Innovazione

Robot ibridi nel futuro della medicina

01
Dicembre 2017
Di Redazione

E' in atto una nuova era tecnologica. Dopo i robot di metallo, di plastica e i soffici, ora arrivano gli ibridi, costruiti assemblando parti artificiali e tessuti biologici. Una ricerca a guida italiana dell'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, pubblicata sulla rivista Science Robotics, ha studiato il fenomeno e ne ha individuato prospettive e potenzialità: queste tecnologie, infatti, sarebbero in grado di adattarsi al corpo umano, solitamente un ambiente ostile, e potrebbero essere utilizzate in ambito ambientale, medico, e lavorativo.

"Tali macchine ibride sono sistemi robotici basati su cellule viventi", ha spiegato Leonardo Ricotti, tra gli autori della ricerca a cui hanno collaborato anche centri di ricerca e universita' di Stati Uniti, Canada e Germania. "Negli ibridi ottenuti finora – ha rilevato Ricotti – sono state 'assemblate' cellule di batteri e insetti, insieme a cellule umane. Questa integrazione tra cellule viventi e robot potra' consentire alle macchine di svolgere con efficacia e successo i compiti per i quali sono state progettate. Abbiamo cercato di imitare i sistemi viventi, affinati da milioni di anni di evoluzione per realizzare robot ibridi in grado di eseguire complessi movimenti in modo sicuro ed efficiente".
 
Tra le possibili applicazioni, senza dubbio, la più affascinante sembrerebbe la miniaturizzazione, che consente ai robot ibridi di ridurre le proprie dimensioni (anche meno di una punta di spillo) per muoversi nel corpo umano e effettuare così interventi chirurgici e diagnosi o per portare i farmaci al posto giusto senza effetti collaterali. "La scommessa di questi ibridi – ha concluso Ricotti – è superare uno dei principali limiti dei sistemi robotici, dato dalla difficoltà di adattarsi a sistemi potenzialmente ostili come il corpo umano, salvaguardando al tempo stesso l'integrità dei tessuti".