Cultura

Speciale G20: cosa pensa del G20 uno studente Saudita che sta diventando medico in Italia

01
Novembre 2021
Di Redazione
 
 

Ogni leader un medico, un paramedico. La foto dei Grandi della Terra al G20 di Roma ha fatto il giro del mondo non solo perché rappresentativa dei 20 più grandi Paesi, ma, soprattutto, perché ha reso i leader più vicini a chi sta combattendo in prima linea la battaglia della pandemia. Una sorta di ringraziamento verso una categoria tornata di moda, attraente. Un modo per sentire l’intero Pianeta unito. Dalla presidenza Saudita a quella italiana e la prossima sarà indonesiana. Un giro del mondo per il G20. Ma cosa pensa chi sta studiando medicina in Italia di questo meeting? L’abbiamo chiesto a Abdulkarim Omar Abduljawad, specializzando in Neurologia all’Università di Pavia.. 

Cosa ti ha dato e cosa ti sta dando l’Italia?

L’Italia mi ha dato tantissimo. Ho trascorso 10 anni della mia vita in Italia, ed è in Italia che sono maturato, mi sono formato e ho coronato il mio sogno di diventare un medico, nel Paese dove è nata la prima università di medicina. L’Italia mi ha insegnato a scoprire la bellezza anche delle piccole cose quotidiane e ad essere felice vivendo la vita di tutti i giorni. Ho imparato che non ti rende felice ciò che fai, ma con chi lo stai facendo. E’ grazie all’Italia che sono la persona di oggi. 

La Presidenza 2020 Saudita del G20 si è svolta durante l’anno più nero della pandemia da Covid-19. Come ha reagito secondo te l’Arabia Saudita all’emergenza e come si è impegnata nella lotta alla pandemia?

Già con l’epidemia da MERS-CoV nel 2012 l’Arabia Saudita ha dimostrato di saper tenere sotto controllo e ben gestire situazioni del genere. Da quell’esperienza il Paese ha messo a punto un sistema di allerta e prontezza di adozione di misure che è stato molto utile nella gestione del Covid-19. L’Arabia Saudita ha imposto una serie di misure molto rigide di contenimento dei movimenti sociali e degli assembramenti (anche religiosi), anche prima della comparsa del primo caso nel Paese. Basti pensare che la Grande Moschea della Mecca ha riaperto ai pellegrinaggi senza distanziamento solo nei giorni scorsi, dopo oltre 20 mesi di chiusura e contingentamenti.

Le recenti iniziative green sia Saudite che mediorientali, dal punto di vista di un giovane studente, che importanza hanno per il Paese e per la regione, nell’ambito della Saudi Vision 2030 e qual è la tua valutazione della scelta del Regno di costruire un’economia sempre più sostenibile e indipendente dal petrolio?

La Saudi Green Initiative è molto importante per la sostenibilità ambientale dell’Arabia Saudita. E’ un progetto davvero ambizioso, perché prevede la piantumazione di ben 10 miliardi di alberi nei prossimi decenni. E lo stesso vale per la Middle East Green Initiative che migliorerà la sostenibilità ambientale di tutta la regione. La Saudi Green Initiative prevede poi anche di aumentare il livello delle zone protette nel Paese fino al 30% territorio e soprattutto di portare al 50% il livello dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. Siamo fortunati a vivere quest’epoca.


Raccontaci quali aspetti sociali, culturali o tradizionali della cultura Saudita porteresti in Italia e viceversa. 

Mi piacerebbe che il menù della colazione italiana (buonissima) fosse arricchito con i datteri arabi. Si abbinano bene al gusto dolce del primo pasto quotidiano e danno un boost energetico unico (sono ricchi di glicemia) che aiuta il risveglio cerebrale dal sonno e aiuta ad iniziare carichi la giornata.  


E quali aspetti della cultura italiana vorresti portare in Arabia Saudita?

Mi piace molto il fatto che le persone in Italia si muovano molto camminando a piedi o andando in bicicletta. L’uso della bicicletta nella routine quotidiana per andare a scuola, al lavoro, a fare la spesa o semplicemente spostarsi potrebbe essere un’ottima idea anche per la vita quotidiana Saudita.  


Può il calcio rappresentare uno strumento di avvicinamento delle persone e delle culture?

Assolutamente sì, perché il legame che crea il calcio non è un semplice  avvicinamento tra le persone. Il calcio riesce a creare empatia e legami forti, situazioni di condivisione tra le persone. L’emozione e la passione che lo sport riesce a trasmettere sono uniche. Le iniziative di collaborazione con la serie A sono preziose in questo senso.

Photo Credits: Eco di Pavia