Politica

Intervista a Erica Mazzetti: “L’importanza del Dl Governance e Semplificazioni, dalla riforma appalti agli obiettivi PNRR”

30
Luglio 2021
Di Redazione

The Watcher Post ha incontrato l’Onorevole Erica Mazzetti di Forza Italia, membro della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici per un’intervista a tutto campo su Dl Governance e Semplificazioni, Codice Appalti, Ecobonus e Sisma Bonus e per un punto sugli equilibri politici tra Pd e M5S e il progetto federazione del centrodestra.

 

Il DL Governance e Semplificazioni ormai prossimo a completare il proprio iter di conversione in Parlamento prevede diverse novità nel settore dei Contratti pubblici. Quali, secondo lei, potrebbero essere le misure più importanti per rilanciare il mercato? Il fascicolo virtuale e la Banca Dati possono essere strumenti utili a rilanciare il settore? 

 

“Il governo Draghi è destinato a entrare nella storia del nostro Paese perché chiamato a gestire una delle fasi più complesse degli ultimi decenni ma, al tempo stesso, più determinanti. Le scelte di oggi gettano le basi dell’Italia dei prossimi anni. Il Dl, al quale abbiamo contribuito concretamente fin dall’inizio e lungo tutte le fasi del dibattito, permetterà di centrare gli obiettivi del PNRR e del piano integrato per l’energia e il clima 2030 e contestualmente di far fare un cambio strutturale e culturale al nostro Paese. Attraverso questo riusciremo a investire i 235 miliardi che l’Europa ci ha concesso entro il 2026. L’Europa si è dimostrata finalmente amica dei suoi popoli, noi dobbiamo fare le riforme. Riforma della giustizia, della burocrazia, della Pubblica Amministrazione sono terreni nei quali ci giochiamo il nostro rilancio e nei quali Forza Italia è ben presente. Il Dl Semplificazioni ci permetterà di completare nei tempi previsti le opere infrastrutturali di cui abbiamo bisogno. Non possiamo più essere un Paese diviso al suo interno e separato dal mondo esterno. Questa accelerazione si ottiene grazie a proposte concrete come la riduzione dei tempi per la valutazione di impatto ambientale dei progetti che rientrano nel PNRR e di quelli attuativi del Piano nazionale integrato per il clima e l’energia ma anche come il rafforzamento del silenzio assenso e dei poteri sostitutivi in caso di inerzia, per i quali mi sono battuta molto, con l’obiettivo di accelerare le procedure per imprese e cittadini. Cito anche la classificazione di interventi di pubblica utilità indifferibili ed urgenti per quelle opere infrastrutturali necessarie alla realizzazione di progetti per la transizione energetica del Paese. L’Italia è un Paese ricco di talento, genio e spirito di intraprendenza. A noi il compito di reindirizzarlo sulla giusta strada”.

 

Sempre rimanendo in tema di Codice Appalti, ancora una volta, a distanza di 5 anni si mette mano per l’ennesima volta al Codice. Stanno cambiando troppo spesso le regole del gioco o sono miglioramenti che rappresentano un’opportunità per le aziende? 

 

Partendo dal fatto che il Codice Appalti è stato un fallimento e infatti successivamente è stato necessario intervenire con 2 decreti in 2 anni ed il commissariamento delle opere per essere realizzate, da parte nostra ogni modifica e, in precedenza, ogni proposta – siamo stati molto all’opposizione sebbene naturalmente vocati al buongoverno – è figlia di un percorso di ascolto e confronto con gli imprenditori ma anche, e soprattutto, con le categorie economiche, centrali nella nostra visione di società poiché interpreti di interessi meditati e consolidati che devono aver casa nel nostro Parlamento. L’impegno di Forza Italia, coerentemente pratico, è stato improntato a semplificare la vita alle aziende, ma anche a tutelare la libera concorrenza imprenditoriale con rotazione, trasparenza e velocizzazione degli iter procedurali.

Oggi, per colpa dell’ipertrofia normativa e per colpa dell’invasività della burocrazia, le imprese non riescono a eseguire i lavori, anche quelli già finanziati, e molto spesso desistono dall’investire. Non possiamo più permettercelo – non potevamo farlo nemmeno prima del Covid e a maggior ragione – e abbiamo improntato la nostra azione di governo ad allentare i lacci e lacciuoli che imprigionano le nostre aziende. Un’Italia semplice, lineare, veloce, pronta a vincere le sfide globali e a tornare potenza internazionale, Paese nel quale investire dall’estero con certezza di tempi e costi”.

 

La misura dell’Ecobonus è una di quelle per le quali Lei e il suo Gruppo vi siete spesi molto. Una misura per la quale avete chiesto non solo la proroga degli incentivi ma anche la loro semplificazione. Cosa non ha funzionato fino adesso e come ritiene si possa migliorare l’iter di accesso a questi fondi, soprattutto in vista delle modifiche riguardo la CILA? 

