Economia

Le pulci a…Guerra sul bilancio di genere

20
Ottobre 2020
Di Redazione

Le pulci del The Watcher Post oggi sono dedicate all’audizione della Sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra, alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, sulla sperimentazione dell’adozione di un bilancio di genere riferita all’esercizio finanziario 2019.

La Sottosegretaria apre l’audizione premettendo che il Recovery Plan è un’occasione da non perdere per iniziare a sanare le diseguaglianze di genere che sono state descritte nella Relazione. Disparità relative al mercato del lavoro con strumenti come il potenziamento dei servizi di cura e di asili nido, ha aggiunto: "È intenzione del Governo prevedere che i processi di definizione e successiva valutazione dei “Piani nazionali di ripresa e resilienza”, collegati all’uso delle risorse del Recovery Fund, includano il più possibile valutazioni degli impatti di genere, accanto a quelli già previsti per la transizione ecologica e la trasformazione digitale. Questa scelta dovrebbe favorire la costruzione di indicatori disaggregati di genere, da utilizzare, anche in futuro, nella valutazione sia ex ante che ex post di tutte le politiche pubbliche. Affinchè gli obiettivi dell’uguaglianza di genere siano presi in carico in tutti gli interventi settoriali e a tutti i livelli di governo, compresi quelli che non determinano oneri aggiuntivi per il bilancio pubblico".

Maria Cecilia Guerra specifica che l’Italia, pur avendo fatto grandi passi, rimane comunque ultima sul lavoro all’interno dell’Unione Europea. Per questo motivo, dati alla mano, illustra le percentuali in crescita e non: “Sul fronte della qualità del lavoro appare in crescita la percentuale di donne che lavorano in part-time (32,9% nel 2019), involontario nel 60,8% dei casi. Al contempo, anche se la percentuale di donne laureate sia maggiore rispetto a quella degli uomini, più di una donna su quattro (26,5%) è sovraistruita rispetto al proprio impiego e, tra le donne, è particolarmente alta l'incidenza di lavori dipendenti con bassa paga (11,5%, contro 7,9% per gli uomini). Analizzando la partecipazione al mercato del lavoro delle donne nella fascia di età 25-49 anni si rileva un forte gap occupazionale (74,3%) tra le donne con figli in età prescolare e le donne senza figli, uno dei sintomi più evidenti delle difficoltà di conciliare vita lavorativa e vita professionale per le donne. Allarmanti sono i dati dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro sulle dimissioni e risoluzioni consensuali che ci segnalano un fortissimo divario di genere: le dimissioni volontarie coinvolgono le madri nel 73% dei casi. La motivazione più ricorrente (almeno un terzo dei casi) è l'impossibilità di conciliare l'occupazione con il lavoro di cura, soprattutto in assenza di reti familiari di supporto".

La Sottosegretaria inoltre si è soffermata sulla situazione drammatica che caratterizza i servizi socio-educativi per l’infanzia. I dati riportano una percentuale di bambini presi in carico da parte di asili nido pubblici pari al 12,5% nel 2017, inoltre sul fronte dei congedi parentali è in aumento il numero dei padri che ne usufruiscono (63mila nel 2019) ma rimane inferiore in maniera significativa rispetto al numero delle madri (233mila).

Alla luce della pandemia la Guerra sottolinea l’occasione irripetibile costituita dal pacchetto Next Generation EU: "L‘uso di queste risorse per la riprogettazione e il potenziamento dei servizi pubblici di cura, attraverso investimenti pubblici può produrre impatti positivi attraverso tre canali: la maggiore domanda di lavoro in un settore – quello della cura – ove è più alta la presenza femminile (politica di stimolo alla domanda di lavoro femminile); l’alleggerimento dei carichi di cura tradizionalmente gestiti nella sfera familiare, che stimolerebbe una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro (politica di conciliazione vita-lavoro e stimolo all’offerta di lavoro femminile); la riduzione dei forti divari di opportunità di cura ed educazione che caratterizzano il nostro Paese e che sono alla base dei processi di riproduzione e ampliamento delle disuguaglianze sociali, economiche e territoriali (politica di contrasto delle disuguaglianze)".

