Esteri / Top News

Guerre, punto: Ucraina, Putin mena per il naso Trump; MO, gli europei ‘sganciano’ Israele

21
Maggio 2025
Di Giampiero Gramaglia

Dopo il “Vertice degli assenti” a Istanbul e la telefonata di lunedì tra i presidenti Usa Donald Trump e russo Vladimir Putin, con il corollario di consultazioni di Trump con Zelensky e i suoi maggiori interlocutori europei, la trattativa per la pace, o almeno una tregua, in Ucraina fatica a decollare.

La Russia la tira in lungo, a costo di logorare il credito incomprensibilmente datole dal Trump 2, e cerca di acquisire sul terreno ulteriori vantaggi territoriali; e gli europei le scaricano addosso l’ennesima bordata di sanzioni economico-commerciali – è la 17° -, che non è chiaro che impatto possa avere.

L’attenzione e l’apprensione umanitaria internazionale torna, però, a puntare sulla Striscia di Gaza, dove Israele mantiene la pressione militare, con decine di vittime ogni giorno, e continua a lesinare gli aiuti umanitari, attirandosi critiche e misure ‘punitive’.

MO: Gaza, il dramma umanitario innesca (finalmente) una reazione europea
Mercoledì mattina, due giorni dopo l’annuncio della ripresa del flusso di viveri e medicinali, sia pure con il contagocce – “una goccia nel mare”, dicono le organizzazioni umanitarie -, gli aiuti non erano ancora arrivati alla popolazione palestinese, nonostante l’ingresso nella Striscia, a seguito degli appelli di 22 Paesi, fra cui l’Italia, di un centinaio di autotreni. Serve con urgenza “un flusso” di aiuti massiccio a Gaza, altrimenti 14.000 bambini palestinesi potrebbero morire entro giovedì, dice alla Bbc il diplomatico britannico Tom Fletcher, vice-segretario generale delle Nazioni Unite e coordinatore delle missioni di soccorso di emergenza nel mondo. Nella Strscia, centinaia di migliaia dei circa due milioni di residenti soffrono la fame.

Con agghiacciante disumanità il premier israeliano Benjamin Netanyahu si dichiara “costretto” dalle pressioni internazionali a riaprire i valichi, rimasti chiusi per quasi tre mesi, quasi scusandosi con la destra fondamentalista ultra-religiosa della sua maggioranza che gli contesta la decisione.

Disumanità del resto corrisposta da un esponente di Hamas, Sami Abu Zuhri, che dei morti di Gaza innescati dagli attacchi terroristici del 7 ottobre in territorio israeliano – 1200 vittime, oltre 250 ostaggi catturati – dice: “I morti saranno sostituiti dai nati: al posto di ogni cadavere le nostre donne daranno alla luce molti più martiri. Durante la guerra, nella Striscia sono nati 50 mila bambini?”, cioè più o meno quante sono state le vittime. Centinaia di palestinesi replicano disillusi sui social e manifestando nelle strade: “Siamo solo carburante per le guerre” di Hamas.

La Gran Bretagna sospende i negoziati commerciali con Israele per un accordo di libero scambio e annuncia sanzioni contro i coloni che nella CisGiordania compiono violenze contro i palestinesi: “Le sofferenze dei bambini sono intollerabili”, afferma il premier britannico Keir Starmer. L’Ue, con l’avallo di una maggioranza dei 27 – non a favore Italia e Germania – decide di riesaminare l’accordo di associazione con Israele che risale al 1995, constatando violazioni di quanto previsto sul rispetto dei diritti umani; e potrebbe sospenderne l’attuazione.

Con una dichiarazione congiunta, diramata lunedì, i governi di Francia, Regno Unito e Canada chiedono a Israele “di fermare le operazioni militari a Gaza e di autorizzare immediatamente l’ingresso di aiuti umanitari”, minacciando, in caso contrario, “azioni concrete”. Ishaan Tharoor scrive, sul Washington Post, che Israele, uccidendo e affamando i palestinesi a Gaza, sta diventando “un paria globale”; e non è il solo a pensarla così.

