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23
Febbraio 2024
Di Redazione

Forza Italia celebra oggi e domani il suo Congresso Nazionale per eleggere un Segretario candidato unico e 4 Vicesegretari già concordati internamente da giorni. 

Il massimo del brivido è stato nei giorni scorsi il dibattito su chi dovesse assurgere al rango di Vicesegretario. 

A rappresentare il Sud si sono contesi il posto Roberto Occhiuto (Presidente della Calabria) e Renato Schifani (Presidente della Sicilia). Ha prevalso il primo. 

Meno difficoltà per il rappresentante del Nord, essendo Alberto Cirio l’unico “governatore” azzurro disponibile in tale area geografica. 

Controversa la scelta dell’On. Stefano Benigni, Parlamentare alla prima Legislatura additato come scelta dell’On. Marta Fascina, già compagna del Fondatore, e per questo ritenuto poco meritevole del ruolo. Un dubbio fondato, considerato quanto invece gli altri si siano conquistati con il peso dei loro voti, proprio quelli personali, le importanti cariche che ricoprono o hanno ricoperto in passato. 

Comprensibile e inattaccabile la scelta dell’On. Deborah Bergamini, già collaboratrice di Silvio Berlusconi, manager d’azienda e Parlamentare dalla lunga esperienza. Vogliamo sperare non ci sia alcuna considerazione relativa alla necessaria “quota rosa” dietro la sua scelta. 

Saranno quindi 2 giorni entusiasmanti, ricchi di contenuti come già gli eventi più recenti come le celebrazioni per i 30 anni del partito o l’Assemblea Nazionale. 

Domenica scopriremo se questa ondata di revival avrà portato dei risultati positivi nelle elezioni regionali in Sardegna, primo test politico per una domanda che aleggia da settimane: chi sarà il 2° partito del centrodestra, ancora la Lega o Forza Italia? 

Oppure, in alternativa, qualora non dovessero esserci effetti positivi, potrebbe diventare auspicabile che Forza Italia provi ad essere un vero “laboratorio politico”, quasi un “unicorno” per le dinamiche politiche italiane, ovvero un partito contendibile. 

Dicesi “contendibile”, qualcosa il cui possesso può essere oggetto di disputa. Aggettivo lontano anni luce dalla maggior parte dei partiti che compongono da un trentennio l’arco costituzionale, salvo per il PD.