Cultura

Cultura: gli assi nella manica dal G20 a Unicredit passando per Procida

04
Agosto 2021
Di Redazione

A poche ore dalla morte di Antonio Pennacchi è doveroso ripartire da lui, quando in una recente intervista a Rolling Stones sulla crisi postpandemica profetizzava: "Lo dice la parola stessa in greco (Krisis, scelta, ndr), nella crisi sono insiti anche gli elementi per uscirne". Uno di questi sembra essere proprio la cultura. I tempi in cui questo settore veniva gestito in Italia con un approccio più orientato all'aspetto dilettevole e ricreativo sono ormai un lontano ricordo, perché nell'era dell'impact economy il ruolo della cultura è diventato tutt'altro che marginale. 

Il G20 che si è chiuso la scorsa settimana con la firma della dichiarazione di Roma è probabilmente l'evento che ha segnato una svolta istituzionale, ma il processo era già avviato da tempo. Il summit dei 20 ministri della cultura delle economie più potenti al mondo e dei vertici delle principali organizzazioni internazionali attive in materia, ha scelto di inserire espressioni chiave molto significative nel documento finale: si parla di investimenti sul capitale umano e cultura come driver per la ripresa; di cooperazione internazionale per la protezione e valorizzazione del patrimonio culturale; di cultura come elemento funzionale alla gestione del cambiamento climatico; di strategie formative per l'inclusione lavorativa nel settore culturale. E ovviamente di transizione digitale per implementare l'accessibilità e la fruizione del patrimonio culturale e di compartecipazione tra pubblico e privato. Insomma un linguaggio più consono e contemporaneo per presentare un definitivo processo di sdoganamento della cultura in modo coordinato e sistemico.

Un processo che in Italia già da un po' sta lasciando indizi sparsi, come spore da cui stanno nascendo confortanti best practices. Come la decisione di Unicredit di non vendere più la sua collezione d'arte per fare cassa, ma di sfruttarla come un vero e proprio asset da sviluppare.

La decisione è di pochi giorni fa e Andrea Orcel, nuovo Ceo del gruppo bancario, l'ha motivata così: "Abbiamo deciso di interrompere ogni vendita delle nostre opere e di promuovere una serie di attività con una forte impronta innovativa a sostegno dell'arte e della cultura, vero motore di sviluppo e coesione sociale. Il nostro obiettivo sarà infatti rendere il nostro patrimonio artistico accessibile a un pubblico più ampio, sostenendo il benessere economico e sociale dei territori". Pensieri da cui si evince una forte assonanza con lo spirito del G20 cultura. Non a caso il ministro della cultura italiano Dario Franceschini l'ha approvato e benedetto, sottolineandone l'importanza nell'ottica di collaborazione tra pubblico e privato per la valorizzazione del patrimonio culturale. 

Un'altra "spora" è sicuramente il complesso iter normativo che sta portando, anche in Italia, alla creazione giuridica dello status di artista e creativo, una lacuna della cui gravità ci si è accorti proprio durante il Covid. Della rilevanza di questo aspetto ha addirittura parlato Audrey Azoulay, direttore generale Unesco, durante il G20 cultura: "Dobbiamo prestare molta attenzione allo status dei creativi e degli artisti per evitare che ci sia ineguaglianza nella distribuzione di valore". Questa mancanza ha portato, mesi fa, alla nascita di Art workers Italia, la prima associazione di categoria degli artisti italiani, che ha trovato sponda in Parlamento nella cordata PD composta dai senatori Rampi, Nencini, Cangini, De Lucia, Laniece, Saponara e Sbrollini e che dovrebbe portare alla nascita ufficiale della professione dell'artista, di un contratto collettivo di lavoro e di un riconoscimento a livello contributivo.

Segnali di riorganizzazione di un settore che si manifesteranno prossimamente anche nei grandi eventi, che probabilmente consacreranno la definitiva ripartenza del turismo culturale in Italia. Come il riconoscimento di Procida capitale italiana della cultura 2022, con un tema profetico

"La cultura non isola" (altra assonanza). Già da settembre inizieranno gli appuntamenti espositivi in preparazione dell'apertura ufficiale dell'anno procidano, con la grande mostra itinerante sull'isola dal titolo "Panorama", dal 2 al 5 settembre, organizzata da Italics, il consorzio che riunisce oltre 60 tra le più autorevoli gallerie d'arte antica, moderna e contemporanea di tutta Italia. E questo è il suo primo evento in presenza, a cura di Vincenzo de Bellis, direttore associato e curatore per le arti visive del Walker Art Center di Minneapolis.

Poi ad ottobre ci sarà la grande mostra "Inferno" alle Scuderie del Quirinale, il grande evento tricolore dedicato a Dante per chiudere l'anno del 700esimo anniversario della sua morte. Un evento di cartello, curato da Jean Clair e nato sotto il segno della cooperazione internazionale (altra assonanza), perché hanno contribuito molte collezioni estere, tra cui la Biblioteca Apostolica Vaticana, che ha prestato la "Voragine infernale" di Sandro Botticelli, capolavoro indiscusso legato alla grande opera dantesca.

I presupposti, insomma, non mancano, le strategie nemmeno. I sogni, neanche a parlarne. Forse per la cultura è il tempo di "ritornare a veder le stelle".

 

Alessandro Caruso

 

 

Photo Credits: Mic

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