Salute

Covid19, quarta ondata: mutato il virus cambiano le regole o nuove chiusure?

20
Luglio 2021
Di Redazione

Tutti vaccinati non significa zero nuovi contagi. Ormai questo sillogismo è chiaro, dopo che il virus nel mondo sta dimostrando di circolare velocemente anche nei Paesi che hanno fatto dell’immunità di gregge una bandiera. Un caso su tutti: in Israele il 51% dei contagiati da variante Delta ha già ricevuto entrambe le dosi di vaccino, e ieri anche il Ministro della Salute britannico, Sajid Javid, è risultato positivo da variante Delta dopo due dosi ricevute, in un Paese sulle cui scelte in termini di campagna vaccinale abbiamo più volte analizzato. Lo stesso villaggio Olimpico di Tokyo è già simbolo del vaccino che non crea automaticamente una bolla immune, neppure col massimo delle precauzioni e del rigore dei controlli. Il virus si è organizzato.

 

Il Covid circola, anche dove il vaccino è veramente di massa. Come può non circolare agilmente in Italia dove ancora 5 milioni di over50 non sono vaccinati nemmeno con una dose, dove la stragrande maggioranza dei giovani senza nemmeno una dose ha festeggiato in piazza la vittoria degli Azzurri agli Europei di calcio appena 7 giorni fa e dove c’è un crollo verticale delle prenotazioni di prime dosi (-73%)?

E’ più che normale che il livello di preoccupazione del Governo Draghi sulla questione sia tornato on top all’agenda. Ma ora più che mai c’è bisogno di calma e gesso. Tanta calma, soprattutto.

 

Se il virus è mutato e prosegue la sua corsa al contagio, è bene concentrarsi sugli effetti sulla salute pubblica dei nuovi contagi, poiché è chiaro che ogni ondata ha le sue caratteristiche peculiari. Molto diverse. E non bisogna cadere nel tranello contagio da Covid 19 uguale strage. Con la massima cautela possibile (giusta quindi la massima attenzione e preoccupazione), prima di prevedere un Green Pass anche per andare in un mezzo (o bagno) pubblico, al bar, al ristorante, su un treno o un aereo bisogna pensarci bene. 

 

Occhi puntati e massima attenzione dunque nei prossimi giorni su come risalirà il numero dei ricoveri e dei letti Covid nelle terapie intensive. Attualmente nelle intensive stiamo parlando del 2% del totale dei posti occupati. Paradossalmente i festeggiamenti per gli Azzurri vittoriosi a Euro2020, assembramenti irresponsabili lato tifosi e con qualche responsabilità organizzativa ancora da accertare, potrebbero essere il primo test della quarta ondata in termini di aggressività e conseguenze sanitarie. Un'occasione per cambiare in meglio sulla base dell'esperienza il peso ponderale dei contagiati a vantaggio dei ricoverati e dei letti in terapia intensiva nella formula che dà come risultato nuove chiusure. Chiusure che davvero non possiamo più permetterci se non più che necessarie.

 

Nel caso si scoprisse che il virus mutato non è così aggressivo in termini di sintomi gravi come in UK dove a fronte di 50mila nuovi casi al giorno i decessi sono appena 65, allora il ragionamento da fare sul Green Pass in Italia potrebbe essere molto diverso.

 

E’ la ratio della decisione sul Green Pass che lascia molti dubbi. Anzitutto perché tutti vaccinati non significa zero nuovi contagi. Poi perché c’è un’intera categoria di persone affette da altre patologie alle quali i medici di base e gli specialisti hanno sconsigliato di vaccinarsi per le ragioni più disparate, individuali e non sindacabili. Cosa fare con loro? Oltre il danno fisico sono attesi dalla beffa sociale? 

 

Infine c’è da pensarci bene se introdurre un Green Pass sullo stile lasciapassare della DDR che fu, anche in nome della potenziale lesa maestà della libertà personale. Di cui sempre meno si parla. Di fatto un Green Pass alla francese o più stringente e costringente sarebbe un mascherato obbligo alla vaccinazione, finora sempre scongiurato sia a livello internazionale che dal governo. Di fatto un colpo molto duro alla libertà personale. Anche su scelte più o meno condivisibili. Insomma, per più ragioni non sembra la strada giusta sia dal punto di vista della salute pubblica che in via subordinata della lotta alla crisi economica che non può che passare dal mantenimento delle libertà di circolazione e della continuità di apertura degli esercizi commerciali. Di ogni ordine e grado. 

 

L’appello va al Cts, a Draghi, a Speranza. Se è vero che la variante Delta non produce effetti così dannosi sulla salute dei vaccinati (le fasce sociali più deboli) ed è una sorta di super raffreddore nella maggior parte dei casi per i più giovani lo vedremo in pochi giorni, al massimo una settimana. Perché intanto non rilanciare una campagna sul distanziamento sociale, sull’uso della mascherina e sulle sane precauzioni rispetto al potenziale contagio che nella pratica come ogni estate abbiamo tutti allentato?

Si potrebbe pensare anche di investire su test anticorpali di massa per verificare la condizione dei guariti da Covid (oltre 4,1 milioni di persone in Italia) e capire meglio che tipo di immunità genera la guarigione naturale. E regolarsi di conseguenza.

Magari stavolta distinguiamoci per cautela, anche in termini decisionali. Potrebbe essere che Macron, come Johnson qualche mese fa, non abbia operato la scelta migliore.Qualche giorno di ulteriore riflessione potrebbe essere utile.

 

 

Redazione

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