Economia

La ricerca Mercatus conferma: abbassare la soglia del Tax Free Shopping conviene

26
Novembre 2021
Di Andrea Maccagno

L’Italia non attrae come potrebbe – e dovrebbe – i turisti internazionali. Lo rivela la nuova indagine “Il turismo internazionale in Italia e il Tax Free Shopping come leva strategica”, condotta da Mercatus con il contributo di ENITFederturismoFedermodaGlobal BlueRinascenteMcArthurGlen Group e Studio Mandolesi.

Il turista extra-UE, infatti, ha diritto a usufruire di uno shopping agevolato grazie allo “sconto” dell’IVA sugli acquisti effettuati: è il meccanismo del Tax Free Shopping, che in Italia non è reso agevole a causa della sua soglia di attivazione troppo alta: 154,94 euro, nei fatti la più elevata d’Europa. Sotto tale cifra, da noi, lo shopping per i viaggiatori internazionali rimane quindi a prezzo pieno. Nel resto d’Europa, invece, i sistemi fiscali dei vari Paesi (quale più quale meno) sono orientati al sostegno del turista, incentivandolo ad acquistare lì proprio grazie a questa leva economica.

I benefici dello strumento sono chiari ai principali Paesi del Vecchio Continente, per ultimo anche alla Francia, che recentemente ha abbassato la propria soglia a 100 euro. C’è poi chi ha fissato il limite a un livello ancora inferiore: è il caso di Portogallo, Grecia, Paesi Bassi e Belgio, che hanno imposto la soglia a 50 euro. A primeggiare in questa particolare classifica di Paesi maggiormente attrattivi sono invece Germania e Spagna, la cui soglia è addirittura zero. Prendendo il caso spagnolo, per esempio, diversi studi di fattibilità hanno dimostrato che l’azzeramento del limite per accedere ai servizi tax free ha prodotto un’espansione della domanda nel settore da 87 a 130 milioni di euro, nonché un aumento del Pil tra lo 0,03% e lo 0,044%.

È quindi, evidentemente, una questione di competitività. Lo shopping, infatti, rappresenta una delle principali attività svolte durante il viaggio, una delle voci di spesa più importanti della vacanza e, per i turisti di talune nazionalità, costituisce il vero e proprio driver di scelta per le destinazioni finali. Se l’Italia rimane maglia nera d’Europa, il rischio è che il turista internazionale scelga altre mete sia per la propria vacanza sia per i propri acquisti. Rendere attrattiva l’Italia attraverso una revisione al ribasso della soglia del tax free shopping è quindi quanto mai necessario.

Per questo lo studio indaga i costi di un’eventuale riduzione della soglia a 70 euro. Ebbene, il mancato introito IVA sarebbe appena di 13,2 milioni di euro, vista anche la ricomposizione dei flussi internazionali per il triennio 2022-2024, così come stimata dall’ENIT. A fare ingresso nel nostro Paese, infatti, nel breve e medio periodo non sarebbero più i russi e i cinesi come nel periodo pre-pandemia, ma i turisti a più bassa propensione alla spesa come gli americani (+514,1% nel febbraio 2022, se non si andasse incontro a nuove chiusure).

Ma a fronte di un costo addirittura inferiore all’atteso, i benefici prodotti dalla misura sarebbero molteplici. Ad illustrarne i principali Stefano Rizzi, Country Manager di Global Blue, società leader nel settore del Tax Free Shopping: “La riduzione della soglia a 70 euro porterebbe numerosi vantaggi a tutta la filiera legata al turismo internazionale. L’abbassamento del limite minimo di spesa per recuperare l’IVA sugli acquisti, infatti, produrrebbe un significativo effetto moltiplicatore sull’economia, non solo aumentando la domanda dei prodotti grazie al loro costo inferiore, ma anche attraendo maggiori investimenti su tutte le attività dirette ed indirette correlate al turismo, con un conseguente aumento dei posti di lavoro. Di più, a beneficiare della misura sarebbero albergatori, proprietari di piccoli e medi negozi, nonché tutta la filiera del Made in Italy di qualità. Si pensi che, grazie all’attrattività che il sistema Paese potrebbe guadagnare, il turista internazionale allungherebbe i pernottamenti nelle nostre località: da qui il motivo per cui lo shopping tax free rappresenta una leva significativa per la nostra economia”.

A sostenere una tesi simile il mondo outlet/retail, presente all’interno della ricerca Mercatus grazie ai contributi di McArthurGlen Group e Rinascente. “Riteniamo che una riduzione della soglia per l’accesso al regime di rimborso IVA porti non solo ad un aumento dell’attrattività del Paese in termini di flussi turistici legati allo shopping, ma anche ad un beneficio per altri settori come quello dell’ospitalità e della ristorazione. Questo dovrà essere accompagnato dal mantenimento di un robusto meccanismo di controllo attraverso il sistema digitale doganale, c.d. OTELLO”, ha affermato Giulio Leporatti, Head of Tourism Marketing & Sales per il Gruppo McArthurGlen. Gli fa eco Pierluigi Cocchini, CEO di Rinascente: “Auspichiamo di ritornare presto ai volumi pre-Covid ma è necessaria un’azione tempestiva che permetta un vero “restarting” dal lato delle vendite al consumo. Il turismo extra UE ne è parte integrante, stimolarlo con l’abbassamento della soglia minima di accesso al servizio Tax Free è di estrema necessità. Da questo punto di vista siamo ancora indietro rispetto ai nostri competitor europei, che hanno già compiuto l’intervento, con un incremento consequenziale delle vendite. Dobbiamo fare di più e meglio. Perché la competizione in termini di shopping destination a livello internazionale è estremamente agguerrita”.

Ripartire, un obiettivo sempre più stringente per il settore turistico che – prima della pandemia – valeva il 13% del Pil italiano. Per farlo, è necessario intercettare i flussi internazionali, incentivandoli a scegliere l’Italia come destinazione del proprio soggiorno e come luogo ideale per gli acquisti. Intervenire sul meccanismo del tax free shopping è quindi una soluzione che porterebbe ad evidenti effetti benefici: alle istituzioni il compito di agire, bene e in fretta.

Photo Credits: Tgtourismtv.it

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