Politica

Cutro al centro dell’Italia e dell’Europa

11
Marzo 2023
Di Beatrice Telesio di Torritto

Il drammatico naufragio che dodici giorni fa ha causato la morte di decine di persone, 73 quelle accertate ad oggi, a largo delle coste di Cutro continua ad essere al centro del dibattito nazionale e a provocare aspre polemiche sul piano politico. Dopo il cordoglio espresso a più riprese dai rappresentati del Governo – anche se non sempre nel modo più opportuno, come dimostra il caso del Ministro Piantedosi – è ora tempo di passare all’azione, «di fare scelte concrete» come suggerisce il Presidente Mattarella sia per assicurarsi che episodi come quello di Cutro non possano più accadere, sia per fare luce su quello che purtroppo è già accaduto.

È probabilmente con questa consapevolezza che il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si è recato martedì in Parlamento per ricostruire le dinamiche della tragedia di Cutro e assolvere l’esecutivo da ogni responsabilità in merito. Il punto centrale della “difesa” di Piantedosi in Aula ha fatto riferimento alla mancata segnalazione da parte di Frontex di una situazione di pericolo, pertanto sarebbe «falso e offensivo» sostenere che il governo abbia impedito di soccorrere i migranti in mare, essendo infatti la responsabilità dell’accaduto da imputare totalmente al comportamento degli scafisti. Maggioranza e governo si sono stretti attorno al Ministro e hanno rinnovato così la fiducia al titolare del Viminale sotto scroscianti applausi sia alla Camera che al Senato.

Aperto, quindi, lo scontro con le opposizioni. Dal PD è emerso l’intervento incendiario di Giuseppe Provenzano secondo cui «il Governo dovrebbe essere indagato per strage colposa», il M5S ha sottolineato l’assenza in Aula del Ministro Salvini mentre Renzi ha rimarcato che l’identità nazionale italiana dovrebbe essere quella di chi «salva vite e non di chi difende i respingimenti». Assente, invece, l’intervento atteso da molti della neo eletta Segretaria dem Elly Schlein che solo pochi giorni prima aveva chiesto le dimissioni del Ministro nel suo primo atto alla Camera da leader del suo partito. Solo successivamente in Transatlantico la Schlein ha sottolineato come il Ministro abbia sprecato un’occasione per far chiarezza, pur ammettendo come «nonostante l’evidente imbarazzo della maggioranza» il Governo si sia ricompattato attorno al Ministro dell’Interno. Una presa d’atto che sembra suggerire, almeno per ora, la mancata volontà di intervenire con una mozione di sfiducia nei confronti di Piantedosi, sapendo bene che, in caso di bocciatura, non farebbe altro che rafforzare la leadership del Ministro.

Pur sottolineando come non sia nei piani del partito fare “passi indietro” sulla vicenda, la nuova leader del PD sembra fare un’opposizione forse più strategica e furba di quella che gli elettori si sarebbero aspettati. Ed è proprio questa che lascia immaginare la possibilità di un dialogo costruttivo tra i due schieramenti a guida femminile, Schlein da una parte e Meloni dall’altra, nella settimana in cui si è celebrata la Giornata internazionale della Donna. Va sottolineato come da questo punto di vista l’anno in corso sia di rilevanza storica, con una donna per la prima volta alla guida del Governo, un’altra alla guida del primo partito di opposizione, una alla presidenza della Corte costituzionale e una al vertice della Cassazione. «Essere donna è un grande vantaggio perché spesso non ci vedono arrivare» ha dichiarato il Premier Meloni citando peraltro proprio la Schlein. Prossimo obiettivo? Quello di nominare una donna Amministratore Delegato di una partecipata statale e, magari, eleggere la prima Presidentessa della Repubblica.

La Meloni, tuttavia, è tornata quasi subito a concentrarsi sulla stabilità del suo governo e sul  provvedimento a tema migranti al centro del Consiglio dei Ministri riunitosi giovedì proprio a Cutro, in attesa dell’indagine investigativa sul naufragio che avrà il compito di stabilire se e cosa eventualmente non ha funzionato a dovere tra i vari Ministeri. La prima ed eccezionale trasferta del Governo ha un’anima particolarmente operativa con il via libera al decreto che punisce severamente scafisti e organizzazioni criminali, introducendo un reato “universale” che sarà perseguito anche fuori dai confini nazionali, e allo stesso tempo semplifica le procedure per favorire l’immigrazione regolare.

Meloni ha sfruttato l’occasione del cdm di Cutro anche per mandare un messaggio forte all’Europa: l’Italia intende fare la sua parte nella partita dell’immigrazione, ma non può farlo da sola e ha bisogno della collaborazione e cooperazione di tutta l’Unione. Dall’altra parte, anche la Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen sembra concordare con la Premier affermando che «quest’ultima tragedia deve servire da invito a raddoppiare la nostra determinazione e portare a soluzioni condivise. La migrazione è una sfida europea – e come tale – richiede una soluzione europea».

Le parole della Presidente von der Leyen arrivano inoltre nella settimana della sua visita negli Stati Uniti per una serie di incontri di alto livello culminati con il colloquio più atteso, quello con il Presidente Joe Biden. Il primo faccia a faccia alla Casa Bianca tra i capi dell’esecutivo europeo e americano porta all’ordine del giorno la discussione in merito all’Inflation Reduction Act (IRA) statunitense, alle sanzioni alla Russia, alle relazioni con la Cina e alla sicurezza economica nelle filiere di approvvigionamento di materie prime fondamentali nel futuro. Le negoziazioni tra Bruxelles e Washington, in corso ormai da settimane, potrebbe così arrivare a un punto di svolta e raggiungere un’intesa di principio su questioni quali manodopera, sostenibilità e non per ultimo l’accesso a materie prime critiche con l’obiettivo di negoziare i testi definitivi in poche settimane. 

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