Lavoro

UTOPIA cresce anche nel 2021 e annuncia l’apertura di una nuova sede internazionale

10
Agosto 2022
Di Piero Tatafiore

UTOPIA, media company con sede a Roma, Milano e Bruxelles, ha chiuso il bilancio di esercizio 2021 con un fatturato complessivo che raggiunge i 6 milioni di euro, in crescita del 28% rispetto all’esercizio precedente.

La società, leader in Italia nell’attività integrata di Public & Legal Affairs, Corporate Communication & Digital Strategies, raggiunge questo risultato a coronamento di un triennio (2019-2021) in cui la crescita percentuale è stata del 62%. A contribuire al risultato la performance della controllata al 100% UTOPIA Bruxelles, società di diritto belga, il cui fatturato 2021 rispetto a quello 2020, è cresciuto del 68%.

«Anche per il 2021 – ha dichiarato in una nota Giampiero Zurlo, Presidente e AD di UTOPIA – i numeri confermano una crescita societaria continuativa e sostenibile, un percorso che dura da 11 anni, che viene garantito dalla costante innovazione dei processi, dall’integrazione dei servizi di public affairs e advocacy, e dalla capacità di adattarsi repentinamente ai continui cambiamenti dei mercati internazionali. Tutto ciò è ovviamente anche il risultato di importanti investimenti pluriennali, che non sono mai stati ridotti nonostante la pandemia e la recessione economica. In tal senso, vanno considerati l’apertura di UTOPIA Bruxelles, a cui nel 2023 seguirà l’apertura di una nuova sede internazionale».

La crescita e gli investimenti di UTOPIA hanno visto protagonisti gli UTOPIA Studios che, secondo Zurlo, «rappresentano il più innovativo progetto di advocacy multipiattaforma che sia mai stato realizzato in Italia nel nostro settore, e che attualmente vedono in programmazione ben 9 format web TV, con un palinsesto ancora più ricco da settembre anche grazie ai nuovi talk sulle prossime elezioni politiche. È il segno di come la società sia alla costante ricerca di nuove e più evolute forme di public affairs e advocacy».

Un settore, quello del public affairs e dell’advocacy, in continua evoluzione, con la richiesta di strumenti e processi sempre più innovativi: «Si tratta di servizi professionali – conclude Zurlo – ormai riconosciuti quali elementi strategici per migliorare le performance economiche perché riducono il rischio regolatorio e generano vantaggio competitivo. Le aziende, multinazionali o pmi, collocano queste attività nel cuore delle loro strategie, sempre più consapevoli di dover agire non solo sul mercato, ma anche di dover interagire con gli attori istituzionali, per tutelare la competitività».