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Fed, ok al taglio dei tassi e acquisto di titoli del Tesoro

11
Dicembre 2025
Di Giampiero Cinelli

La Federal Reserve ha chiuso il 2025 con un nuovo taglio dei tassi, il terzo consecutivo, portando il costo del denaro nell’intervallo compreso tra il 3,50 e il 3,75 per cento. La decisione del Fomc guidato da Jerome Powell era ampiamente prevista dai mercati, che avevano già scontato una mossa da 25 punti base. Ma il vero segnale politico e finanziario arriva dalla scelta di avviare acquisti mensili di Treasury Bills per circa 40 miliardi di dollari, una misura che gli operatori hanno letto come un sostegno implicito alla liquidità e, per alcuni, come un regalo indiretto al Tesoro Usa in un momento di forte pressione sul mercato obbligazionario.

Powell ha spiegato che il taglio riflette la fase di rallentamento che sta emergendo dal mercato del lavoro e una dinamica dei prezzi ancora superiore al target del 2 per cento. L’inflazione non è più esplosiva, ma la traiettoria discendente resta irregolare. Proprio per questo, la Fed mantiene una linea prudente sul futuro percorso dei tassi. Il nuovo dot plot indica una sola riduzione nel 2026 e un’altra nel 2027, con un tasso di equilibrio stimato intorno al 3 per cento. È un percorso molto meno espansivo di quanto gli investitori vorrebbero intravedere.

La reazione di Wall Street, però, è andata in direzione opposta rispetto alla prudenza mostrata nei grafici interni della banca centrale. Gli operatori hanno letto nel linguaggio di Powell una propensione più morbida, quasi un’apertura a tagli più frequenti se i dati dovessero peggiorare. I listini hanno così ignorato l’indicazione ufficiale della Fed e sfidato apertamente il dot plot, scommettendo che la banca centrale sarà costretta a intervenire più di quanto dichiara.

La decisione non è stata unanime. Nel Fomc c’è chi avrebbe preferito lasciare i tassi fermi e chi, all’estremo opposto, avrebbe voluto una riduzione più aggressiva da 50 punti base. Le divisioni interne riflettono la fragilità del momento: un’economia che rallenta, ma non abbastanza da garantire che l’inflazione sia definitivamente sotto controllo.

Con questo terzo taglio e con la novità degli acquisti di T-Bills, la Fed conclude l’anno segnalando una maggiore disponibilità ad accompagnare l’economia verso una fase meno restrittiva. Ma il quadro resta aperto, e il vero confronto con i mercati si giocherà nel 2026, quando sarà chiaro se le parole di Powell preannunciano una svolta o mascherano solo un altro anno di equilibrio instabile.