Cultura

Settore musica: cattive notizie dal Dl Sostegni Bis

17
Luglio 2021
Di Vanessa Gloria

La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha approvato un emendamento al DL Sostegni Bis che va a incidere sulle sorti del comparto musicale in maniera unilaterale, sbilanciando gli equilibri del settore.

“Oggi più che mai, dopo più di un anno e mezzo di crisi, ci dobbiamo rendere conto che è arrivato il momento di tirare le somme rispetto a quanto abbiamo visto per progettare e realizzare una ripartenza con idee e riforme capaci di ridare slancio al nostro settore. La cultura ci identifica e ci unisce generando una forza che è vitale per l’economia del nostro Paese e per questo deve essere riconosciuta e gestita esattamente come un’industria” – ha commentato degli Stati Generali della Cultura Sergio Cerruti Presidente dell’Associazione Fonografici Italiani (AFI), nonché Vice Presidente di Confindustria Cultura e Presidente del Gruppo Media, Comunicazione e Spettacolo di Assolombarda – “In questi ultimi giorni abbiamo riscoperto il senso di essere italiani e di stare insieme inseguendo un goal, eppure ci sono ancora molte strutture del mondo dell’intrattenimento e dello spettacolo con le luci ancora spente, abbandonate nell’incertezza di un presente privo di regole certe. Senza interventi coerenti e mirati che futuro possiamo immaginare?”

In particolare, il comparto ha risentito profondamente della crisi dovuta al Covid-19. Un intero settore bloccato con un’incredibile voglia di ripartire in sicurezza, nonostante le numerose limitazioni. Tuttavia i fondi scarseggiano, soprattutto per gli operatori più piccoli, che aspirano ad una boccata di ossigeno che stenta ad arrivare.

“Il Ministero intende fare esclusivamente beneficenza al nostro settore e allora AFI ha deciso, piuttosto, di destinare l’esigua somma ricevuta a titolo di ristori, a realtà per le quali faranno concretamente la differenza.  Pur condividendo la volontà di apportare delle migliorie a un settore che troppo spesso viene dimenticato dal legislatore, la modifica del meccanismo di ripartizione dei compensi per copia privata tra produttori di fonogrammi e artisti interpreti costituisce l’ennesima occasione per esautorare il mondo della cultura, che invece deve rappresentare un patrimonio per l’Italia intera e per la nostra identità. Se da un lato l’azione di quello che dovrebbe essere il nostro Ministero di riferimento risulta anacronistica e si discosta enormemente dagli aspetti operativi del settore, dall’altro lato le Istituzioni continuano a sovvenzionare le big collecting riconoscendogli sempre nuovi poteri e privilegi. Ritengo ingiusto continuare a essere gestiti in questo modo, abbiamo bisogno di buona politica e di buona economia affinché il settore riprenda respiro e riparta in totale sicurezza, altrimenti ci ritroveremo sepolti tra le rovine di Pompei e il rischio è che questo sia l’unico modo per attirare l’attenzione del Ministero” – aggiunge Sergio Cerruti.

“Se il MIC non riesce a comprendere le nostre esigenze, suggeriamo un passaggio di competenze a chi è realmente disposto a considerare il nostro settore come un’industria. Non ci resta che auspicare la creazione di una direzione generale ad hoc per la musica e lo spettacolo presso un altro Ministero, sia esso quello del Turismo o dello Sviluppo economico” – conclude il Presidente di AFI.

E’ evidente che la cultura non è solo passato, ma rappresenta un investimento fondamentale per il futuro, per questo AFI auspica che si possa accogliere una visione di lungo periodo che tenga conto di tutti gli operatori del comparto, generando valore reale per il Paese.

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