Economia

Export, nel 2023 previsioni in crescita nonostante le crisi

26
Dicembre 2023
Di Giampiero Cinelli

Nonostante l’anno che volge al termine sia stato caratterizzato da crisi interazionali e da un livello di inflazione alto, le previsioni sull’export italiano 2023 sono sorridenti. A riprova del fatto che, in questa fase storica ancor più che nel passato, la capacità delle imprese italiane di vendere all’estero è un fattore trainante la nostra economia, riuscendo a bilanciare le asimmetrie interne sulla produttività e sugli investimenti.

I numeri

Si è trattato comunque di un anno altalenante, che ha costretto gli esperti a rivedere le stime fatte nella prima metà dell’anno. Come spiega all’Agenzia Nova il presidente dell’Ice Matteo Zoppas: «Il 2023 è iniziato con positività, seguendo la scia del 2022, anno in cui il valore delle esportazioni di beni e servizi dall’Italia verso i mercati esteri è salito a 626 miliardi, superando i 485 miliardi del 2019 e consolidando una significativa crescita nonostante la pandemia, conflitti bellici e le loro conseguenze, tra cui anche l’inflazione. Nonostante questi ostacoli – ha sottolineato – il Made in Italy è aumentato sia a valore sia a volume». La tendenza positiva registrata nei primi mesi dell’anno «si è invertita però da aprile quando è iniziato un comportamento molto volatile delle esportazioni, caratterizzato da un trend negativo con valori che ad ottobre esprimono il cumulato gennaio-ottobre a un +1,2% sullo stesso periodo dell’anno precedente».

La previsione

Di conseguenza, ha affermato Zoppas, «se dovessimo tracciare una linea con il trend espresso ad ottobre, il 2023 potrebbe chiudere, a meno di sorprese, con una forbice tra i 630-635 miliardi». Di conseguenza la sua riflessione: «Ormai il carattere volatile rende complesso l’esito di queste previsioni. Vi sono fattori macroeconomici e geopolitici determinanti negativi (soprattutto sul 2024) come il forte rallentamento della Germania, un mercato che nel 2022 ha rappresentato circa 80 miliardi delle nostre esportazioni, pari a oltre il 10%. Conforta almeno che, anche grazie al lavoro del governo, vi è un rallentamento dell’inflazione del carrello».

Le opportunità commerciali dell’economia sostanibile

Matteo Zoppas ha fatto notare come «oggi ci si sta concentrando su mercati di interesse strategico come i Balcani e i mercati nordafricani. Questi mercati potrebbero offrire opportunità significative, specialmente per le produzioni tecnologiche legate alla sostenibilità.

Infatti anche Sace, la società pubblica specializzata nel supporto alle imprese, a giugno aveva analizzato i flussi internazionali dei beni ambientali, in cui rientrano i «beni connessi alla protezione dell’ambiente – come ad esempio i convertitori catalitici per veicoli – e quelli adattati per essere più rispettosi dell’ambiente o “più puliti”, come biocarburanti, batterie senza mercurio e auto ibride ed elettriche». Questo settore di mercato è atteso in crescita nel 2023.

Le geografie dell’export

Sace in un report pubblicato questo mese ha sottolineato l’importanza strategica della regione dell’Asia Pacifico, che «si è confermata anche nel 2023 la più dinamica a livello globale per le nostre vendite, trainate dall’eccezionale performance dei beni intermedi, mentre per il prossimo triennio si prevede un incremento più contenuto (+3,9% in media), in linea con le aspettative di un moderato rallentamento della crescita della regione. E se l’export italiano in Cina raggiungerà i 23 miliardi nel 2024 (+3,4%), l’India si confermerà un mercato dal grande potenziale grazie alla buona dinamica dei nostri beni d’investimento che beneficeranno degli sviluppi nel settore manifatturiero e nella transizione energetica. Anche il Vietnam rimane una delle geografie più promettenti nell’area (export italiano +5,6% nel 2024 e + 8,8% in media nel 2025-26), grazie al continuo aumento dei flussi di investimenti esteri diretti verso il settore manifatturiero incentivati dalle politiche governative, oltre che dal posizionamento strategico del Paese nelle catene di fornitura regionali».

Il quadro regionale

Oltre a Ice e Sace, a dicembre importanti dati sono arrivati anche da Istat, che ha esaminato l’export ripartito tra regioni, nei primi nove mesi dell’anno. Pure l’Istituto nazionale di statistica ha rilevato un contesto disomogeneo e in movimento. Nella nota del bollettino si legge: «Nel primi nove mesi del 2023, l’aumento dell’export nazionale è sintesi di dinamiche territorialmente molto diverse: la forte crescita per il Sud – diffusa a quasi tutte le regioni – è trainata principalmente dalle maggiori vendite della Campania, in particolare di prodotti farmaceutici; la crescita per il Nord-ovest deriva soprattutto dalle maggiori vendite di autoveicoli del Piemonte; mentre la flessione per il Centro si deve in particolare alle minori esportazioni di prodotti farmaceutici di Marche e Lazio e, quella più ampia per le Isole, alla contrazione delle vendite di prodotti della raffinazione».