Inoltre viene affrontata l’eterogeneità dei servizi per la prima infanzia sul territorio nazionale (soprattutto per il Mezzogiorno) e il tema della violenza di genere (31,5% delle donne ha subito violenze secondo dati Istat) dovuto a squilibri di potere e al radicamento di stereotipi che assegnano ruoli in nome di una naturale propensione. La Sottosegretaria, infine, ha fatto menzione di normative di forzatura, come le Quote Rosa, che hanno rilevanti impatti di genere e per questo specifica che il Rapporto è un bilancio consuntivo che necessita l’apporto di un bilancio preventivo.

 

Le domande poste alla Sottosegretaria Guerra e le relative risposte:

Prende la parola il senatore Errani (Misto): “Dati alla mano possiamo affrontare la questione del lavoro in cui c’è necessità di costruire nuove leggi per il problema di genere? E’ indispensabile – aggiunge il senatore – una riforma del welfare del Paese ma questi dati danno risposte più significative: come si spostano le spese correnti su questi servizi?”. Maria Cecilia Guerra risponde: “Il punto è: la maternità comporta che la donna rischi di perdere il lavoro, con le forme contrattuali che si sono diffuse, come il lavoro a termine. È un problema serissimo che ci deve interessare, ed è necessario fare in merito un'ulteriore riflessione". Poi aggiunge in merito al secondo argomento: "Nella legge di bilancio abbiamo previsto un finanziamento aggiuntivo per il fondo perequativo per gli enti comunali specificatamente per la spesa sociale per raggiungere in tutto il paese degli standard con forte impronta di riequilibrio dei servizi sociali di welfare”.

La senatrice Conzatti (Misto) specifica: “Non abbiamo un luogo per poter discutere delle politiche di genere, credo che uno strumento come l’Osservatorio sia necessario per sopperire a questa grave situazione insieme ad un metodo strutturato”. La Sottosegretaria concorda: “C’è necessità di trasversalità tra Parlamento e Governo soprattutto per la violenza, credo che per migliorare le politiche serva un punto di coordinamento anche per i temi collegati”.

Interviene l’Onorevole Comaroli (Lega): “Ci sono pochi asili nido e, per molte famiglie, non sono accessibili”. Maria Cecilia Guerra risponde: “Nella legge di bilancio è previsto un sostegno monetario con stanziamento di risorse aggiuntive, come l’assegno unico, per potenziare un intervento necessario”.

Dell’Olio (senatore M5S) pone una riflessione: “Credo che non stiamo lavorando in maniera adeguata, inseguiremo una parità che non raggiungeremo perché si parla di libertà della donna quando in realtà dovremmo riequilibrare. C’è bisogno – specifica il senatore – di aumentare la presenza delle donne nelle istituzioni”. La risposta della Guerra: “Dobbiamo stare attenti ed evitare di considerare le donne una categoria, le donne non sono una categoria da tutelare, c'è il problema di fondo di rivedere la struttura del lavoro e della gestione familiare. Sicuramente l'introduzione di norme di pari opportunità nelle leggi elettorali ha agevolato la quota di donne nelle assemblee elettive. Quindi sicuramente l'introduzione delle pari opportunità, che non vuole dire solo le quote rosa ma anche nella formazione delle liste, è essenziale anche nelle leggi elettorali regionali". 

Prende parola il Presidente della Commissione Bilancio Pesco (M5S): “L’educazione è uno strumento importante, c’è l’ipotesi di guardare a progetti per ‘insegnare’ la parità di genere?”. La Sottosegretaria precisa: “La formazione per l’istruzione ha una problematica di attuazione, si fa fatica a portare questa attenzione perché la questione è già a norma (Legge sulla violenza di genere nel 2013, Legge Buona scuola) ma troviamo resistenze fortissime perché la paura è che dietro si possano nascondere diverse ideologie”.

Maria Cecilia Guerra conclude rispondendo ad un appunto posto dall’Onorevole Fassina (LEU): “Fondamentale l’assegno unico per i figli, ma bisogna focalizzarsi sui servizi”. La risposta: "L'assegno unico per il nucleo familiare – che la legge di Bilancio 2021 introdurrà da luglio 2021 – è fondamentale perché elimina delle radicali iniquità che ci sono oggi con i vari assegni. Ad esempio l'attuale assegno per carichi familiari non va ai lavoratori autonomi, anche se la differenza tra autonomi e dipendenti è ormai sempre più sfumato; le detrazioni per i figli a carico non vanno a tutti gli incapienti. E’ ora di andare verso un assegno universale c’è bisogno di rafforzare questo strumento".

 

 

Nicolò Marcon

 

 

Photo Credits: Felicità Pubblica