Ambiente / Trasporti
Trasporto su gomma, dieci anni dopo: più digitale, più verde, più competitivo
Di Ilaria Donatio
(Articolo pubblicato su L’Economista, inserto de Il Riformista)
Dieci anni fa, nessuno avrebbe scommesso che il trasporto su gomma potesse diventare una leva strategica per la mobilità del futuro. Eppure, grazie alla liberalizzazione del 2014, il settore degli autobus a lunga percorrenza ha conosciuto una profonda trasformazione: da comparto residuale a segmento competitivo, digitale, sostenibile. Un cambiamento che ha investito l’intero ecosistema della mobilità collettiva, generando effetti economici significativi.
Secondo l’analisi del Politecnico di Milano – laboratorio TRASPOL – il nuovo assetto regolatorio ha prodotto benefici tangibili: i prezzi reali sono calati del 15% tra il 2016 e il 2024, la copertura territoriale si è ampliata fino a raggiungere aree prima escluse dai flussi interurbani e la domanda ha retto anche dopo lo shock pandemico. Oggi viaggiare in autobus costa, in media, il 30-70% in meno rispetto all’Alta Velocità ferroviaria, con tariffe che oscillano tra i 7 e gli 8 centesimi al km. La concorrenza ha spinto gli operatori a modernizzare flotte e servizi, ma anche a ripensare il modello economico su basi più efficienti.
La spinta alla digitalizzazione ha giocato un ruolo cruciale. Sistemi di prenotazione online, biglietti elettronici, tracciamento dei mezzi, assistenza via app: l’autobus si è trasformato in un prodotto smart, capace di intercettare le esigenze di una clientela giovane e connessa. Questo ha inciso sulla qualità percepita, ma anche sulla produttività: riducendo i costi operativi, le aziende hanno potuto investire in nuovi collegamenti e migliorare la marginalità. Alcuni operatori sono diventati veri e propri travel tech, integrando analisi dati, marketing algoritmico e modelli di pricing dinamico.
Un esempio emblematico è quello di FlixBus, che in dieci anni ha contribuito a svecchiare l’immagine del trasporto su gomma. «Il settore è più integrato e attento alla qualità del servizio» ha dichiarato Andrea Incondi, vicepresidente di Flix per il Sud Europa. «Ma servono regole più snelle, infrastrutture adeguate e un piano serio per la formazione dei conducenti. Altrimenti la crescita rischia di frenarsi». L’azienda rappresenta un caso di successo nella digitalizzazione del trasporto collettivo, ma il vero dato interessante è che ha operato senza eliminare le imprese storiche: in Italia, il mercato non si è chiuso in un monopolio, ma ha mantenuto una pluralità di attori, tra indipendenti e consorziati.
Dal punto di vista ambientale, il bus si conferma una delle modalità meno impattanti per i viaggi interurbani. Le emissioni per passeggero/km sono inferiori rispetto all’auto privata e, in prospettiva, la transizione verso flotte a basse emissioni promette un ulteriore salto di qualità. Già oggi, molti operatori stanno investendo in mezzi Euro VI, biometano e soluzioni ibride. La sostenibilità economica si allinea così con quella ambientale, generando un doppio dividendo per il sistema Paese.
Il contributo del settore alla coesione territoriale è un altro punto spesso trascurato ma cruciale. Gli autobus a lunga percorrenza hanno rafforzato l’accessibilità di territori marginali, collegando città medie e piccoli centri esclusi dalle reti ferroviarie. Questo ha effetti non solo sulla mobilità, ma sull’economia locale, sul turismo di prossimità e sulla lotta allo spopolamento. In molte aree interne del Centro-Sud, il bus è oggi l’unico mezzo pubblico realmente competitivo.
Infine, un dato strutturale: il tasso di incidentalità nel trasporto su gomma è tra i più bassi dell’intero comparto mobilità. La sicurezza, unita al costo contenuto e alla crescente qualità del servizio, rende l’autobus un’opzione razionale per milioni di utenti. Non è un’alternativa povera al treno: è un pezzo sempre più importante del puzzle infrastrutturale italiano.
Se il prossimo decennio saprà consolidare questi trend – con investimenti mirati, semplificazione normativa e politiche pubbliche lungimiranti – il trasporto su gomma potrà contribuire in modo decisivo agli obiettivi di sostenibilità, accessibilità e digitalizzazione del Paese. Un settore spesso sottovalutato, che però, oggi, è ripartito in corsia di sorpasso.
