Politica

Colloquio Biden-Putin per stemperare crisi Ucraina

08
Dicembre 2021
Di Alessandro Cozza

Nel giorno della memoria americana per l’attacco subito a Pearl Harbor esattamente 80 anni fa nel quale persero la vita oltre 2400 militari USA, il Presidente Joe Biden, dopo essere andato a visitare il National Pearl Harbor Remembrance Day, ha incontrato in collegamento streaming il Presidente Russo Vladimir Putin. Poco più di due ore di confronto, rigorosamente a porte chiuse, per quello che è stato il quinto colloquio tra i due Presidenti. Questa volta a distanza, con Biden collegato dalla Situation Room della Casa Bianca, e Putin dalla sua residenza di Sochi.

Oggetto principale del confronto tra i due l’incandescente situazione in Ucraina. Sullo sfondo del crescente allarme Usa per l’ammassamento di truppe russe al confine ucraino e l’irritazione di Mosca per le attività militari della Nato sul fianco orientale, il presidente Usa ha annunciato “dure misure economiche e di altro genere” al leader russo, in caso di una escalation militare in Ucraina. Biden non ha parlato direttamente di aiuti militari a Kiev, concentrandosi sulle conseguenze per Mosca di una nuova sfida all’Occidente. Gli Stati Uniti e gli alleati europei hanno lavorato per rafforzare l’esercito ucraino dopo lo shock dell’annessione russa della Crimea nel 2014.

L’Occidente – Mosca lo sa – non ha intenzione d’inviare truppe in un conflitto militare diretto con la Russia e così le opzioni per esercitare reale pressione sul Cremlino rimangono limitate. Secondo i media americani, insieme ai partner europei (in primis Italia, Germania, Francia e Regno Unito, subito sentiti al telefono dal presidente Usa dopo il vertice con Putin) Washington studia un pacchetto di sanzioni che andrebbe a colpire gli oligarchi più vicini a Putin, le banche, e che inoltre prevederebbe anche l’esclusione di Mosca dal circuito Swift per i trasferimenti finanziari su scala globale. Ma lo strumento di leverage che gli Stati Uniti sbandierano con più insistenza è il gasdotto Nord Stream 2, nella cui realizzazione è impegnata in prima linea la Germania.

«La Nato sta facendo pericolosi tentativi di conquistare il territorio ucraino e sta aumentando il suo potenziale militare ai nostri confini» ha detto Putin ribadendo la richiesta, già definita inaccettabile da Washington, di avere garanzie legalmente vincolanti che l’Alleanza atlantica non si allarghi a Est, con l’adesione ucraina, e che non vengano dispiegate armi offensive negli Stati adiacenti alla Federazione. Biden ha comunque lanciato un appello al “ritorno alla diplomazia” sull’Ucraina, probabilmente riferendosi alla convocazione di un incontro del formato Normandia, per Mosca però ormai esauritosi, in quanto Germania e Francia non sono più ritenute in grado di premere su Kiev per il rispetto degli accordi di Minsk del 2015; questi prevedevano il ritiro delle milizie filo-russe dal Donbass in cambio di una maggiore autonomia delle regioni dell’Est, mai realizzata. Il pressing diplomatico per abbassare la tensione è partito: Biden sentirà il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, giovedì, mentre l’Eliseo ha fatto sapere che il presidente francese Emmanuel Macron ha in programma colloquio con Putin e il leader di Kiev per mediare una de-escalation.

Infine, se da una parte il ministero della Difesa ucraino ha accusato la Russia di aver inviato carri armati e squadre di cecchini sulla linea di contatto nell’Ucraina orientale per provocare la risposta delle forze di Kiev e creare il pretesto per una possibile aggressione, dall’altra il Pentagono sta esplorando tutte le opzioni per una potenziale evacuazione di cittadini statunitensi dall’Ucraina se la Russia dovesse invadere il paese.

«Spero che la prossima volta che ci vedremo sarà di persona», con questo augurio di Joe Biden si è chiuso il lungo confronto tra i due Presidenti. Ora non resta che aspettare e affidarsi alla diplomazia dei due paesi per evitare quella che sarebbe un’ incredibile escalation.

Photo Credits: La voce di New York

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