Economia

Tutti i numeri dell’estate 2021: sorridono mete italiane mare-montagna. Soffrono turismo internazionale e città d’arte. Come allungare la ripresa?

15
Settembre 2021
Di Paolo Bozzacchi

Manna dal cielo estiva salvifica e utile per restare a galla. Ma come far continuare a piovere e dare costanza al lento recupero del settore? Dopo tre stagioni turistiche di pandemia da Covid il turismo in Italia sta chiudendo un’estate di atteso respiro. Ma per rialzare davvero la testa la strada è lunga, visto che le stime ENIT indicano una perdita di spesa turistica a fine 2021 di 72 miliardi di euro (quasi il 5% del nostro Pil). Mentre le Istituzioni hanno già superato concettualmente lo strumento ristori.

Ministro Garavaglia: “Basta ristori, ora bisogna lavorare”

Il Ministro del Turismo non gira attorno al problema “Non ci saranno ulteriori contributi a favore degli operatori turistici danneggiati dalla pandemia. La nostra ‘mission impossible’ è far lavorare gli operatori, con l’obiettivo immediato di consentire le riaperture in sicurezza delle attività”. Poi aggiunge: “L’estate è andata bene ed è in corso una coda importante“.
Sul calo delle presenze straniere: “Sono tornati un po’ di turisti stranieri ma il flusso non è quello che c’era prima del Covid, perché c’è ancora il Covid. Nostro obiettivo è mettere tutti nelle condizioni di lavorare. Abbiamo aperto per non chiudere più”  

Italiani brava gente. Stranieri, tornate presto!

C’è ancora un -34% da recuperare rispetto all’estate 2019. Nell’estate 2021 sono stati appena 33 milioni i turisti e 140 milioni i pernottamenti (dati completi di luglio e agosto), di cui ben 105 milioni di Italiani (75%) e appena 35 milioni di stranieri (25%).

Le più recenti stime ENIT, dopo la chiusura del 2020 con -55% di arrivi pernottanti (64 milioni di arrivi in meno), indicano per il 2021 una stima di perdita ulteriore da -46%, cioé 53 milioni di arrivi pernottanti svaniti nel nulla. Da inizio 2020 sono stati persi 117 milioni di arrivi pernottanti. Una sorta di crack economico.

ENIT prevede bisognerà attendere il 2023 per tornare e superare leggermente (+3%) gli arrivi pernottanti del 2019. Tradotto significa 4 anni per azzerare l’effetto pandemia sul settore.

Italiani “Sì viaggiare”. Ma meglio in prossimità o “en plen air” che all’estero

I dati Coldiretti/Ixé sottolineano come un italiano su tre in estate abbia fatto vacanze nella propria regione mentre solo il 6% ha scelto l’estero. Nell’estate 2021 si è accorciata a 9 giorni la durata media dei giorni di vacanza. Stabile fortunatamente (-2%) la spesa media per persona (582 euro).

La maggioranza degli italiani in viaggio ha scelto di riaprire le seconde case di proprietà o di alloggiare in quelle di parenti e amici o in affitto, ma nella classifica delle preferenze ci sono nell’ordine: pensioni, alberghi, agriturismi. Sono stati circa 1,8 milioni i turisti italiani che quest’estate hanno deciso di trascorrere vacanza all’aria aperta in tenda, roulotte o camper. Le immatricolazioni di questi ultimi sono salite del 38% nel primo semestre di quest’anno.

Turisti internazionali cercasi

I 35 milioni di pernottamenti in Italia durante l’estate di stranieri nel 2019 erano 100 milioni (-65%). E’ proprio a questi segni meno che bisogna guardare per dare sostegno a una ripresa si spera appena iniziata. In appena due anni si sono persi 65 milioni di pernottamenti. I grandi assenti nelle strutture italiane sono stati i turisti extraeuropei, che da soli nel 2019 erano ben 18 milioni.

Un’analisi diffusa ieri da Coldiretti su dati Bankitalia relativa al primo semestre 2021 conferma l’effetto negativo sulle presenze dei viaggiatori dall’estero delle chiusure e successive difficoltà con la ripresa dei contagi. I turisti extraeuropei sono scesi nel periodo da 16,5 a 9,7 milioni, mentre quelli europei sono calati da 10,9 a 7,3 milioniA mancare all’appello sono stati soprattutto i turisti dagli USA che nella prima metà dell’anno sono stati appena 78mila contro i 511mila di un anno fa. 

Un segnale di speranza viene da Bankitalia, che ieri ha sottolineato come le spese dei viaggiatori stranieri in Italia nel solo mese di giugno (1,59 miliardi di euro) sono aumentate del 52% rispetto a giugno 2020. Anche gli Italiani che hanno scelto l’estero si sono difesi bene (spesi 1,1 miliardi di euro) in crescita del 57,9%.

Se si guarda al mondo del Tax Free Shopping con le lenti di Global Blue (colosso internazionale del settore) il termometro delle presenze extraeuropee in Italia in termini di spesa segna ad agosto 2021 ancora solamente il 36% di quanto speso nello stesso mese del 2019 in era pre-Covid. 

