 2 astenuti e 131 contrari. Il provvedimento passa ora al Senato (scade il 10 gennaio 2023).

In particolare il Dl modifica la denominazione dei ministeri dello Sviluppo economico in Imprese e del made in Italy; delle Politiche agricole alimentari e forestali in Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste; della Transizione ecologica in Ambiente e della sicurezza energetica; dell’Istruzione in Istruzione e del merito. Mentre quello delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili riassume la denominazione di ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.

Il decreto prevede anche che il servizio centrale del Pnrr del Ministero del’Economia operi a supporto del Ministro per le politiche Europee, della coesione territoriale, del Sud e del Pnrr.

Sono stati istituiti inoltre il Comitato interministeriale per il made in Italy nel mondo (Cimim), con il compito di indirizzare e coordinare le strategie in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese italiane, la Struttura di supporto e tutela dei diritti delle imprese e il Comitato interministeriale per le politiche del mare (Cipom). Si diminuisce da 50 a 25 milioni di euro il valore soglia degli interventi strategici per i quali il ministero delle imprese e del made in Italy si può sostituire ad altre amministrazioni inadempienti.

Il testo prevede inoltre che Sace consulti preventivamente, oltre che i ministeri dell’Economia e degli Esteri, anche quello delle Imprese per le decisioni aziendali rilevanti ai fini dell’ attuazione delle misure di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese, con particolare riferimento all’assunzione di impegni e al recupero dei crediti.

In ultimo un intervento anche sulle funzioni di Governo dell’Autorità delegata ai servizi di informazione, prevedendo che il soggetto ad essa preposto possa esercitare anche le funzioni di sottosegretario di Stato alla Presidenza del consiglio dei ministri, con funzioni di segretario del medesimo Consiglio.