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Made in Italy, il Parlamento Ue approva il nuovo regolamento sull’agroalimentare Dop e Igp

02
Maggio 2023
Di Giampiero Cinelli

L’interesse della filiera agroalimentare va tutelato in Europa. E ora su questa battaglia c’è più ottimismo. L’Italia ha centrato il primo obiettivo, quello di far approvare in Parlamento a Bruxelles il nuovo regolamento sulle confezioni di prodotti Igp e i Dop di cui è relatore il deputato Paolo De Castro del Pse (e del Partito Democratico in Italia).

Il regolamento aveva già avuto il parere positivo della Commissione Agricoltura e introduce l’obbligo di indicare il nome del produttore sui Dop e la provenienza geografica dell’alimento, assieme al nome del produttore, sugli Igp. Doveroso anche utilizzare almeno il 50% della materia prima di provenienza del marchio Igp. Non solo, vengono anche vietate le registrazioni di nomi identici o le denominazioni che alludono ai prodotti tipici. Ad esempio “Prosek” per quanto riguarda il prosecco o l’aceto balsamico sloveno o cipriota.

I prodotti Dop e Igp beneficeranno di protezione ex-officio anche online. Nel caso in cui vengano utilizzati come ingredienti, sarà invece necessaria un’autorizzazione scritta da parte dei rispettivi consorzi di tutela, a beneficio dei quali si studia una semplificazione per la registrazione e la modifica dei disciplinari di produzione. In futuro l’interlocutore principale dei produttori sarà la Direzione e Generale Agricoltura della Commissione Ue, mentre l’ufficio europeo dei brevetti avrà un ruolo consultivo e di consulenza su questioni tecniche.

Ora il testo ha bisogno dell’approvazione definitiva, che nel caso si otterrà attraverso la mediazione tra Commissione, Consiglio e Parlamento. Il cosiddetto Trilogo, a cui prendono parte alcuni membri dei tre organi. Si punta al semaforo verde entro l’autunno di quest’anno.

L’adozione di queste regole contro il falso Made in Italy assicurerebbe ingenti risorse secondo Coldiretti, che al momento del voto favorevole in Commissione aveva dichiarato per voce del presidente Prandini: «Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso Made in Italy alimentare che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro. Il contrasto alle imitazioni aiuta la crescita di un sistema che oltre all’impatto economico ed occupazionale rappresenta un patrimonio culturale ed ambientale del Paese».