Zero quarantena, cassa turismo più piena

Per i viaggiatori extraeuropei interessati all’Italia ci sono buone notizie. Lo scorso 28 agosto il Ministro della Salute Roberto Speranza ha esonerato fino al 25 ottobre dalla quarantena in ingresso non solo i cittadini britannici vaccinati, ma anche i turisti provenienti da: Arabia Saudita, Australia, Bosnia, Canada, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Giordania, Libano, Nuova Zelanda, Qatar, Repubblica di Corea, Serbia, Singapore, Stati Uniti, Ucraina, Taiwan, Hong Kong e Macao.

Il brand Italia non smette di tirare

Nel mondo quando si pensa a un viaggio si cerca l’Italia. Lo confermano i dati ENIT, che sottolineano come per i turisti internazionali in termini di ricerche su Google l’Italia è la destinazione top in termini di alloggio, terza dopo USA e Spagna per la categoria di ricerca “volo” e “alloggio+volo”. Significa che il brand Italia per il turismo è un marchio che va a gonfie vele anche in questo periodo di ripresa del settore post-Covid. E questo fa ben sperare.

Fatta 100 la città più richiesta dai turisti internazionali (Roma), Milano segue a quota 49, Venezia a 41 e Napoli a 30. A sorpresa Catania (22) batte Firenze (20), poi Alghero, Bari, Palermo e Bologna. E’ questa la Top10 delle città italiane più desiderate dai turisti al mondo. 

Come sono cambiate le abitudini di consumo

Il prolungato lockdown mondiale ha anche cambiato le abitudini dei turisti sia italiani che internazionali. Confesercenti ha tracciato un identikit di un viaggiatore 2021 più scaltro e indipendente, sempre più spesso in contatto diretto con le strutture ricettive, con buona pace dei tour operator e delle agenzie di viaggi, ancora alle prese con una crisi pesante.

Italia mari e monti ok. Luci e ombre per le città d’arte

Tra le mete prescelte recupera meglio rispetto al 2020 il mare (+19%) della montagna (+13%). A gonfie vele i laghi (+29%) e le località termali (+27%). Anche le città d’arte sono andare bene a luglio e agosto rispetto a l’annus horribilis 2020 (+25%), ma su mete tra le quali Roma, Firenze, Napoli, Venezia e Milano andrebbe fatto un ragionamento a parte, perché mancano all’appello ancora ben 10 milioni di pernottamenti rispetto al 2019, e l’autunno tradizionalmente è appannaggio del turismo internazionale che al momento latita.

ENIT stima per tutte le città italiane un 2022 con arrivi internazionali che rimarranno ben al di sotto dei livelli 2019, con una compensazione parziale dovuta all’aumento del turismo nazionale verso le città d’arte.

Settembre, andiamo, non è ancora tempo di migrare

Settembre è arrivato a metà strada ma dà qualche segnale incoraggiante. Ben 8,1 milioni di italiani hanno intenzione di trascorrere parte delle loro vacanze durante il mese in corso, tradizionalmente più economico e con un meteo ancora mite in buona parte della Penisola. Ma la ripartenza del cosiddetto fuori stagione va organizzata, strutturata e consolidata.

Operatori ancora in crisi e tasche dei viaggiatori italiani così e così

Che ci sia molto da lavorare è certificato sia dall’Istat, che per il primo semestre di quest’anno ha sottolineato un calo del fatturato dei servizi ricettivi dell’8,3% rispetto allo stesso periodo 2020, che da Bankitalia, la quale nella quinta indagine sulle famiglie italiane da quando è scoppiata la pandemia resa nota ieri ha indicato in “ancora elevata e stabile rispetto alla precedente” (80%) la quota di nuclei che dichiarano di aver ridotto le spese per servizi di alberghi, bar e ristoranti e di aver fatto meno frequentemente acquisti in negozi di abbigliamento rispetto al periodo precedente la pandemia.

Obiettivo lancette indietro al 2019: l’anno dei record

Non sarà facile, ma il primo obiettivo per le Istituzioni e gli operatori del settore turismo in Italia è far tornare indietro il tempo (e i fatturati) al 2019. Con oltre 131 milioni di arrivi e 436 milioni di presenze secondo Enit l’anno pre pandemia è stato da record. Anche in termini di occupazione (4,2 milioni di addetti). Il turismo pesava il 13,2% del Pil italiano, prima che le presenze più che dimezzassero in soli 9 mesi. Gli alberghi italiani erano 33mila, per oltre 2,23 milioni di posti letto e 183mila gli esercizi extra alberghieri. Numeri in costante crescita dal 2010, incluse le presenze di turisti stranieri. Un benchmark al quale guardare con interesse oggi.

Dal PNRR poche risorse al settore

Al settore turismo la versione bollinata dalla Ragioneria del decreto del Ministero dell’Economia che ripartisce le risorse del Recovery destina appena l’1%. Sono solamente 2,4 miliardi di euro. Troppa poca benzina per spingere la macchina turismo Italia fino al traguardo “ripresa che diventa crescita costante”. Ancora un miraggio.

Photo Credits: Fonditalia