Salute

Piano vaccinale sotto la lente del Governo Draghi

15
Febbraio 2021
Di Redazione

di Paolo Bozzacchi

Chi prima raggiunge il traguardo dell’immunità di gregge avrà anche un vantaggio competitivo internazionale. E lo sa bene il Premier in pectore, Mario Draghi, che da più parti viene indicato come già alle prese con la messa a punto di un Piano vaccinale più rapido ed efficace per l’Italia. Sempre nell’ottica di mettere in sicurezza il Paese (come già scritto qui).

La società di assicurazione del credito Euler-Herme ha calcolato che per ogni euro investito in capacità vaccinale ne vengono risparmiati ben quattro. E il perdurare delle misure restrittive ha già accumulato secondo la stessa fonte un danno economico nell’Unione europea (in ritardo già di oltre un mese rispetto a quanto previsto) pari a 90 miliardi di euro.

Alla attuale velocità di vaccinazione l’immunità di gregge si raggiungerebbe nella seconda metà del 2022. Ed è per questo che Draghi starebbe pensando di affiancare al Commissarrio per l’emergenza Domenico Arcuri (con contratto in scadenza a fine marzo) la macchina da guerra della Protezione Civile, nella persona di Agostino Miozzo o Angelo Borrelli. Non c’è molto tempo per agire, vista da un lato necessità economica di mantenere in vita la socialità e la capacità di spesa dei cittadini e dall’altro la sempre più seria preoccupazione dovuta alla rapida propagazione delle varianti del virus (in questi giorni soprattutto inglese), che potrebbe mettere nuovamente a rischio la tenuta delle strutture sanitarie in poche settimane.

Sotto la lente di Draghi è finito il progetto Primula, annunciato da Arcuri a dicembre e che deve ancora essere implementato. Il bando di gara è chiuso, e la palla dovrebbe essere già passata a Comuni e Regioni. Che latitano.

Forse allora meglio per il Premier e per l’Italia utilizzare subito per la campagna vaccinale anche strutture come gli esistenti drive through per i tamponi, le caserme o le fiere, in grado di far aumentare rapidamente la velocità di immunizzazione. Con mezzi e uomini di pronto utilizzo, come le Forze Armate (dirette dal comando operativo di vertice interforze), la Croce Rossa e un esercito di volontari. 

Qualche segnale in questo senso sta già arrivando. Nella caserma Magnasco a Roma, sede della polizia stradale del Lazio, sono iniziate oggi le vaccinazioni anti-Covid per gli over 80 grazie a un protocollo d’intesa tra Regione Lazio, Polizia di Stato e Asl Roma 2. Nel Lazio stanno aprendo sei grandi hub vaccinali, in luoghi a dir poco simbolici tra i quali: aeroporto di Fiumicino, Auditorium Parco della Musica e Nuvola di Fuksas all’EUR.

A Milano, intanto, nei padiglioni della Fiera presso il centro vaccinale gestito dal Policlinico sono iniziate le somministrazioni del vaccino ai farmacisti con dosi AstraZeneca. In pochi giorni sono previste inoculazioni per gli 8mila interessati, poi richiami dopo 9-10 settimane. A breve dosi pronte anche per i professionisti delle forze dell’ordine, il personale scolastico docente e non docente. 

Qualcosa si sta muovendo. Anche se cresce la preoccupazione per la variante inglese. In Campania, ad esempio, un caso su quattro è già riconducibile al ceppo mutato, estremamente più contagioso. Lo rende noto la locale Unità di Crisi. 

Purtroppo si sta vivendo una sorta di deja vu proprio rispetto a un anno fa, quando all’alba del lockdown nazionale di marzo si aveva una sensazione di profonda confusione, tra le notizie di Wuhan, le grida d’allarme di parte dei virologi e il senso di vuoto dell’ignoto. 

Stavolta di tempo e modo ce ne è anche meno. E Draghi lo sa benissimo.