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Confagricoltura: cibo e politica, l’integrazione europea è importante

15
Giugno 2024
Di Redazione

PUBBLICHIAMO L’ULTIMO CONTRIBUTO DI CESARE TABACCHINI IN OCCASIONE DELL’ASSEMBLEA ELETTIVA DELLO SCORSO 27 MAGGIO. UNA RIFLESSIONE LUCIDA, PREOCCUPATA, MA RIVOLTA SEMPRE AL FUTURO. ALL’EUROPA.​

Lo scorso 27 maggio il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti veniva eletto all’unanimità. Per quella occasione, il nostro compianto collega Cesare Tabacchini aveva elaborato alcuni spunti di riflessione sullo scenario e le difficoltà che l’agricoltura italiana è stata chiamata ad affrontare dopo la crisi pandemica globale. 

Nonostante le numerose sfide, il comparto agricolo ha manifestato una resilienza ineccepibile, lodata dallo stesso Presidente della Repubblica in occasione dell’Assemblea confederale dello scorso dicembre.  Tuttavia, nel periodo trascorso, le sfide sono aumentate di numero ed il settore necessita di nuovi approcci risolutivi.

Nella consapevolezza di queste sfide, l’obiettivo di fondo resta un consolidamento dei rapporti di filiera nel lungo periodo, ragion d’essere che ha portato alla nascita dell’associazione Mediterranea, nonché ad una politica europea più vicina alle istanze delle imprese agricole.

Di seguito, un estratto di quella riflessione, per ricordarlo ancora una volta e perché i suoi pensieri possano essere, anche solo in una minuscola parte, un contributo per il futuro.

Fino al 2019, la principale preoccupazione delle Banche centrali era costituita dalla stagnazione dei prezzi. Per alimentare un ciclo economico stagnante, le banche potevano addirittura ottenere dagli Istituti centrali finanziamenti a tassi negativi. Nel giro di pochi mesi la situazione è radicalmente cambiata.

L’impatto economico della pandemia (i colli di bottiglia che rallentavano il flusso delle merci) e, soprattutto, l’invasione russa dell’Ucraina hanno fortemente accelerato la dinamica dell’inflazione che ha raggiunto livelli senza precedenti. Per arrestare la corsa dei prezzi, anche i tassi di interesse hanno toccato livelli eccezionali. 

L’attività delle imprese è finita inevitabilmente sotto pressione. Pur tra tante difficoltà, la risposta dei nostri imprenditori è stata eccellente. I rifornimenti di cibo non sono mai mancati. Anche il sistema agroalimentare europeo si è rivelato solido e resiliente.

L’aggressione russa all’Ucraina ha avuto due immediate conseguenze. Il tema della sicurezza alimentare è ritornato al centro dell’attenzione nei più importanti consessi politici a livello globale. Il cibo viene utilizzato in alcuni casi come un’arma e come strumento di pressione politica, in particolare nei paesi meno avanzati.

La globalizzazione non è finita, ma sta senz’altro rallentando l’ulteriore avanzata. E’ però saltato il sistema multilaterale di gestione degli scambi basato sulle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio.

La competizione tra Stati Uniti e Cina si basa sulla concessione di generosi sussidi pubblici e sulla protezione delle imprese nazionali. E sullo sfondo c’è sempre il rischio dell’aumento dei dazi.  Lo scenario internazionale è diventato molto più instabile. 

L’Unione europea è in ritardo nella sfida competitiva, come ha messo in evidenza di recente il rapporto curato da Enrico Letta sul mercato unico. L’integrazione europea deve avanzare perché nessuno Stato membro da solo, neppure la Germania, ha la dimensione per giocare un ruolo nella competizione tra le due maggiori economie al mondo.

Dopo le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, dovranno essere decisi i vertici delle Istituzioni e l’attività entrerà nel vivo, a Bruxelles, in autunno. Bilancio pluriennale della UE e riforma della PAC saranno tra i primi dossier allo studio. Le proposte della Commissione saranno presentate alla fine del 2025. Ci attendono nuove sfide.

Il nuovo bilancio pluriennale della UE post 2027 sarà condizionato dall’adesione dell’Ucraina. Per quanto riguarda l’agricoltura, con le regole vigenti l’impatto sarebbe di 100 miliardi di euro nell’arco di sette anni. Circa il doppio di quanto è destinato all’agricoltura italiana. Il bilancio agricolo dell’Unione è vistosamente inadeguato.

L’estensione della PAC all’Ucraina dovrà essere effettiva solo dopo un lungo periodo transitorio. E la nuova PAC dovrà rispondere a quattro esigenze: sicurezza alimentare, protezione dei redditi, diffusione delle innovazioni, sostenibilità. E nella sostenibilità rientra anche il ruolo essenziale svolto dall’agricoltura per la vitalità socio-economica delle aree extraurbane, in collina e montagna.

Sul piano interno, è tornato in vigore il Piano di stabilità e crescita che era stato sospeso a seguito della pandemia. Anche con le modifiche decise a Bruxelles nell’ottica della flessibilità, dovranno essere assunte complicate decisioni di bilancio, a partire dalla manovra per l’anno venturo. Tra minori spese e maggiori entrate serviranno circa 20 miliardi di euro.

Una volta esaurita l’esperienza del Piano nazionale di ripresa e resilienza, la capacità di spesa del bilancio pubblico sarà ridotta in modo significativo. Alcune misure di supporto al nostro settore saranno rimesse in discussione. Siamo senz’altro favorevoli all’emissione di debito comune per sostenere il rilancio della competitività del sistema produttivo dell’Unione. Non è una prospettiva scontata.

Intanto, per la crescita delle nostre imprese dovremo lavorare ancora più intensamente nell’ottica del rafforzamento delle filiere. Obiettivo di fondo, la creazione di un maggiore valore aggiunto a vantaggio di tutte le componenti”. 

Nota settimanale di Confagricoltura.

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