Innovazione

Detriti nello spazio, fari puntati sulla missione Clearspace-1

28
Agosto 2023
Di Giampiero Cinelli

Nello spazio, a 660 Km d’altezza dalla superficie terrestre c’è l’adattatore di carico chiamato Vespa, utilizzato nel 2013 nella missione di lancio del razzo Vega di produzione italiana. In base alle rilevazioni della US Space Force attorno al Vespa (che è rimasto intatto) si sono liberati detriti, i quali possono essere pericolosi, probabilmente generati dalla collisione, ad altissima velocitò, con oggetti più piccoli non identificati.

L’adattatore pesa 113 kilogrammi e viene valutato ancora all’interno della sua orbita. Era già stata pianificata la sua rimozione e, nel 2020, la missione è stata affidata dall’Esa agli strumenti progettati dall’azienda svizzera Clearspace-1. Nel 2022 il progetto è divenuto operativo e il lancio che servirà alla rimozione dei detriti è prevista per il 2026. Il costo dell’operazione si aggira attorno ai 26 milioni di euro. Ma le risorse non si fermano qui, perché l’Esa è ben consapevole che la coltre di detriti in orbita è molto vasta e costituirà un problema costante da affrontare, soprattutto se si vuole procedere nell’edificazione di una costellazione di satelliti anche a scopo commerciale.

L’Esa ha affermato nella dichiarazione che era troppo presto per sapere se l’impatto dei detriti avrebbe influenzato la missione ClearSpace-1: «Lo sviluppo della missione ClearSpace-1 continuerà come previsto mentre verranno raccolti ulteriori dati sull’evento. L’Esa e i partner industriali stanno valutando attentamente l’impatto dell’evento sulla missione».

Nei piani dell’Agenzia spaziale europea c’è il piano “Zero Debris”. Il protocollo è stato presentato durante l’Air Show di Parigi lo scorso giugno con il supporto di tre importanti produttori europei di satelliti: Airbus Defence and Space, Ohb e Thales Alenia Space. I dettagli sulla carta devono ancora essere pubblicati, ma l’obiettivo è prevenire la creazione di nuovi detriti nell’orbita terrestre. Il tema è al centro, siccome l’orbita bassa della superficie terrestre sarebbe appunto quella con maggiori detriti e ciò può rendere difficoltosa la realizzazione della cosiddetta “stazione commerciale”, una piattaforma nello spazio dove gli astronauti potranno addirittura sedersi e lavorare. Dell’idea già si è parlato in molti convegni.