In Parlamento

Dl migranti: è scontro in Commissione, sia di merito che ideologico

17
Aprile 2023
Di Giampiero Cinelli

Lo scontro politico si è acceso sul tema migranti. E corre oggi in Senato nella prima Commissione Affari Costituzionali dove si esaminano gli emendamenti del “Dl Cutro”, che dovrà essere convertito in legge entro il 10 maggio. Dopo la proclamazione dello stato di emergenza relativo agli ultimi sbarchi, il testo ha assunto una valenza ancora più forte, con la maggioranza che vorrebbe restringere, se non abolire, la concessione della protezione speciale, ottenere più fondi per i centri di accoglienza e per i centri di rimpatrio. Nello specifico vengono potenziate le possibilità di trasferimento dei migranti per alleggerire gli hotspot e si dispone che la Croce Rossa possa gestire il centro di Lampedusa. Dall’altro lato le opposizioni, decise a contrastare questa linea che ritengono insensata, oltre che «poco umana».

La bagarre

Le prime proposte dell’opposizione sono state tutte respinte, come ad esempio la procedura semplificata sul nulla osta al lavoro per i migranti. Respinti anche i sub-emendamenti al primo maxi emendamento del testo proposto dal governo. Restano però accantonati anche gli emendamenti della Lega sulla protezione speciale, ma il centrodestra ha trovato un accordo unitario sul tema con un articolo a firma Gasparri. Le opposizioni hanno comunque voluto presentare tutte le oltre trecento proposte di modifica, secondo loro non ostruzionistiche ma di merito.

Le diverse impostazioni

La faccenda è così intricata perché sono diverse le interpretazioni sugli effetti dei correttivi. Chi contesta rileva che abolire la protezione speciale potrebbe essere inutile, andando a determinare più irregolari sul territorio se non scattano i rimpatri. Inoltre, l’idea di maggiori respingimenti viene vista come illegittima dal momento che si nega lo stato d’emergenza.

«Non viene smantellato nulla, si va nella direzione opposta, né si smantella il sistema di accoglienza territoriale, gli ex Sprar. Oggi abbiamo 40mila persone nei Sai, che non sono stati smantellati – ha detto il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, parlando a nome del governo in prima Commissione –Lampedusa vive una crisi, quel centro va in emergenza, affidarne la gestione alla Croce Rossa è per garantire migliori misure di accoglienza, ma è una cosa che non viene condivisa, votate contro, vorrei capire il perché», ha concluso rivolto alle opposizioni, che probabilmente credono così si vada in modo surrettizio verso dinamiche utili ai rimpatri.

Raffaella Paita, capogruppo di Azione-Italia Viva, ha rimarcato che «La protezione speciale è un atto di civiltà, cancellare questo istituto è un fatto grave. Il governo vuole fare propaganda». Maurizio Gasparri, diretto interessato, ha risposto così: «L’emendamento sulla stretta della protezione speciale? Io sono il primo firmatario perché con questa protezione speciale si aggiravano le norme. Ad esempio se una persona dice che ha una malattia che non può curare nel suo Paese, io ti do ospitalità in Italia. Ma se quella persona ha il morbillo lo si può curare anche a Tunisi o al Cairo. Più chiaro di così…». La replica a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora. Il senatore di Forza Italia ha poi precisato: «L’emendamento lo abbiamo presentato io, Lisei e Pirovano, e conto che sarà approvato nella seduta di domani o di mercoledì».

Intanto domani a Roma è prevista una manifestazione contro la conversione in legge del decreto il Tavolo Asilo ha organizzato una mobilitazione nazionale a cui hanno aderito sinora circa un centinaio di associazioni e Ong, tra cui Medici Senza Frontiere, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Centro Astalli, Sea Watch, Save the Children, Open Arms, Oxfam Italia.