Ambiente

Auto, l’Italia continua a trattare

04
Aprile 2023
Di Giampiero Cinelli

Lo stop alle auto a benzina in Europa dal 2035 è cosa fatta dopo l’ok del Consiglio europeo, a seguito dell’ulteriore confronto con il governo tedesco. Eppure la vicenda resta contornata di punti interrogativi e retroscena che si sta cercando di interpretare, vista la rilevanza della questione e i possibili nuovi sviluppi. L’Italia si è astenuta nel voto del Consiglio siccome non è riuscita a far valere la linea sui biocarburanti da ritenere ammissibili, così come è stato concesso a Berlino per l’e-fuel.

Tuttavia il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin aveva fatto intravedere ai media uno spiraglio, dicendo che la trattativa sui biocarburanti fosse aperta, in virtù dell’intervista che la Commissaria per l’energia Kadri Simson ha rilasciato a Rainews il primo aprile.

Botta e risposta

Ora però, un portavoce della Commissione europea, Tim McPhie, ha voluto ristabilire il responso dell’assemblea, comunicando: «La commissaria Kadri Simson non ha detto espressamente che ci sarà un ruolo dei biocarburanti nell’attuazione, ma che i biocarburanti in generale sono parte del portafoglio per la decarbonizzazione in diversi settori». La commissaria, in effetti, rispondendo a una domanda specifica sull’alimentazione delle automobili, aveva detto: «I biocarburanti sono un argomento che viene trattato ogni volta che si parla di nuove normative. I biocarburanti sono necessari, noi sosteniamo le iniziative a riguardo. La mia responsabilità è quella di sostenere i produttori di biocarburanti».

Se queste dichiarazioni dovessero essere interpretate nel modo più oggettivo possibile, la conclusione sarebbe che l’Ue si sta interessando ai biocarburanti per quanto riguarda altre fattispecie come quelle del trasporto aereo, dei mezzi agricoli e del riscaldamento degli edifici. Ma sul trasporto automobilistico la faccenda dunque sarebbe chiusa.

La prospettiva del governo

Pichetto Fratin, tuttavia, ha sottolineato anche un altro aspetto della riunione, ovvero «il cambiamento di direzione della Commissione e la possibilità di immatricolare anche motori endotermici dopo il 2035, non solo più solo elettrici», ribadendo poi la possibilità di ottenere la valutazione di «neutralità tecnologica dei biocarburanti entro il 2026», convinto del fatto che i biocarburanti sono «neutri in termini di bilanciamento complessivo di CO2, in quanto crediamo contribuiscano alla progressiva decarbonizzazione del settore».

Il settore si sta adattando

In campo politico nulla va mai dato per immutabile. Ma intanto sarà importante capire quanto l’azione del governo possa ancora trovare terreno fertile. Le dichiarazioni che sono circolate hanno alimentato un’ambiguità che non tarderà ad essere chiarita dalla cronaca. E in questo contesto, arrivano notizie di importanti investimenti da parte delle case automobilistiche verso le produzioni elettriche. Proprio oggi Stellantis ha fatto sapere di prevedere l’assunzione di 1.200 persone nel 2023 in Francia. I settori interessati sono quelli della produzione, dell’ingegneria e del commercio: «La transizione energetica impone un’evoluzione senza precedenti dello strumento di produzione con riconversioni complete per certi siti, che permettono di passare alla fabbricazione di motori termici, la cui attività industriale e di ingegneria continua in Francia, alla produzione di motori elettrici o batterie di tecnologia francese», ha spiegato il gruppo franco-italiano.

Nel 2022 13.000 dipendenti sono stati formati al settore dell’elettrico nei siti di Tremery-Metz e di Douvrin. Se riconversione deve essere, sarebbe però vitale che le risorse indirizzate siano troppo sbilanciate verso il territorio francese.

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