Politica

Consiglio dell’Ue, intesa storica su norme in materia di asilo e migrazione

09
Giugno 2023
Di Diana Adly

È arrivato nella tarda serata di ieri il via libera per un passo decisivo verso la modernizzazione delle norme dell’Ue in materia di asilo e migrazione. I ministri dell’Interno dei ventisette hanno infatti raggiunto un accordo, definito “storico” da molti funzionari, sul regolamento relativo alla procedura di asilo e sul regolamento in merito alla gestione dell’asilo e della migrazione. Entrambi gli atti legislativi su cui il Consiglio ha raggiunto un orientamento generale fanno parte del Patto sulla migrazione e l’asilo, che consiste in una serie di proposte di riforma delle norme dell’Ue in materia di migrazione e asilo.

L’Italia ha svolto un ruolo decisivo nel raggiungimento di un accordo. Infatti, come spiegato da Politico, mentre giovedì pomeriggio un numero sufficiente di Paesi – tra cui Germania e Francia – aveva aderito all’accordo, una coalizione di circa 10 Stati guidata dall’Italia ha bloccato l’accordo fino a tarda sera. Il via libera di Roma ha quindi consentito ai ministri di concordare una posizione comune con maggioranza qualificata (contrari Polonia e Ungheria, astenuti Malta, Bulgaria, Slovacchia e Lituania).

«Abbiamo avuto una posizione di grande responsabilità, trovando corrispondenza da altri Paesi e ottenendo consenso sulle nostre proposte – ha dichiarato il ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi – riteniamo che sia un giorno in cui parte qualcosa e non sia solo un giorno di arrivo».

Cosa prevede l’accordo

L’accordo modificherebbe sia il modo in cui i richiedenti asilo vengono trattati alla frontiera sia il modo in cui vengono ricollocati in Europa. In particolare, il regolamento sulla procedura d’asilo (APR) stabilisce una procedura comune in tutta l’Ue che gli Stati membri devono seguire quando le persone chiedono protezione internazionale. Razionalizza le disposizioni procedurali (ad esempio, la durata della procedura) e stabilisce standard per i diritti dei richiedenti asilo (ad esempio, il servizio di un interprete o il diritto all’assistenza e alla rappresentanza legale). L’APR introduce anche procedure di frontiera obbligatorie, con lo scopo di valutare rapidamente alle frontiere esterne dell’Ue se le domande sono infondate o inammissibili. Le persone soggette alla procedura di frontiera per l’asilo non sono autorizzate a entrare nel territorio dello Stato membro.

Il secondo regolamento del pacchetto, il regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione (AMMR), dovrebbe sostituire, una volta approvato, l’attuale regolamento di Dublino, che stabilisce le regole che determinano quale Stato membro sia responsabile dell’esame di una domanda di asilo. L’AMMR snellirà queste regole e accorcerà i tempi. Ad esempio, l’attuale complessa procedura di ripresa in carico, volta a trasferire il richiedente asilo allo Stato membro competente per la sua domanda, sarà sostituita da una semplice notifica di ripresa in carico.

Elementi di criticità e aperture

Il processo proposto per il rimpatrio dei richiedenti asilo respinti ha rappresentato l’elemento di maggiore criticità per il raggiungimento dell’accordo. L’Italia avrebbe spinto verso l’ampliamento del numero di Paesi considerati dall’Ue come sufficientemente “sicuri” per i richiedenti asilo respinti. La concessione agli Stati membri di un maggiore margine di manovra per il rimpatrio dei migranti nei Paesi considerati sicuri ha sbloccato l’accordo: i singoli Stati saranno quindi liberi di decidere se un Paese straniero soddisfi o meno i criteri. «L’Italia non ha accettato compensazioni per diventare il luogo di detenzione dei migranti. È una questione di dignità per la nostra storia» ha spiegato il Ministro Piantedosi.

Chiave anche l’annuncio, arrivato sempre nella serata di ieri, della visita della Presidente dell’Esecutivo europeo von der Leyen in Tunisia domenica 11 giugno, che si unirà ai Primi ministri di Italia e Paesi Bassi, Meloni e Rutte. La visita della Presidente della Commissione europea rappresenta la risposta alle richieste di Roma verso un maggiore sostegno da parte dell’Ue alla Tunisia, Paese di origine di un notevole flusso di migranti verso l’Europa.

Prossimi passi

L’intesa sui due regolamenti costituirà la base dei negoziati del Consiglio con il Parlamento europeo. La commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson, considera possibile il raggiungimento di un accordo tra i co-legislatori in tempi brevi: «Non credo che i negoziati nel trilogo tra il Consiglio dell’Ue e il Parlamento europeo saranno molto difficili. La politica migratoria era bloccata in Consiglio dal 2016 e ora abbiamo una posizione negoziale del Consiglio, con una maggioranza molto solida. E la posizione del Parlamento non è lontanissima dalle proposte della Commissione».

La commissaria ha annunciato che i negoziati interistituzionali saranno avviati già sotto la presidenza svedese, quindi nel mese di giugno. Ciò metterebbe l’Ue sulla buona strada per finalizzare l’intero pacchetto prima delle elezioni europee del 2024.