Ambiente

Energy Release, il decreto per la competitività delle imprese

24
Settembre 2024
Di Giampiero Cinelli

Il 23 luglio 2024 il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha firmato il cosiddetto Decreto “Energy Release”, la misura deriva dall’articolo 1 del decreto 181/2023, e mira a promuovere e accelerare gli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile nei settori a forte consumo di energia elettrica, tenuto conto degli obiettivi previsti dal Pniec, Piano Nazionale Integrato Energia e Clima.

Con il provvedimento, ai clienti finali energivori viene riconosciuta una priorità nella concessione di superfici pubbliche per la realizzazione degli impianti in caso gli Enti concedenti ricevessero più richieste per le medesime aree. Viene inoltre ammessa una fornitura, per 36 mesi, corrispondente a un’anticipazione del 50% dell’energia che verrà generata a seguito degli investimenti e delle relative garanzie d’origine.

Di questo si è parlato oggi nella sede di Confindustria a Roma, nel Convegno “Energy Release”, dove è intervenuto anche il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Il ministro ha affermato: «L’operazione sarà gestita dalla società pubblica per gli incentivi alle rinnovabili, il Gse (Gestore dei servizi energetici); metterà a disposizione delle aziende da 20 a 25 terawattora all’anno».

Pichetto Fratin ha continuato spiegando: «Dobbiamo mettere in condizione il sistema produttivo italiano di competere col resto d’Europa. Con l’Energy release abbiamo fatto la scelta di dare una risposta a quasi quattromila imprese più energivore che hanno una concorrenza internazionale e che altrimenti non potrebbero reggere. Il decreto va nell’indirizzo di alimentare le rinnovabili ragionando su un modello di flessibilità notevole, che permetta di superare la difficoltà che c’è nel reperimento di aree, usando anche quelle a distanza autorizzate. Dobbiamo porci anche obiettivi in avanti, dare soluzioni per il futuro e su questo ho apprezzato la posizione netta di Confindustria per il nucleare. C’è una base di conoscenza notevole, conservata in università e centri di ricerca. Sarà presentata nei prossimi mesi la proposta di nuovo quadro giuridico e confido entro il 2025 nella norma primaria da parte del Parlamento».

Aurelio Regina, delegato del presidente di Confindustria per l’Energia, ha dato un giudizio positivo sul decreto. In Italia «i settori energivori consumano circa 65 TWh l’anno e questa misura potrebbe fornire loro 1/3 dell’energia necessaria a prezzi competitivi per i prossimi tre anni».

Paolo Arrigoni, Presidente Gse, ha detto durante il Convegno che «Il Decreto energy release è un sistema per proteggere le imprese dalle oscillazioni dei prezzi dell’energia. I prezzi non sono più quelli del 2020 ma sta aumentando il differenziale con altri Paesi, specialmente con la Germania. È un problema di competitività, il decreto interviene per tutelare la competitività del sistema produttivo italiano. Questa misura si inserisce in un sistema di misure per rinnovabili, alcune già operative, ed è una ulteriore occasione per dimostrare che attraverso il Gse è in atto una trasformazione in cui il Gse diventa sempre più un soggetto facilitatore della transizione».

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