Politica

Tra Roma e Bruxelles: il governo alle prese con le nomine e il delicato Consiglio Ue

25
Marzo 2023
Di Beatrice Telesio di Torritto

È un frangente delicato quello che il governo Meloni sta vivendo, imperniato su strategici impegni istituzionali, tra cui le nomine e il Consiglio Ue di Bruxelles, ma spesso disturbato dalle consuete polemiche ideologiche, che a volte i media sembrano polarizzare eccessivamente. La contestazione di alcuni sindacalisti della Cgil a suon di “Bella ciao” ne è stata un’evidente dimostrazione. Tuttavia Giorgia Meloni sta attingendo a tutti gli espedienti acquisiti durante la sua lunga militanza politica per resistere agli attacchi, sia a livello dialettico sia sul piano politico, riuscendo a tenere compatta la sua maggioranza e alto il suo consenso. Il voto granitico del centrodestra alla relazione del premier in vista del Consiglio europeo lo ha confermato.

La leadership di Giorgia Meloni è pesante e si sente. Il carisma non le è mai mancato, ma quello che lo rafforza in questo caso sono i numeri, che lei sembra saper fare valere. Come sta avvenendo nel caso delle nomine alle partecipate di Stato, il vero tema del momento. Si parla di circa 600 ruoli in scadenza, che andranno confermati o rimpiazzati nei prossimi mesi. E proprio su questa partita si sta consumando l’attrito tra i due principali partiti di governo, Fratelli d’Italia e Lega. La linea della Meloni sembra chiara: rispettare gli equilibri di forza, una formula che chiaramente lascia a Via della Scrofa la assoluta maggioranza delle designazioni.

Il quadro più aggiornato sulle nomine, attualmente, vede quasi certa la riconferma di Claudio Descalzi come Ad di Eni, il ritorno di Paolo Scaroni all’Enel, ma nelle vesti di Presidente, come concordato tra Meloni e Berlusconi; Igor De Biasio, quota leghista, come Ad di Poste, in sostituzione di Matteo Del Fante. Come prossimo Ad di Enel si fa il nome di Stefano Donnarumma, in quota Meloni. Altra major in cui la premier sta facendo la voce grossa è Leonardo, dove si faceva il nome dell’ex ministro dell’Energia Roberto Cingolani. Uno dei primi atti dello spoils system dovrebbe essere la presidenza di Monte Paschi Siena, dove si dà per blindato in quota Lega Nicola Maione. Il successivo sarà Enav, il cui nuovo amministratore delegato potrebbe essere Pasqualino Monti. E le donne? La Meloni lo aveva indicato come un obiettivo: secondo le indiscrezioni potrebbe essere Roberta Neri, in quota Fratelli d’Italia, come amministratore delegato di Terna.

In queste ore la Lega sta provando l’ “assedio” per provare a mischiare un po’ le carte, ma non sarà facile. Dall’altro lato il Partito Democratico, una volta completato il suo assetto, sembra stare prendendo le misure con la linea di opposizione, ancora non del tutto chiara, soprattutto su temi delicati quali l’invio di armi in Ucraina e la maternità surrogata, due argomenti chiave del momento su cui la Schlein dovrà confrontarsi con l’ala cattolica del Nazareno.

Col pensiero fisso su Roma, tuttavia la Meloni è dovuta volare a Bruxelles per il Consiglio europeo e giovedì ha messo a segno un colpo diplomatico: il disgelo con Macron, con il quale ha svolto un bilaterale di oltre un’ora e mezza. Dopo i recenti malumori tra i due paesi era necessario sciogliere tensioni e incomprensioni. Il lungo faccia a faccia ha avuto luogo in un albergo del centro storico di Bruxelles. Tra i temi al centro del colloquio, a quanto si apprende, ci sono stati la gestione dei flussi migratori, il sostegno all’Ucraina, la politica industriale europea, l’energia e la riforma del Patto di stabilità e crescita.

La notizia che la Meloni ha bollato come “ottima” dopo la prima giornata di lavori è quella relativa al tema migranti: la bozza di conclusioni che chiede alla Commissione Ue di procedere spedita e rimanda il prossimo Consiglio di giugno, sempre a Bruxelles, sullo stato di verifica di queste misure. Una vittoria di Pirro? Si capirà a giugno, ma di certo l’immigrazione sembra diventato un tema centrale per l’Unione. E politicamente questa era la notizia che interessava all’Italia.