Politica

Ddl dem per vietare la rieleggibilità al Quirinale: “Ma non c’entra con Mattarella-bis”

03
Dicembre 2021
Di Alessandro Caruso

Lo hanno presentato ieri i senatori dem Zanda, Parrini e Bressa. È il ddl che propone la modifica degli articoli 85 e 88 della Costituzione e che sostanzialmente propone il divieto di rielezione del Presidente della Repubblica e l’abolizione del cosiddetto “semestre bianco”.
Il Pd deposita quindi una possibile formula per evitare il bis di Mattarella. E a sentire i relatori la normativa porrebbe fine a un dibattito aperto già in sede di Costituente, quando “si pose il tema dell’opportunità di introdurre limiti alla rielezione del Presidente della Repubblica,
specie a fronte di un mandato così lungo”. Negli anni Sessanta, precisamente nel 1963, era stato poi il presidente Segni, nel suo messaggio alle Camere, a sottoporre al Parlamento la «non immediata rieleggibilità del Presidente, per eliminare qualunque, sia pure ingiusto, sospetto che qualche atto del Capo dello Stato sia compiuto al fine di favorirne la rielezione».
 
Nel dettaglio, l’articolo 1 del ddl introduce, all’articolo 85 della Costituzione, un divieto assoluto di rielezione del Presidente della Repubblica. Al primo comma dell’articolo 85 della Costituzione sono aggiunte, infine, le seguenti parole: “e non è rieleggibile”, si legge. L’articolo 2, invece, abroga integralmente il secondo comma dell’articolo 88 della Costituzione e cioè quello relativo al semestre bianco: l’introduzione del divieto di rielezione fa cadere la ratio alla base dell’istituto, cioè quella di avere delle Camere favorevoli alla propria rielezione, che quindi può essere integralmente abolito. Trattandosi di un disegno di legge costituzionale il testo ha bisogno della doppia approvazione di entrambe le Camere, cioè di quattro letture totali, e di un referendum nel caso di ok con una maggioranza solo relativa, per diventare legge.
 
Nonostante il tempismo lascerebbe pensare a una soluzione Pd per la partita del Quirinale, come hanno pensato in molti, in realtà dal Nazareno spiegano il contrario. A confermarlo è anche Stefano Ceccanti, costituzionalista e capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali alla Camera: «Questo progetto di legge ha senso a prescindere dalla partita del Quirinale che si sta giocando in questo periodo. Non escludiamo di presentare una proposta analoga anche qui alla Camera, stiamo valutando».
Ceccanti precisa, quindi, che non c’è alcun legame con il Mattarella bis, che tuttavia lui ritiene la soluzione migliore. E all’Adnkronos aggiunge: «Il Pd non è ancora entrato in questa discussione. Io personalmente, nell’equilibrio che ci siamo dati da vari mesi con Draghi a palazzo Chigi e Mattarella al Quirinale, non vedo alternative a confermare i due nel ruolo che hanno. Ma questo lo penso a prescindere dal progetto di legge».
 
E un certo stupore oggi trapelava anche dal Quirinale per le interpretazioni emerse dopo la presentazione del ddl. Secondo alcuni commentatori, infatti, tra le intenzioni di coloro che sostengono il provvedimento vi sarebbe anche la volontà di convincere il Presidente Mattarella ad accettare una rielezione a tempo, fino all’approvazione della riforma. La circostanza che in Parlamento ci si proponga di inserire nella Costituzione questo divieto, fanno notare le stesse fonti, non fa altro che confermare quanto più volte ribadito dal Capo dello Stato circa l’ipotesi di una sua conferma al Quirinale. Posizione espressa più volte nell’ultimo anno, anche citando i messaggi al Parlamento dei suoi predecessori, Antonio Segni e Giovanni Leone, nei quali si manifestava l’opportunità di inserire il divieto di rieleggibilità del Presidente della Repubblica con la contestuale abolizione del semestre bianco. 

Photo Credits: QuiFinanza

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