Economia

WTO: scambi commerciali al minimo storico e corsa a ostacoli a 8 per il dopo Azevedo

21
Agosto 2020
Di Redazione

Le Olimpiadi sono rinviate al 2021, ma si sta già correndo la finale mondiale dei 110 mt a ostacoli per la poltrona di nuovo Direttore Generale del WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio). Le corsie sono 8 proprio quante saranno a Tokio il prossimo anno, il pronostico è incerto e l'emergenza globale da Covid19 ha automaticamente alzato il livello degli ostacoli tanto da sconvolgere anche le regole della campagna elettorale. 

Addio road show, dunque, unico spazio di propaganda personale fino al prossimo 7 settembre gli incontri virtuali. E conseguente azzeramento dei vantaggi di chi ha a disposizione i budget di spesa più corposi. E' bagarre.

Le sfide che attendono il Direttore Generale che prenderà il posto del dimissionario Azevedo sono molteplici: non solo ricostruire  la reputation dell'organismo internazionale inficiata dai ripetuti attacchi dell'amministrazione Trump, ma soprattutto far ripartire gli scambi commerciali internazionali (il trade) che proprio ieri hanno fatto segnare il minimo storico (rif II Trimestre 2020) a quota 84,5 punti. Un buio pesto con sparuti sprazzi di luce: "Ulteriori indicatori segnalano un parziale miglioramento della situazione relativa a scambi internazionali e produzione nel terzo trimestre", si legge nella nota WTO. Che poi però continua: "L'entità di un'eventuale ripresa resta molto incerta: non si esclude una traiettoria a L piuttosto che a V". Una vera sentenza sul futuro, nonché un monito serio per il nuovo Direttore Generale alle porte.   

I candidati

Mohammed Maziad Al Tuwaijri (Arabia Saudita) economista internazionale e ministro uscente dell'Economia e della Pianificazione 

Amina Mohamed (Kenya) runner-up durante l'elezione di Azevedo

Abel-Hamid Mamdouh (Egitto) ha già lavorato al WTO e crede nel suo ritorno al ruolo di negoziatore internazionale

Ngozi Okonjo-Iweala (Nigeria) è stata la numero due della Banca Mondiale

Tudor Ulianovschi (Moldavia) è il più giovane tra i candidati e punta sull'innovazione; tecnicamente è europeo, ma non risulta appoggiato da Paesi significativi

Yoo Myung-Hee (Corea del Sud) terza donna e unico candidato asiatico

Jesus Seade Kuri (Messico) unico candidato americano è per metà Libanese è fortemente critico verso l'amministrazione Trump e punta 

Liam Fox (Regno Unito) ha sfruttato l'incapacità dell'Unione europea di esprimere un candidato comunitario. E' l'unico candidato europeo ma è a favore della Brexit

Considerazioni

Basta dare uno sguardo ai blocchi di partenza per capire che sarà una gara che potrà terminare solo dopo attento studio del foto-finish. Al WTO le cariche per tradizione si assegnano per rotazione continentale, e questo renderebbe la vita molto più difficile al messicano Kuri (l'uscente Azevedo è brasiliano). I candidati Africani sono tre, e questo matematicamente li depotenzia tutti perché il fiume del consenso internazionale sul Continente favorito alla vigilia rischia di dividersi in torrenti con una portata d'acqua minore. L'Africa come l'Unione europea non è stata in grado di esprimere un candidato unico, e questo certamente avrà un peso, forse decisivo. Tra le donne in corsa due sono africane, e quindi col motore a pieni giri rimarrebbe per esclusione la sud coreana Myung-Hee, in un ragionamento legato al genere. Va ricordato che a capo del WTO non è mai stata eletta una donna, e il momento di basso dell'organizzazione spingerebbe a una scelta più di rottura rispetto alla tradizione. Ma la Hee è sud coreana, e sembra più una candidata messa in campo per dare fastidio al peso della Cina nell'elezione finale che una potenziale vincitrice. La Cina, infatti, gode di un vantaggio congiunturale rispetto agli Stati Uniti in termini di peso sulla competizione, visto che da quando è stato eletto Trump gli USA hanno aspramente criticato il WTO fino a rendere innocuo il Comitato interno all'Organizzazione che si occupa delle dispute commerciali, sospendendo le nomine di propria competenza. Lo stesso ragionamento sulla mancanza di compattezza africana vale per l'Europa. L'Unione europea non è stata in grado di esprimere un candidato, e la notizia è che a quanto risulta non appoggerà in modo compatto né il candidato pro-Brexit, Liam Fox, né il moldavo Ulianovschi. Quest'ultimo è da considerarsi con le chance più basse tra gli 8 in corsa per motivi sia di età anagrafica sia di inesperienza internazionale di livello. Discorso molto diverso per il candidato saudita Al Tuwaijri. Anzitutto va considerato che il Medio Oriente a differenza dell'Africa e dell'Unione europea ha espresso un candidato unico. Al Tuwaijri ha notevole esperienza internazionale e potrebbe ottenere almeno parte del frastagliato consenso europeo.

Manca poco allo sparo dello starter. E i bookmaker sono in grande difficoltà. Per chi vince al momento gli oneri superano gli onori, e serve come il pane una persona all'altezza della situazione.

 

 

Paolo Bozzacchi

 

 

Photo credits: The Economic Times