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Date al paese un’opposizione credibile

12
Giugno 2023
Di Daniele Capezzone

Elly Schlein ha poco da risentirsi o da reagire piccata – come ha fatto nel weekend – a una battuta di Giorgia Meloni (“Se il nuovo corso del Pd è andare dritti sulla strada che li ha portati alla sconfitta elettorale, non sono nessuno per dirgli di cambiare strategia”). 

La leader del Pd – semmai – farebbe bene ad abituarsi alle durezze della battaglia politica, che di tutta evidenza le sono sconosciute. Finora è stata accompagnata da un coro mediatico osannante, dalla totale assenza di spirito critico nel suo stesso campo politico e culturale, e anzi il suo avvento è stato salutato da un’attesa assolutamente sovradimensionata.

Di più: le è stato perdonato tutto, dall’agenda massimalista allo schiacciamento sulla Cgil, dal linguaggio incomprensibile all’armocromista, inclusi i primi e gravi rovesci elettorali. 

Ora se per caso, in un’intervista, la Presidente del Consiglio lascia cadere una battuta minimamente polemica (e dico minimamente non a caso: si è trattato del minimo sindacale di una polemica politica, e anzi si è avuta l’impressione che la Meloni sia stata clemente, che non abbia voluto sparare sulla croce rossa), non ha senso che la Schlein si risenta e faccia l’offesa. Che farà, allora, quando verranno per lei momenti ancora più difficili?

Non è mio compito dare consigli alla sinistra. Ma, anziché dolersi per uno scambio di battute, quelli del Pd dovrebbero preoccuparsi per il fatto che l’attuale opposizione paia sempre più nettamente fuori partita, non in grado né di impensierire il governo né di avanzare un’agenda alternativa appena credibile. 

È questo il loro compito, se ne sono capaci: assicurare al paese un’opposizione spendibile, robusta, dotata di proposte comprensibili. Se non lo fanno o se non lo faranno in tempi ragionevoli, dovranno temere molto più che una battuta polemica. Dovranno temere un destino di irrilevanza.