Salute

Meridiano Sanità 2022. I rischi dell’Italia in un mondo che cambia

09
Novembre 2022
Di Giampiero Cinelli

Al centro del rapporto 2022 di Meridiano Sanità (il Think Tank di The European House – Ambrosetti), sulla salute globale e sullo stato del sistema sanitario in Italia, ci sono i cambiamenti climatici e le nuove insidie di un ambiente socio-economico in continuo mutamento, correlato a nuove sfide e insidie per la medicina ma anche alla disponibilità di approcci sempre più all’avanguardia. Vediamo per punti alcuni degli aspetti più importanti analizzati nel lungo report.

Ambiente e cambiamenti climatici

Secondo l’Oms il 24% dei decessi nel mondo è dovuto a fattori ambientali modificabili. L’inquinamento pesa il 7%. Il fenomeno del cambiamento climatico e l’aumento delle migrazioni espongono a maggior rischio di malattie non trasmissibili, malattie infettive, malnutrizione, effetti sulla salute mentale. E nuove epidemie sono molto temute. Un altro problema, ma più nei Paesi ricchi, è l’aumento dell’aspettativa di vita. Ciò espone a cronicizzazioni di patologie e a maggiori afflussi ai sistemi sanitari che implica nuovi piani e una gestione più sistematica e dinamica. Tuttavia, le crisi economiche ricorrenti, i bassi redditi e i pericoli dati da malattie infettive prima sconosciute, rischiano di ridurre l’aspettativa di vita anche nelle nazioni più benestanti.

Il concetto One Health

Ecco perché si è fortemente convinti che l’approccio futuro alla salute pubbliche debba essere quello integrato, secondo il principio dell’interdipendenza di tante aree sociali. Non più limitarsi a curare, ma pensare le infrastrutture, i trasporti e i modelli di convivenza in modo funzionale al benessere. Avvalendosi sempre di più anche della genetica per individuare precocemente la vulnerabilità a determinate patologie. Dai dati si stima che una più alta qualità della vita, determinata appunto dalla sinergia di più elementi anche extra-medici, possa migliorare l’aspettativa di vita del 50%.

L’approccio Data Driven

I dispositivi di elaborazione dei dati aiuta molto anche la sanità. Soprattutto se poi quei dispositivi possono connettersi alla rete ed essere utilizzabili dal medico per monitoraggio e diagnosi. Nel 2022 questo mercato ha raggiunto un giro d’affari di 158 miliardi di dollari. In Italia la digitalizzazione di questo segmento non è ancora soddisfacente, vista la scarsa propensione di una popolazione prevalentemente anziana ad usufruire. Ma tra i principali investimenti, anche relativi al Pnrr, c’è proprio l’espansione della tecnologia applicata alla medicina.

La resistenza agli antibiotici

Sebbene anche in questo rapporto l’Italia registri dati generalmente positivi su tutti i principali indicatori di benessere, balza all’occhio il problema della resistenza agli antimicrobici. Il fenomeno è allarmante in tutto il mondo, ma per quanto riguarda l’Europa l’Italia è prima in Europa per i decessi causati da infezioni resistenti agli antimicrobici (18,2 per 100.000 abitanti) con alte ripercussioni in invalidità acquisite e costi da sostenere. In tal senso la ricerca anche a livello mondiale sarà molto improntata sulla ricerca di nuovi antibiotici e di vaccini che contrastino la resistenza agli antimicrobici.

La spesa sanitaria in Italia

Nel nostro Paese la spesa sanitaria è aumentata progressivamente rispetto al periodo pre-pandemico. Nel 2022 la nota di aggiornamento al Def rispetto ad aprile prevede risorse per 134 miliardi, aumenta anche il Fondo Sanitario Nazionale a 124 miliardi. Purtroppo però il Def evidenzia che nei prossimi anni la spesa è destinata a calare e in generale il finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale non è ancora adeguato alle esigenze della popolazione ed è inferiore rispetto a molti dei partner europei, mostrando carenze di personale e nei reparti. Rispetto ai livelli essenziali di assistenza, i LEA, individuati dalle tre componenti ospedaliera, distrettuale e di prevenzione, vediamo che sono quattro le regioni inadempienti in almeno una delle voci (Calabria, Basilicata, Molise, Sicilia) più gli enti territoriali autonomi di Bolzano e Valle D’Aosta. Molto dipenderà dal Pnrr. Le scadenze e i target fin ora sono stati rispettati. Ma il suo reale effetto dipenderà da come verrà distribuito e dall’incidenza degli interventi per colmare i difetti principali.