Israele è però decisa ad assumere il controllo “di tutto il territorio” della Striscia di Gaza ed avverte i residenti di alcune località, Khan Yunis, Bani Suheila, Abasan, dell’imminenza di una “offensiva senza precedenti”, invitandoli a mettersi al sicuro. Intanto, a Doha, in Qatar, il negoziato tra Israele e Hamas prosegue, senza che, però, se ne vedano progressi.

Ma Israele accende bagliori di guerra anche sul fronte dell’Iran: secondo la Cnn, Netanyahu sarebbe pronto a condurre un attacco contro le installazioni nucleari iraniane. L’illazione stupisce perché sono in corso negoziati diretti tra Usa e Iran per evitare che Teheran si doti dell’atomica, in cambio dell’allentamento delle sanzioni economiche, finanziarie e commerciali imposte da Washington: c’è un nuovo round di colloqui bilaterali previsto a Roma nel fine settimana.

Ucraina: Putin spinge Trump dal coinvolgimento al disimpegno
Sull’Ucraina, il New York Times rileva che il presidente Trump sembra avere cambiato posizione: dal coinvolgimento nella ricerca della pace al disimpegno, “Non è un mio problema”. Trump avrebbe cioè fatto un passo indietro rispetto al tentativo di giungere almeno a una tregua, dopo che la telefonata di lunedì con Putin ha segnato “una vittoria diplomatica” del leader russo, che non gli ha di fatto concesso nulla.

Sul Washington Post, Drew Goins scrive che Trump “ha perso due ore” con Putin. Per Le Monde, Putin “si sottrae alle minacce di Trump”, in una telefonata lunga, ma “senza risultati tangibili”: adesso, gli Stati Uniti puntano su negoziati diretti tra Russia e Ucraina in vista di un cessate-il-fuoco e poi di una pace le cui condizioni siano discusse e decise dai due belligeranti.

Commenti e analisi che troviamo pure su media italiani. Sui suoi Appunti, Stefano Feltri constata che la mediazione di Trump non ha concluso nulla e che la pressione di Putin sull’Europa è più minacciosa che mai, in una fase in cui gli europei devono “scegliere fra due Occidenti”. Le elezioni in Gran Bretagna, Portogallo, Polonia e Romania, indicano che “la sfida non è più tra destra e sinistra, ma tra Occidente democratico e Occidente sovranista … E l’Italia di Giorgia Meloni sta dalla parte sbagliata”.

Su la Repubblica Maurizio Molinari denuncia “il corto circuito Trump – Putin”: A quattro mesi dall’insediamento alla Casa Bianca, la corte di Trump a Putin non ha portato a reali passi avanti verso una tregua in Ucraina, ma ha anzi “fatto emergere la volontà del Cremlino di non rinunciare alle mire su Kiev né al disegno di modificare a proprio favore l’equilibrio di sicurezza in Europa”.

Secondo fonti di Axios, i leader europei che hanno parlato con Trump dopo la chiamata con Putin sono rimasti “sorpresi o scioccati” dalla “deferenza” del magnate presidente verso l’autocrate russo, mentre a Kiev e nell’Ue c’è la percezione che la Russia stia solo cercando di “guadagnare tempo per continuare la sua guerra e la sua occupazione”. Le nuove sanzioni europee mettono nel mirino la flotta ombra di almeno 200 imbarcazioni sotto varie bandiere che consentono a Mosca di aggirare le limitazioni all’export impostele dopo l’invasione dell’Ucraina.

Nel frattempo, il conflitto prosegue. Dopo che, nel fine settimana, la Russia ha compiuto l’attacco con droni sull’Ucraina più vasto dall’inizio del conflitto, lanciandone 273 in una sola notte, per lo più nell’area di Kiev, le notti successive centinaia di droni hanno attaccato le regioni di Donetsk, Dnipropetrovsk, Sumy e Zhytomyr.