Politica

Commissione Ue, Fitto verso la conferma della nomina. Lo scenario

18
Settembre 2024
Di Giampiero Cinelli

Le nomine di von der Leyen per la nuova Commissione europea aprono il tema della tenuta della maggioranza e degli equilibri all’interno della stessa. Il baricentro tende chiaramente verso il centrodestra rappresentato dal PPE, che dovrebbe eleggere 14 commissari. I Socialisti di S&D, che esprimono il Presidente del Consiglio Ue Antonio Costa, avranno 6 commissari, formando anch’essi il nucleo, grazie a deleghe importanti come transizione ecologica ed energia. Ma Raffaele Fitto di ECR, l’unico che non fa parte della maggioranza parlamentare, potrebbe essere molto più funzionale alla tenuta del von der Leyen 2 di quanto si pensi.

L’ex ministro italiano, se sarà accettato dopo l’audizione, acquisirà le deleghe alle Politiche di Coesione e alle Riforme, con il ruolo di vicepresidente esecutivo. Significa un’impronta sul PNRR, ma Fitto dovrebbe supervisionare anche l’agricoltura, l’economia del mare, il commercio e i trasporti.

Basterà a dare all’Italia un reale potere? Sicuramente la situazione va vista con favore, anche se non si può ignorare che il portafoglio comprensivo della politica economica dovrebbe spettare a Valdis Dombrovskis, lettone, navigato nelle istituzioni europee e reputato, come si suol dire, un “falco”, cioè più incline al rigore di bilancio.

Se n’è parlato a Largo Chigi, il talk di The Watcher Post, dove tutti gli ospiti hanno concordato sull’ottima possibilità per Raffaele Fitto, il quale certamente dovrà tenere conto dell’interazione, peraltro prevista dal modello amministrativo, con il politico baltico. Le deleghe sono molto buone secondo Nicola Danti di Renew Europe, deputato europeo dal 2014 al 2024, ma lui vede una Commissione sicuramente spostata a destra.

Il PD (dentro S&D) non farà uno sgambetto a Fitto, che dovrà guadagnarsi la nomina in plenaria, ma senza un endorsement esplicito di Elly Schlein, secondo il pronostico di Adolfo Pappalardo, giornalista de Il Mattino, a Largo Chigi. Stesso discorso per Matteo Renzi, membro di Renew, che sul giornale campano ha definito Fitto un rappresentante dell’Italia in sede europea, seppur avversario politico interno. Pare invece che AVS e M5S voteranno contro il commissario italiano.

Il Parlamento non vorrà fare da comparsa e ci si può aspettare un tentativo di respingimento, ad esempio nei confronti del candidato ungherese, che chiederà la delega alla salute – nota Riccardo Pozzi, Head of EU Corporate Affairs di Utopia – e con almeno due respingimenti ci sarà un secondo round di audizioni, con l’insediamento che slitterebbe al prossimo anno. Tuttavia, Pozzi crede che il peso politico di Fitto non creerà problemi all’Italia. Von der Leyen ha dimostrato di essere una politica abile, guadagnando anche più voti rispetto alla tornata precedente, e il suo avvicinamento a Meloni è stato fatto con criterio.

Francesco Giubilei, di Giubilei Regnani Editore, rileva inoltre a Largo Chigi che Raffaele Fitto, prima di lasciare il ministero, ha sistemato alcune questioni che riguardano l’Italia e i fondi europei, come dimostra l’intesa raggiunta con Vincenzo De Luca, che ha firmato assieme a Giorgia Meloni l’accordo per il Fondo di Coesione e Sviluppo. Per Giubilei, il governo ha instaurato un ottimo rapporto con il PPE e bisogna ora assicurarsi che non ci saranno conflitti sulle specifiche deleghe prospettate.

Meno ottimismo, invece, sul progetto di debito comune invocato da Mario Draghi: sembra che von der Leyen abbia espresso scetticismo in merito, e le elezioni tedesche del prossimo anno non depongono a favore di questa idea. Un finanziamento comune forse potrà esserci solo su obiettivi specifici, come fu per il PNRR, riflette Nicola Danti.

La nuova Commissione inaugurerà cinque portafogli che prima non c’erano (Mediterraneo, Difesa e Sicurezza, Commercio e Sicurezza economica), e von der Leyen, assegnando ambiti di difesa ai baltici, ha agito in modo da soddisfare anche le esigenze di Paesi molto attenti alle attuali tensioni belliche, con l’idea di assicurarsi stabilità. Tuttavia, preoccupa i commentatori di Largo Chigi il fatto che la delega al clima andrebbe all’intransigente olandese Wopke Hoekstra.

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