 

“Il maxi-incentivo ha contribuito a rilanciare il settore trainante per eccellenza della nostra economia ma, come ogni provvedimento, necessita di correzioni e migliorie, frutto di controllo e confronto con la realtà. Forza Italia ha sempre improntato il suo lavoro parlamentare alla massima collaborazione, al pragmatismo, unica strada che permette di aiutare concretamente i cittadini. Da qui il nostro impegno per migliorare progressivamente questa pur ottima misura. Il nostro obiettivo è stato renderlo più accessibile ed in tempi più rapidi del previsto, perché i dati parlano chiaro: la misura è un volano eccezionale perchè movimenta imprese, addetti, tecnici specializzati, manodopera e permette di effettuare quei lavori che erano stati riposti in un cassetto. Pur nella bontà non sono mancati problemi o intralci nell’applicazione. Per quanto riguarda la CILA per opere edilizie, si potrà procedere alla sola descrizione dell’intervento, senza allegare elaborati progettuali, per i lavori meramente impiantistici, escludendo naturalmente anche la necessità di presentare l’agibilità, come per la legittimità urbanistica che sarà allineata alla legge dei condoni edilizi 47/85.

Sappiamo bene che i tempi sono fondamentali per la programmazione e la realizzazione delle opere, se si aggiunge il problema della reperibilità e aumento prezzi dei materiali e la scarsità attuale del personale per la progettazione e realizzazione dell'opera, sarà fondamentale diluirlo nel tempo con date certe.

 

Tra gli obiettivi del sisma bonus c’è quello di rilanciare l’economia nazionale incrementando le attività nel comparto «trainante» del recupero energetico ed antisismico del patrimonio edilizio. Ampliare la platea degli aventi diritto potrebbe essere una misura utile in tal senso? 

 

“Sicuramente sì. Già la misura ha subito delle modifiche graduali e migliorative. Adesso sta a noi renderla godibile per il maggior numero di italiani possibile. La sua estensione ad una platea quanto più ampia è indispensabile perché ci permette di far fare un salto di qualità al nostro patrimonio immobiliare. Di recente si è sbloccato anche il suo utilizzo per i lavori di accessibilità nei condomini: una miglioria che fa rivalutare gli immobili rendendoli pienamente godibili per tutti i cittadini. Un altro punto su cui mi sono spesa personalmente è il rincaro delle materie prime per l'edilizia, per il quale è stato necessario introdurre un fondo di compensazione, da ampliare anche ai cantieri privati. Anche questo, però, poiché la realtà muta e noi dobbiamo seguirla di conseguenza, necessiterà di controllo, adeguamenti e successive modifiche. È la Politica, è il modo di fare politica di Forza Italia!”.

 

Quella che stiamo vivendo è una fase di vero riallineamento delle forze politiche dentro e fuori il Parlamento. Da una parte le difficoltà nella nascita dell’asse PD-5Stelle, dall’altra il tentativo della federazione del centrodestra. Sul centrodestra cosa pensa della formazione di un gruppo parlamentare unico? 

 

“Ci sono dei percorsi politici e quindi delle differenze sostanziali tra noi e loro. Il Centrodestra non è un’invenzione di laboratorio, una fusione a freddo, né, ancor peggio, una blindatura parlamentare per tenere in piedi questo o un altro governo. Ogni riferimento al governo Conte è puramente casuale. Il Centrodestra è, dal 1994 in poi grazie al genio di Berlusconi, la casa politica di un’area maggioritaria nel nostro Paese, naturalmente vocata al buon governo dei territori. Un’area politica che unisce più tradizioni: liberale, cristiano-sociale, riformista. Fino a quella della destra sociale che ha trovato da noi legittimità politica e spazio di manovra che mai avrebbe avuto. Non amo parlare degli avversari – che per noi mai sono nemici e mai subiranno i toni che spesso noi abbiamo subito e subiamo da loro – ma è evidente a tutti che il Centrosinistra è qualcosa di sempre più ristretto nei numeri e sempre più radicale nelle posizioni. Mentre, seppur in calo (ma molto apprezzati soprattutto durante la pandemia), noi azzurri non abbiamo mai ceduto terreno alle posizioni sovraniste e anzi le abbiamo ricondotte in un’ottica di governo e di senso della realtà. Il PD è capitolato di fronte all’oltranzismo dei Cinque Stelle. Non mi stupisce che molti cosiddetti moderati di Centrosinistra si trovino senza casa, nella nostra Regione e non solo. Da parte nostra, con gli alleati abbiamo sempre avuto un rapporto costruttivo, sedimentato nelle durevoli esperienze di governo locale o nazionale. Il confronto, pur acceso – rovente talvolta – non mina le basi di una collaborazione ultradecennale che i cittadini apprezzano a livello locale e che quanto prima vedranno trasformarsi in governo. A livello parlamentare il dialogo è costante e, sebbene due partiti siano al governo e uno all’opposizione, sui temi di fondo e in generale sull’alleanza non ci sono tentennamenti. Anche per questo non abbiamo pensato a un gruppo unico. Il Centrodestra esiste già, è ormai assimilato dagli elettori che apprezzano la collaborazione tra una pluralità di forze differenti ma accomunate dalla casa comune”.

 

 

 

 

Redazione

 

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