Politica

Torino 2021, il centrosinistra congela le primarie e nel centrodestra spunta Damilano

06
Dicembre 2020
Di Andrea Maccagno

Il freddo di questi giorni è arrivato anche a Torino, congelando le primarie del centrosinistra. La coalizione, che vuole riprendersi Palazzo Civico dopo la parentesi di Appendino, è a un punto morto: nonostante un iter che prevedeva il deposito delle candidature entro il 30 novembre e le urne nel weekend del 6 e 7 febbraio 2021, il Covid ha infatti momentaneamente sospeso la competizione.

Scelta strumentale più che cautelativa, sottolineano i maligni, visto che il Pd è al proprio interno lacerato. Da una parte i due candidati ufficiali, Enzo Lavolta e Stefano Lo Russo, entrambi ex assessori della Giunta Fassino e attuali consiglieri in Sala Rossa. Dall’altra l’apparato, più silente ed incline alla linea romana: no alle primarie e candidato che possa quanto meno non dispiacere al mondo grillino. In sintesi, Guido Saracco.

Peccato, però, che il rettore del Politecnino abbia recentemente fatto sapere di non voler esser parte della sfida, destabilizzando questo pezzo del Pd. Andrea Giorgis, Sottosegretario alla Giustizia e nome alternativo a quello di Saracco, ha fatto anch’egli un passo indietro: per i sostenitori di questa linea non rimane che il professor Salizzoni. Vicepresidente del Consiglio Regionale del Piemonte, nonché recordman di preferenze alle elezioni del 2019, il chirurgo sembra però troppo anziano per poter diventare primo cittadino e difficilmente potrà essere alla guida della coalizione progressista.

L’impasse è lampante, con le primarie sullo sfondo che traballano. Se Lo Russo ha rispettato da subito la decisione del partito, Lavolta ha aperto una raccolta firme per la sottoscrizione della sua candidatura. Scelta che ha fatto infuriare il partito, che in una nota lo ha diffidato: così, anche Lavolta è rientrato nei ranghi.

Diverso l’atteggiamento di Igor Boni, presidente di Radicali Italiani e membro dell’Assemblea Nazionale di +Europa, candidato alle primarie con un’alleanza civica che ingloba anche Giovanna Giordano, colei che (tra le altre) era riuscita a riempire Piazza Castello per le manifestazioni Sì TAV dell’ottobre 2018. Boni, infatti, continua a richiedere le primarie e ha voluto comunque presentare entro i termini prestabiliti la sua candidatura.

Se dunque una parte del Pd vuole evitare il ricorso ai gazebo, il resto del centrosinistra ritiene che qualsiasi altra via porterebbe ad una delegittimazione del candidato prescelto. Come uscire da questo ingorgo? Al momento è difficile da stabilire ma, a meno che la coalizione non tiri fuori un coniglio dal cilindro, le primarie appaiono ineludibili.

Nel campo avversario non sta meglio il centrodestra, che queste Comunali rischia davvero di giocarsele fino alla fine. Il probabile flop dei 5 Stelle, con il trapasso dei voti del nord della città dai grillini alla Lega, unito a un centrosinistra smarrito, pongono la coalizione conservatrice – che a Torino non ha mai vinto dall’introduzione dell’elezione diretta del sindaco – in una posizione da sfidanti incomodi, soprattutto in vista del ballottaggio.

In quanto a candidati, ha appena deciso di scendere in campo l’imprenditore Paolo Damilano, già papabile per le regionali del 2019 vinte da Cirio. Damilano, che ha fatto sapere di voler guidare un “progetto civico”, pare abbia ricevuto il placet favorevole della Lega, suo vero sponsor. Contrari gli alleati meloniani Montaruli e Marrone e lo stesso Guido Crosetto. Anche in casa Forza Italia la reazione è stata tiepida.

I forzisti, infatti, sembrerebbero puntare sull’Onorevole Porchietto: la deputata ed ex assessore regionale della Giunta Cota è, infatti, un nome più conosciuto e spendibile in città. In campo civico, invece, Forza Italia preferirebbe il profilo di Massimo Giuntoli, presidente dell’Ordine degli Architetti di Torino.

A livello di sondaggi, ne circola uno di SWG, che testimonia come il duello sarà tra centrosinistra e centrodestra, in un probabile doppio turno. Negativi i dati per i 5 Stelle, fermi all’8,5% delle preferenze.

Il centrosinistra sarebbe al momento avanti con il 44,5% dei consensi, mentre il centrodestra sarebbe sette punti indietro al 37,5%. I candidati elettoralmente più spendibili sarebbero da una parte Stefano Lo Russo (Pd) e dell’altra Claudia Porchietto (FI). Tuttavia, sempre secondo la rilevazione in questione, gli elettori grillini preferirebbero il candidato del centrosinistra, regalando così ai Dem la maggioranza in Sala Rossa.

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