Politica

Migranti, Italia-Albania, il colpo di mano di Meloni divide la stampa

08
Novembre 2023
Di Giampiero Cinelli

Giorgia Meloni rilancia sul tema immigrazione. E con uno scacco matto. Nei giorni scorsi ha infatti firmato un protocollo d’intesa con l’Albania per la gestione dei flussi migratori secondo modalità del tutto inedite. In pratica sarà l’Italia a operare in merito, ma in territorio albanese. Nasceranno due centri, uno nel porto di Shengjin l’altro nell‘area di Gjader. All’interno delle strutture vigerà la giurisdizione italiana e dell’Unione Europea e lavorerà personale da Roma, occupandosi di ingresso, accoglienza e gestione di domande d’asilo. Chi non ne ha diritto verrà allontanato. Nell’applicazione del protocollo non saranno inclusi donne, bambini e persone fragili. L’accordo vale 5 anni, rinnovabili, e si stima costerà all’Italia 16,5 miliardi, anche se nel documento circolato mancano gli allegati. Dunque l’Italia non smette di impiegare le sue risorse economiche ma di fatto sposta le tensioni in un territorio esterno, cercando di sfruttare anche la zona del vicino Adriatico.

I due premier si sono stretti la mano, tutto è concordato. Ciò «rafforza il partenariato strategico tra Italia e Albania e si pone sostanzialmente tre obiettivi: contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari e accogliere in Europa solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale», ha detto Meloni ai media, anche se non è strano osservare le perplessità che si levano da più parti. In primis da Tirana, dove il leader dell’opposizione di centrodestra Agron Gjekmarkaj ha dichiarato: «Nonostante la gratitudine verso l’Italia, per quanto fatto negli ultimi 33 anni a nostro sostegno, noi non siamo ancora pronti ad intraprendere un simile passo. Il governo Meloni è sotto grande pressione per la gestione della crisi, il governo Rama (il presidente albanese) non dovrebbe trasferire in Albania questa crisi». I politici albanesi contrari ne fanno anche un discorso di possibile danno al turismo, siccome i migranti presi si troverebbero in località balneari e poi pongono l’accento sugli interessi nazionali, su un dossier che è stato implementato unilateralmente dal presidente senza coinvolgere i partiti.

Simile il pensiero di Elly Schlein ai microfoni di Radio Capital, secondo la quale l’intesa «sembra in aperta violazione delle norme di diritto internazionale e di diritto europeo». La stessa ha spiegato poi di dover ancora guardare bene il protocollo. Giorgia Meloni ha replicato al segretario Dem osservando che dovrebbe anzi «convincere i suoi alleati nazionalisti europei a condividere l’accoglienza, e non lasciare sola l’Italia».

Infatti proprio dall’esigenza di trovare supporto è stato mosso il governo, in difficoltà nel trovare una quadra con l’Ue, decidendo di fare un patto con un Paese che non è membro dell’Unione, ma solo candidato. Questo aspetto rappresenta sicuramente un elemento di novità e di risolutezza, ma in effetti non può non far porre dei quesiti. I più dubbiosi si sono chiesti se, vista la peculiarità della situazione, i diritti umani verranno rispettati fino in fondo. Il testo siglato consta di 14 articoli e delinea i dettagli del programma, contemplando anche la prassi da adottare negli episodi più delicati come ad esempio i decessi. Tutto sarà gestito secondo la legge italiana ma anche europea e, se vogliamo, sulla scorta di alcuni pareri, possiamo interpretare questa intesa come una cosa non molto diversa da un respingimento in mare con trasferimento in un altro porto sicuro. Tuttavia sono state avanzate obiezioni sulla capacità pratica di emettere atti giudiziari di magistrati italiani (quelli che concernono la gestione dei flussi) aventi effetto all’estero. Forse quindi ci sarà anche un polo giudiziario italiano in Albania.

Meloni non teme su possibili freni da parte delle autorità e ha ribadito a Il Messaggero che l’accordo è «un modello di collaborazione tra Paesi Ue e Paesi extra-Ue sul fronte della gestione dei flussi migratori». Anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha assicurato sull’azione che sarà certamente rispettosa di tutti i parametri, inclusi quelli sanitari ai cui costi baderà esclusivamente l’Italia. Nei centri è inoltre ammessa la presenza di avvocati e ausiliari a beneficio dei migranti.