Politica

Leopolda al via, dal 2010 è cambiato tutto. Per Renzi è merito della Leopolda

08
Marzo 2024
Di Giampiero Cinelli

La prima edizione della Leopolda si chiamava “Prossima fermata Italia”, si svolgeva tra il 5 e il 7 novembre 2010 e Matteo Renzi si faceva affiancare da Giuseppe Civati. Uno era sindaco di Firenze, l’altro consigliere regionale della Lombardia, entrambi chiedevano un forte rinnovamento del Partito Democratico. La “rottamazione”, come la chiamava il primo cittadino, sembrava un’ondata destinata ad abbattersi e ad inaugurare una stagione nuova della Seconda Repubblica. Quattordici anni dopo, aprendo oggi un’altra Leopolda, Renzi può dire di aver rottamato sicuramente Civati, di averlo fatto solo apparentemente con Letta, Bersani e D’Alema, e di dover risalire la china in una fase politica in cui non sembra più essere ago della bilancia.

Italia Viva soffre
Era infatti riuscito a propiziare l’avvento di Mario Draghi, da lui stimatissimo, togliendo l’appoggio al governo Conte, dimostrando di saper influenzare ancora la politica, ma il suo progetto di un’area di centro si è sgretolata, con Elly Schlein non sembra avere sintonia, lei continua a guardare più alla sponda grillina anche se fu Renzi a candidarla alle europee. Oltre a questo, l’ex premier dovrà dire al pubblico di Firenze che la lista unitaria per le elezioni europee formata da Italia Viva, Azione, +Europa e Psi molto probabilmente non si farà, per i dubbi di Calenda. I partiti confluiranno in Renew Europe ma da soli avranno meno vantaggi. E così per Italia Viva sarà arduo superare la soglia di sbarramento del 4% prevista per la composizione del Parlamento di Bruxelles.

Il programma
L’idea di un influente partito di centro con chiara ispirazione liberal resta comunque l’idea di Matteo Renzi, e si riflette soprattutto nei temi del programma di questa Leopolda, con inizio alle 21. «Aprirà Lucia Annibali, subito dopo Matteo Renzi accompagnerà sul palco il padre di Ilaria Salis, rivolgendo un appello a Meloni: senza rispetto dello stato di diritto l’Italia in Europa dovrebbe impegnarsi a smettere di pagare Viktor Orban. E ancora, ci sarà Nasim Eshqi, l’alpinista iraniana che lotta per i diritti delle donne contro il regime, Andrée Ruth Shammah, regista teatrale, Emilia Rossatti, campionessa di scherma che ha rinunciato alla vittoria per fair play, Francesca Cavallo, autrice di ‘storie della buonanotte per bambine ribelli’. E ancora, Rita Bernardini, presidente di Nessuno tocchi Caino, Stefania Saccardi, candidata a sindaco di Firenze, Ermelinda Campani, professoressa dell’Università di Stanford che tratterà il tema della cancel culture, la professoressa Paola Piomboni, presidente della Scuola di medicina dell’Università di Siena, Lisa Noja, consigliera regionale in Lombardia», comunica il partito.

Lotta di posizione a Firenze
Italia Viva può davvero costituire un perno utile sia a destra (quella moderata) che a sinistra? Il primo esperimento forse alle comunali di Firenze in programma a giugno, in cui Italia Viva sostiene una sua candidata, Stefania Saccardi, ora vicepresidente della Regione Toscana, e non contempla una coalizione con il Pd, pur senza escludere un’intesa post voto. Stessa cosa però potrebbe accadere nel caso della vittoria del candidato di centrodestra. Pare che la strategia serva come segnale per far capire al Partito Democratico che è sempre bene tenere in considerazione Italia Viva, se non vuole rischiare un ballottaggio. Ma l’apporto del centro i Dem paiono invece molto più convinti di assicurarselo alle Regionali del prossimo anno sempre in Toscana.

«La Leopolda ha cambiato la politica»
Intanto quello che Renzi vuole far sapere lo scrive sul web, introducendo l’evento suo marchio di fabbrica: «Hanno attaccato la Leopolda eleggendola a simbolo di cattiva politica. I nostri ex compagni di strada hanno chiesto più volte di non fare la Leopolda forse per invidia. E talvolta (sbagliando) li ho pure ascoltati. I nostri PM di fiducia hanno messo nel mirino la Leopolda indagando sulla fondazione Open e oggi possiamo dire a voce alta – dopo le sentenze della Cassazione e della Corte Costituzionale – che noi abbiamo rispettato tutte le leggi, i PM invece no. Hanno cercato di distruggere la Leopolda ma questi giorni dimostrano che siamo più vivi che mai. Talvolta mi domando: ma perché hanno cercato di chiudere la Leopolda? Che paura può fare la Leopolda?”. Poi ha aggiunto di capirli perché “la Leopolda è un luogo più importante di quello che anche noi pensiamo. È un luogo che ha cambiato le forme della politica».