Il faccia a faccia tra Trump e Zelensky sul futuro dell’Ucraina sta agitando l’Occidente e l’Unione europea sta cercando con fatica di sfruttare questa circostanza per ritrovare uno spirito unitario e coeso. La dimostrazione è arrivata proprio dal Consiglio europeo straordinario organizzato in settimana, nel corso del quale i leader europei hanno discusso le misure per rafforzare la difesa collettiva e garantire un supporto continuo all’Ucraina. È stato approvato un piano di riarmo comunitario, che prevede l’emissione di debito comune per finanziare l’acquisto di equipaggiamenti militari, con un obiettivo di 800 miliardi di euro nei prossimi quattro anni. Questo piano rappresenta un passo storico verso una maggiore integrazione della difesa europea, mirando a ridurre la dipendenza dalla Nato e a rispondere efficacemente alle minacce russe.
Tuttavia, non tutti gli stati membri sono concordi su queste misure. Il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, ha espresso contrarietà al piano, avvertendo che finanziare gli sforzi bellici dell’Ucraina potrebbe “rovinare l’Europa”. Orbán ha anche annunciato l’intenzione di avviare una “consultazione pubblica” sull’adesione dell’Ucraina all’UE, sollevando interrogativi sulla coesione interna dell’Unione e sulla sua capacità di adottare una posizione unitaria.
In questo contesto stanno emergendo anche divergenze di approccio diplomatico soprattutto tra l’Italia e la Francia. Parigi ha giocato un ruolo cruciale nella gestione della crisi ucraina. Sin dall’inizio del conflitto, Macron ha cercato di mantenere un equilibrio tra il sostegno all’Ucraina e l’impegno per una soluzione diplomatica. Negli ultimi giorni, la posizione della Francia si è evoluta in risposta agli sviluppi del conflitto e all’incontro tra Trump e Zelensky. Macron ha reiterato l’importanza di un cessate il fuoco e ha chiamato alla ripresa dei negoziati di pace, puntando a un coinvolgimento diretto delle potenze mondiali per favorire un accordo e ha sottolineato che la Francia, insieme alla Germania, continuerà a esercitare pressioni sulla Russia per porre fine all’aggressione e per consentire un vero dialogo politico. Tutto questo mentre continuava a inviare aiuti militari a Kiev.
L’Italia, invece, pur mantenendo sempre una posizione di sostegno all’Ucraina, allineandosi alle decisioni dell’Unione Europea, ha anche enfatizzato la necessità di una soluzione diplomatica al conflitto, sostenendo gli sforzi di mediazione internazionale e il coinvolgimento di attori globali come gli Stati Uniti.
In un contesto così fragile, la posizione dell’Italia, però, non è sufficientemente supportata sul piano interno, dove si continuano a registrare molte divisioni. Innanzitutto quelle interne alla maggioranza, tra il fronte degli atlantisti di Fratelli d’Italia, quello degli europeisti convinti di Forza Italia e quello della Lega, poco incline ad avallare una soluzione europea e più favorevole a sostenere l’asse Washington-Mosca. Per non parlare dell’opposizione, divisa anche sulla questione del riarmo europeo, un tema su cui la leadership della segretaria del Pd Elly Schlein, ad esempio, sembra dare cenni di cedimento, visto che il suo dissenso con questo investimento europeo si scontra con alcuni big del partito, tra cui Gentiloni.
I riflettori adesso sono puntati sui prossimi appuntamenti diplomatici. Gli Stati Uniti potrebbero presto incontrare i rappresentanti ucraini. Secondo l’inviato speciale Steve Witkoff, il governo USA sta pianificando un incontro fuori dall’Europa, in Arabia Saudita, dove c’era già stato un vertice a febbraio. La conferma arriva anche dal premier ucraino Zelensky, che ha scritto su X che lunedì sarà in Arabia Saudita per incontrare il principe ereditario Mohammed bin Salman e che “dopo di ciò, la mia squadra rimarrà in Arabia Saudita per lavorare con i nostri partner americani. L’Ucraina è più interessata alla pace”.
