Economia

Finanza sostenibile: è boom e bisogna mettere ordine

22
Settembre 2020
Di Redazione

La sostenibilità non è più un semplice fiore all'occhiello. E' diventata un'ottima opportunità di investimento dai rendimenti interessanti. E a quanto pare col new normal post-Covid19 lo sarà sempre di più.

Dal 2014 al 2019 le emissioni di Green Bond in Italia sono più che decuplicate, passando da mezzo miliardo di euro ai 5,8 miliardi del 2019 (fonte PWC su dati Borsa Italiana). E l'Italia è stabilmente nella Top10 globale di questa speciale classifica.

Il boom della finanza verde non sta affatto rallentando. Lo sottolineano i risultati dell'analisi indipendente di CFS Rating che ha analizzato le performance dei principali cinque fondi comuni a disposizione degli investitori italiani dai portafogli con prevalenza di aziende che rispettano i criteri ESG (Environmental, Social and Governance).

Ebbene, i risultati in termini di profitto sono sorprendenti. Volano soprattutto gli azionari. Sugli scudi in particolare Bnp Paribas Disruptive Technology, che negli ultimi 3 anni è cresciuto del 96,4% e Candriam Equity L Robotics & Innovative Technology con +59,6%. Anche da inizio 2020 (leggi pandemia), il tasso medio dei fondi che investono sulla sostenibilità si è mantenuto ben oltre il 20%.

Numeri che fanno gola a molti, ma che possono anche dare alla testa. I criteri ESG potrebbero non bastare più, visti gli assembramenti all'ingresso. Tanto che Bruxelles per mettere ordine ha allo studio un Piano UE per la Finanza Sostenibile, che al primo punto ha quello di creare nuovi standard, definendo una tassonomia per classificare le attività economiche ecosostenibili, e di conseguenza abbia funzione di linea guida per chi ha allo studio la messa punto di prodotti finanziari.

In pieno lockdown il Gruppo di Esperti Tecnici incaricato dalla Commissione europea (Technical Expert Group – TEG) ha presentato il nuovo progetto di tessonomia. E' incentrata sull'ambiente, e include tra le attività classificate come ecosostenibili quelle che soddisfano almeno uno dei seguenti obiettivi e non impattano negativamente sugli altri:

– protezione della biodiversità

– prevenzione inquinamento

– economia circolare

– uso sostenibile dell'acqua

– adattamento al cambiamento climatico

– mitigazione cambiamenti climatici (riduzione gas serra)

Le aziende possono dunque usare la tassonomia per autovalutarsi in termini di sostenibilità e tracciare percorsi di sviluppo capaci di renderle più attrattive sui mercati finanziari.

Il fiore all'occhiello si è già trasformato in pianta dai fiori con petali dorati.

 

 

Paolo Bozzacchi

 

 

 

photo credits: MUFG EMEA