Politica

Draghi è una figura politica. Un riformista Lib-Lab

03
Febbraio 2021
Di Redazione

di Sergio Pizzolante

Si dice che si torna al governo tecnico, che sia questa la sconfitta della politica, un fallimento. 
Tutto vero, ma anche molto sbagliato. 
Che Draghi sia una personalità con grandi capacità tecniche in campo economico, non ci sono discussioni. Che la politica dei Crimi, degli Zingaretti, ma anche delle opposizioni che non offrono alternative politiche, sia fallita, non ci sono dubbi. 


Ma questa non è la politica. Questa è la cattiva politica, con la p molto minuscola. Per certi versi è anche la sconfitta dell’antipolitica. 
Se la politica è promuovere Fraccaro Vicepresidente del Consiglio, Arcuri commissario di tutto, Conte leader massimo supremo, insostituibile, a vita, come in Cina, non è politica, è la politica peggiore possibile. È fallita? È un bene. Ed è un grande evento politico. 
Ci siamo assuefatti al peggio sino a non riuscire più a vedere il meglio. 

Politica è il discorso alto, preciso sino alle virgole, del Presidente Mattarella. 
Il voto? Non si può fare. Non in piena pandemia, non nella fase cruciale del piano di vaccinazione, non nei giorni decisivi per la presentazione del Recovery Plan, in ritardo colpevole di mesi. Punto. 


Si è votato altrove. Controbattono i vatussi del “al voto al voto”. Si, ma non avevano perso tempo sul Recovery, sino a metterlo a rischio, non hanno il 160 per cento di debito pubblico, non erano nella fase cruciale della campagna di vaccinazione e, soprattutto, erano o sono a scadenza naturale. Noi siamo a metà del tempo. E nella Costituzione non c’è scritto che si vota in base ai sondaggi. Punto. 


Quella di Mattarella è la vera politica. La buona politica. Di chi ha la concretezza di saper leggere la realtà e la visione giusta per immaginare il futuro e fare le scelte giuste.  
E siamo a Draghi. 
Draghi è una figura pubblica, politica. 
Di alta politica, non un tecnico, non solo. Alla Monti, per intenderci. Monti era un professore che scriveva sui giornali. Non aveva mai governato nulla. Nemmeno il suo condominio. 


Draghi è stato, dopo molti incarichi che richiedevano competenze tecniche ma anche competenze di gestione strategica, politica, il Presidente della Bce, nel momento della grande crisi finanziaria che poteva uccidere l’Europa. E l’ha salvata. Con una decisione politica. Alta, altissima. Coraggiosa. Tutto quello che sarà necessario per salvare l’Euro. E l’Europa. Disse. E lo fece contro la volontà della Germania. Capito? Non di Fraccaro e Buonafede. Capito. 
E Draghi è un uomo con una storia e una cultura politica, pubblica. 


Ne ha fatto un bel ritratto, politico, tempo fa, Piero Sansonetti. Una personalità pubblica con cultura Lib-Lab ha scritto. Figlio del socialismo radicale di Federico Caffè e delle culture liberali moderne. 
Cioe, un riformismo non statico, che incontra la realtà. Che sa capire quando ci vuole più stato, più spesa pubblica e quando più mercato. E che, ancor meglio, sa cercare  un equilibrio fra uguaglianza e libertà, stato e mercato. 
Buona fortuna a Draghi. E a tutti noi.

 

 

Photo Credits: TPI

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